Ambiente

Jj4 potrebbe fare le valige? Gli animalisti: “Romania pronta a ospitarla”

Fino al 13 luglio l’orsa resterà rinchiusa nel recinto del Casteller. Nel frattempo Leidaa, Oipa ed Enpa sino sono accordate per un suo possibile trasferimento nell’oasi rifugio Libearty Sanctuary di Zarnesti
Credit: Fabe collage
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20 giugno 2023 Aggiornato alle 07:00

Il futuro dell’orsa Jj4 che lo scorso aprile uccise il runner Andrea Papi è ancora incerto ma si stanno configurando nuovi scenari per il suo trasferimento.

Il 13 luglio ci sarà l’udienza collegiale relativa alla sentenza del Tar e fino a quella data l’orsa non verrà toccata.

Gli ambientalisti hanno infatti ottenuto dal Consiglio di Stato la sospensione di possibili abbattimenti degli orsi Jj4 e Mj5 fino a metà estate e puntano a chiedere di confermare tale sospensione fino al 14 dicembre quando si discuteranno nel merito i decreti della Provincia di Trento.

Nel frattempo, però, prosegue l’impegno per trovare una nuova casa a Jj4, diversa da quella del Casteller in cui oggi è rinchiusa insieme a Mj5.

La notizia è che le associazioni ambientaliste che stanno seguendo da vicino la vicenda e avevano presentato i ricorsi in tribunale, hanno trovato una intesa per trasferire l’orsa in una struttura in Romania.

Leidaa, Oipa e Enpa chiedono a questo punto che “Tar e Provincia ci lascino il tempo di completare il progetto e di trasferirla nella nuova struttura”.

Il luogo ritenuto adatto a ospitare l’animale è il Libearty Sanctuary di Zarnesti, in Romania. Come ha detto Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali e la Tutela dell’ambiente, «in prospettiva gli orsi del Trentino, anche se confidenti e problematici, dovrebbero restare dove sono nati. Se questo non sarà possibile per Jj4, abbiamo comunque pronta la soluzione di Zarnesti».

L’accordo, portato avanti da Oipa con l’associazione Millions of friends che gestisce il rifugio Libearty punta a dare “speranza” in tutti i sensi al plantigrado.

«Vorrei dare a questa orsa il nome Speranza - ha detto Cristina Lapis, responsabile della struttura che potrebbe ospitare l’animale - perché sia la speranza per tutti gli orsi del Trentino, che dovrebbero vivere liberi. Al presidente della Provincia vorrei dire che l’orsa non è di sua proprietà e che in Italia la pena di morte non esiste più. Esistono invece leggi europee che tutelano gli orsi e il Trentino deve rispettarle. Sono lieta dell’accordo con Leidaa, Oipa e Enpa: aiuteremo insieme un’orsa che non merita di essere uccisa».

Parallelamente le associazioni italiane stanno lavorando su un progetto per realizzare un’ampia zona oasi-rifugio per gli animali problematici in Italia. Come conclude Brambilla, «il Libearty è un’ottima destinazione, ma altri orsi del Trentino inviati all’estero non vivono in buone condizioni. Da italiani amanti degli animali vorremmo che gli orsi rimanessero dove sono nati, sotto il controllo dei nostri esperti di prim’ordine, protetti dalle nostre leggi e dalle normative internazionali di cui l’Italia garantisce il rispetto. Auspichiamo quindi che il Tribunale amministrativo e la Provincia ci lascino il tempo di completare il progetto e di trasferire Jj4 nella nuova struttura», spiega ricordando l’idea di progettare un nuovo spazio, tutto italiano, in grado di ospitare gli animali e da realizzare con il contributo di finanziamenti anche privati.

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