Linguaggio inclusivo: cosa significa?
Con il termine linguaggio inclusivo si intende un tipo di linguaggio pensato per evitare pregiudizi e stereotipi. Si tratta quindi di una lingua le cui parole:
· Non rafforzano stereotipi di genere
· Non sono razziste
· Non discriminano le persone in base all’età (ageism)
· Non sono abiliste (cioè non discriminano le persone con disabilità)
Per quanto riguarda sesso e genere, un linguaggio inclusivo può essere realizzato, a esempio, usando sostantivi che non siano specifici di genere per riferirsi a ruoli o professioni, oppure formando le frasi senza un genere predominante.
La nostra lingua presenta diversi ostacoli grammaticali che la rendono particolarmente rigida di fronte a un uso non declinato per genere, per questo sono state proposte diverse soluzioni per parlare e scrivere un italiano più inclusivo, aggirando l’utilizzo del cosiddetto maschile sovraesteso (utilizzato come se fosse neutro) per abbracciare anche le persone femminili e non binarie, utilizzando le loro caratteristiche come aggettivi e non riducendo le persone a uno dei loro aspetti.
Rientrano in questa tipologia di linguaggio non solo i femminili professionali, ma anche le perifrasi che possiamo utilizzare per aggirare termini esclusivamente genderizzati o le introduzioni grammaticali come schwa (ǝ), asterisco, desinenza in x o a/o per sostituire le desinenze di genere.
In linguistica, la schwa corrisponde a un suono vocalico medio, non arrotondato, che viene utilizzato quotidianamente in alcune aree del mondo (non solo in lingue come l’inglese o il francese ma anche in dialetti come il napoletano, il barese o il siciliano: è quindi una vocale caratterizzata da un suono a metà strada fra le altre vocali esistenti, come quello della “a” di “about” o dell’espressione napoletana “mammətə”.