Economia

Automobili Italia: il 25% tra Euro 0 e 3

Secondo il presidente Aci, il parco auto è «insicuro e inquinante»: un quarto delle macchine, infatti, ha almeno 20 anni. Intanto, sono stati stanziati oltre 741 milioni di euro del Pnrr per la transizione green della mobilità
Credit: Cash Macanaya
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26 giugno 2023 Aggiornato alle 10:00

È stato definito «insicuro e inquinante» da Angelo Sticchi Damiani, presidente dell’Automobile Club d’Italia (Aci), il parco auto del nostro Paese. Il 25% delle automobili che circolano sul suolo italiano è omologato tra Euro 0 ed Euro 3: vale a dire auto vecchie, tra le maggiori responsabili delle emissioni complessive prodotte dalla mobilità individuale.

La battaglia condotta da Aci consiste nell’incentivare un ricambio generazionale dei veicoli, tramite la rottamazione dei modelli più vecchi e l’acquisto di un usato più recente. Questa pratica, analizza il presidente Sticchi Damiani, è frenata «perché [gli italiani, ndr] non hanno i soldi per farlo o comunque da destinare a un bene, l’auto, che magari usano sporadicamente».

La presenza di automobili vecchie comporta 2 rischi principali: l’inquinamento e la mancata sicurezza stradale. L’Aci stima che ogni veicolo Euro 2, equivalente al 6,2% del parco auto con oltre 2,5 milioni di macchine, abbia un impatto sull’ambiente di 28 volte superiore agli ultimi Euro 6, che rappresentano il 32,6% (oltre 13 milioni di modelli) delle vetture presenti sulle strade italiane.

E infatti, alcune città come Milano, Roma, Napoli, Torino e Bologna hanno regolamentato il divieto di circolazione per i veicoli Euro 3, che sarà esteso entro il 2024 anche agli Euro 4 con conseguenti disagi (inevitabili ma necessari) per i cittadini.

Il discorso relativo alla sicurezza stradale è di molto importante, basti pensare che nel 2022, secondo i dati della Polizia Stradale, si è verificato un incremento del 7,1% del numero dell’incidentalità rispetto al 2021: dei 70.544 incidenti avvenuti nel 2022, le vittime sono aumentate dell’11,1% (1.489), mentre gli incidenti che hanno provocato lesioni sono aumentate dell’8,4%, arrivando a 28.914.

Un elemento di prevenzione degli incidenti che coinvolgono autoveicoli e gli altri utenti della strada è la tecnologia. La presenza di sistemi di sicurezza attiva (Adas), la progettazione di carrozzerie che garantiscano l’assorbimento degli urti e di sistemi di frenaggio sempre più reattivi, maggiormente diffusi e più avanzati nei veicoli di ultima generazione, recano evidenti benefici per la messa in sicurezza della viabilità.

«L’Italia si sta preparando progressivamente, come naturale che sia, pur con qualche ritardo, in particolare sulle infrastrutture quali le colonnine di ricarica»: queste le parole del presidente dell’Aci riguardo la transizione green nel mondo delle autovetture, che sottolineano come una delle cause di questo ritardo sia dovuta alla presenza limitata e poco diffusa delle infrastrutture di ricarica.

Il punto di svolta sarà segnato dall’investimento, erogato sotto forma di incentivi a fondo perduto, di oltre 741 milioni di euro provenienti dal Pnrr dei quali, secondo il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, circa 360 milioni saranno destinati alla costruzione dei punti di ricarica in superstrada, mentre altri 353 verranno impiegati per le infrastrutture nei centri urbani.

Con gli obiettivi di riduzione delle emissioni, di promozione di una mobilità sostenibile e di transizione all’elettrico, si realizzeranno 7.500 punti di ricarica ultra fast in autostrada, 13.000 colonnine elettriche nei centri urbani entro il 2025, al fine di allinearsi con le direttive Ue che puntano ad avere delle stazioni di ricarica ogni 60 km.

Se nell’ambito infrastrutturale la strada sembra farsi in discesa, si avverte comunque un certo scetticismo per quanto riguarda la possibilità economica di acquistare auto elettriche. Il divieto di circolazione in alcune aree urbane per una certa tipologia di veicoli non si fa promotore delle esigenze di quei cittadini che, in alcuni casi, non possono permettersi l’acquisto di vetture elettriche: in media, costano il 20-30% in più delle auto tradizionali. Non è da trascurare, però, la possibilità di spendere meno sul rifornimento grazie all’elettrico, andando a creare un risparmio sul lungo periodo.

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