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“Vota gay!”: cosa significa?


Il 1° giugno si apre il Mese del Pride. 30 giorni per imparare e condividere storia, cultura, lessico e personaggi Lgbtqai+ e formare “Le parole dell’orgoglio”, un vero e proprio vocabolario, dalla A di Arcigay alla Z di Zedsexual
Credit: Mick De Paola
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 2 min lettura
1 gennaio 2023 Aggiornato alle 15:47

Il primo omosessuale dichiarato a candidarsi alle elezioni politiche è stato Angelo Pezzana, che aveva corso nelle file del Partito Radicale nel 1976 ed era divenuto deputato (ma si era immediatamente dimesso) nel 1979 dopo le dimissioni di Mauro Mellini.

Il tema della rappresentanza Lgbtqai+ all’interno delle istituzioni divenne particolarmente rilevante a partire dagli anni ‘80, quando la via riformista si impose definitivamente a quella rivoluzionaria che non voleva entrare nelle strutture del Sistema capitalista bensì abbatterle.

Alle elezioni politiche della primavera del 1987, figuravano diversi candidati omosessuali, primi fra tutti Franco Grillini e Nichi Vendola, candidati con il Partito Comunista, la cui campagna elettorale si basò principalmente su due proposte di legge: antidiscriminazione e riconoscimento delle unioni civili. Le elezioni non portarono nessun omosessuale a Montecitorio, nonostante le quasi 20.000 preferenze accordate ai candidati gay.

Nel 1992 Nichi Vendola fu eletto con 5.448 preferenze alla Camera dei deputati: era stato il candidato di Rifondazione Comunista più votato a Bari e Foggia.

Sarebbe stata sempre Rifondazione Comunista a portare in Parlamento la prima persona transgender, non di Italia ma d’Europa: il 28 aprile 2006 Vladimir Luxuria divenne deputata della Repubblica.

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