Ambiente

Il cambiamento climatico fa ammalare i coralli

In soli 25 anni è triplicata la diffusione della malattia dei coralli ed entro la fine del secolo il 76,8% delle colonie rischia di ammalarsi e morire a causa dell’aumento delle temperature globali
Credit: YORBank_CoralBleaching_TheOceanAgency
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12 giugno 2023 Aggiornato alle 08:00

L’aumento delle temperature globali e il cambiamento climatico stanno danneggiando la salute dei coralli e delle barriere coralline, compromettendo il sistema immunitario degli animali e facilitando, così, il lavoro di agenti patogeni come funghi e batteri che finiscono per infettarli.

È quello che è emerso da uno studio della University of New South Wales (UNSW Sydney), pubblicato su Ecology Letters, che con una meta analisi ha ripercorso e analizzato 108 ricerche condotte negli ultimi 25 anni sui cambiamenti nel tempo della malattia dei coralli, per capirne le evoluzione e le cause.

Ciò che è emerso è un dato allarmante: in un quarto di secolo, infatti, la diffusione della malattia è triplicata, riguardando oggi il 9,92% delle colonie di coralli. «La malattia è tra i più importanti fattori di mortalità dei coralli a livello globale e i nostri modelli prevedono che questa percentuale continuerà a peggiorare, anche se le temperature oceaniche rimarranno stabili», ha spiegato Samantha Burke, autrice principale dello studio e dottoranda presso la School of Biological, Earth and Enviromental Sciences.

Stando alle proiezioni per il futuro, infatti, il timore è che, entro il 2100, oltre il 75% delle colonie si ammali, generando un declino incolmabile nelle barriere coralline e una perdita inestimabile di interi habitat che offrono sostentamento a circa un quarto dei pesci nelle acque mondiali.

«Data la posta in gioco, dobbiamo fare molti passi avanti per sviluppare strategie di mitigazione efficaci e affrontare l’aumento delle temperature sarebbe un ottimo punto di partenza», ha dichiarato Samantha Burke.

In effetti, i coralli sono organismi estremamente delicati e richiedono una serie di precise condizioni ambientali per sopravvivere: tra queste, la salinità dell’acqua, un’ottima qualità e un’adeguata temperatura. Se anche solo una di queste condizioni dovesse venir meno, verrebbe compromessa la loro sopravvivenza perché sarebbero sottoposti a uno stress tale da rendere impossibile la loro crescita e la loro riproduzione.

Ad oggi, la variabile che preoccupa di più scienziati e ricercatori è la crescente temperatura dell’acqua, che negli anni ha già portato gravi conseguenze alle barriere coralline dei nostri oceani, causando, per esempio, il coral bleaching (sbiancamento dei coralli): una risposta allo stress ambientale cui sono sottoposti i reef durante estreme e anomale ondate di calore.

A destare particolari preoccupazioni è l’Oceano Pacifico che, rispetto a quello Indiano e all’Atlantico, presenta un quadro critico e destinato a peggiorare nel tempo. Che sia esclusivamente a causa delle elevate temperature dell’acqua o se vi siano altri fattori che entrano in gioco a influenzare la vita dei coralli in questa regione è ancora da verificare, ma quello che è certo è che, in maniera più o meno intensa a seconda delle aree, la malattia dei coralli sta prendendo piede in tutte le acque del mondo ed è necessario intervenire prima che il tempo a disposizione scada.

È per questo motivo che, attraverso lo studio condotto, i ricercatori hanno voluto lanciare un allarme, affinché con un’azione urgente mirata ad affrontare il riscaldamento globale e l’aumento delle temperature delle acque, si eviti il punto di non ritorno: quello in cui sempre più coralli saranno malati e finiranno per morire, mettendo a repentaglio non solo una bellezza naturale da preservare, ma anche interi ecosistemi, facendoci perdere una ricchezza inestimabile di biodiversità.

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