Storie

Gianmarco Saurino: «Basta fare il bravo ragazzo delle fiction»

La sua uscita di scena dalla serie tv Doc-Nelle tue mani ha spiazzato le fan. Ma l’attore 29enne aveva bisogno di nuove occasioni: «Temevo di rimanere ingabbiato in un cliché». Tanto che presto lo vedremo al cinema ingrassato di 12 chili «e loschissimo»
L'attore Gianmarco Saurino
L'attore Gianmarco Saurino
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12 febbraio 2022 Aggiornato alle 21:00

Ha fatto una scelta che ha mandato in tilt migliaia di telespettatori che si sono scatenati sui social chiedendosi perché, nella prima puntata della seconda stagione di Doc-Nelle tue mani su Rai1, il medico Lorenzo Lazzarini, personaggio amatissimo impersonato dal 29enne Gianmarco Saurino, venga fatto morire di Covid uscendo definitivamente dalla storia.

Un addio improvviso su cui sono state fatte le ipotesi più disparate, ma che ha una chiara spiegazione: la fine di Lazzarini è stata voluta proprio dall’attore. Una decisione che nasce da un bisogno di cambiare percorso e di dare una svolta alla sua vita.

«In 10 anni di lavoro (Che Dio ci aiuti, Non dirlo al mio capo, Leonardo, ndr) ho impersonato personaggi simili, con le stesse caratteristiche: il bravo ragazzo che piace alle donne, ma che ha delle insicurezze» spiega Gianmarco. «Ho avuto timore di rimanere ingabbiato in un cliché. La grande serialità è una palestra gigantesca, ha ritmi serrati. Si gira per 7/ 8 mesi, spesso sei lontano da casa. È un lavoro a cui devi dedicare buona parte del tuo tempo, non puoi fare altro. Avevo bisogno di vedermi in situazioni diverse».

Immagino che abbia discusso questa scelta con la produzione.

«Certo! Con la Lux Vide ho un rapporto meraviglioso. Mi hanno dato grande fiducia quando non ero nessuno. La mia scelta è stata discussa nel tempo. Alla fine della prima stagione, abbiamo preso questa decisione anche se non sapevamo come uscirne. Poi, insieme agli sceneggiatori, abbiamo trovato il modo migliore. Usare il Covid per far morire questo personaggio ha dato qualcosa in più al racconto, rendendo omaggio a tutti quei medici e infermieri che hanno perso la vita durante la pandemia».

Che coraggio. Si è preso molti rischi.

«Non mi sento coraggioso. È qualcosa che volevo profondamente. Potevo dare questa nuova direzione alla mia vita solo adesso, perché ho 29 anni, non ho figli, e a livello economico sono riuscito a mettere da parte un gruzzolo che mi ha dato la possibilità di rischiare. Ora sono felice».

Cosa l’ha portata a scegliere questo mestiere?

«Alla fine del liceo, dopo aver fatto un laboratorio teatrale, mi sono chiesto: perché non provare questa strada? Foggia è una città che offre culturalmente molto poco, ho compreso presto che dovevo andarmene. Gli amici e parenti mi hanno preso in giro, al contrario i miei genitori mi hanno sostenuto e incoraggiato. Così sono venuto a Roma e sono entrato al Centro Sperimentale di Cinematografia».

E adesso che progetti ha?

«Ho finito di girare I Viaggiatori con la regia di Ludovico Martino, che ha 28 anni ed è già un regista premiato. Ho lavorato molto su me stesso, sono ingrassato di 12 kg per interpretare questo personaggio losco, pieno di problemi, che mi ha dato grande soddisfazione. Poi mi sono fatto una promessa: entro i 30 anni devo portare in scena Shakespeare con una rivisitazione dell’Otello che racconti la storia da un punto di vista femminile».