Ambiente

Vuoi i soldi? Allora dimenticati la plastica

Una grande coalizione di investitori scrive una lettera a 30 delle principali aziende alimentari, e non solo, internazionali per ridurre l’uso e il consumo del materiale inquinante
Credit: Cottonbro studio
Tempo di lettura 4 min lettura
9 maggio 2023 Aggiornato alle 07:00

Quello che un gruppo di grandi investitori sta inviando alle aziende internazionali è un messaggio chiaro: bisogna liberarsi dalla dipendenza della plastica oppure, l’inazione in tal senso, può esporre a rischi finanziari.

L’Associazione olandese degli investitori per lo sviluppo sostenibile (Vbdo), coalizione che supervisiona asset per circa 10 trilioni di dollari, ha infatti di recente invitato aziende come PepsiCo, oppure Amazon, McDonald’s e altre a far di più contro l’utilizzo smodato della plastica monouso e non solo dato che, se mal gestita, contribuisce pesantemente all’inquinamento degli oceani e impatta su ecosistemi e vite. Non solo quelle di migliaia di specie marine, ma anche dell’uomo dato che è ormai comprovato come tracce di microplastiche siano state trovate dall’intestino ai polmoni e persino nel cervello umano.

La coalizione, composta da circa 183 persone, ha inviato una missiva a trenta fra le principali aziende alimentari, di vendita al dettaglio e di beni di consumo per avvertirle che la produzione e l’uso costante e continuo di plastica comporta rischi per la salute pubblica, la biodiversità, il cambiamento climatico e i diritti umani.

Per questo il gruppo, che comprende Amundi, Legal and General Investment Management, Aviva Investors, Axa Investment Management e Rockefeller Asset Management, sta tentando di esercitare pressioni sulle aziende per ottenere un cambiamento sull’utilizzo di prodotti in plastica. Per riuscirci ha mandato un messaggio chiaro a diverse aziende - tra cui anche Tesco, Carrefour, Danone - affinché eliminino gradualmente la plastica monouso (come già sta accadendo in parte in Europa con la direttiva Sup) e il consumo di questi materiali, ripensando agli imballaggi che dovranno essere sempre di più riutilizzabili o non inquinanti.

“Gli investitori stanno ora inviando un chiaro segnale a queste aziende che dovranno affrontare pressioni sempre più forti se non agiranno presto per ridurre in modo sostanziale la loro impronta di plastica”, ha fatto sapere in una nota Angélique Laskewitz, direttrice esecutiva Vbdo e coordinatrice della campagna che si è detta “preoccupata” sul fatto che molte aziende continuino a utilizzare plastica come prima, nonostante gli effetti chiari di questo materiale sugli ecosistemi. Concetto che Vbdo rafforza citando stime secondo cui l’inquinamento da plastica costa alla società più di 100 miliardi di dollari all’anno e che circa i quattro quinti dei prodotti di plastica creati finora sono stati gettati come rifiuti, mentre solo il 9% è stato correttamente riciclato.

Gli investitori affermano dunque che le aziende che non prendono provvedimenti in materia di plastica saranno esposte “a rischi finanziari che minacciano la creazione di valore e i rendimenti degli investimenti, data l’ondata di azioni volte a inasprire la legislazione in tutto il mondo, il numero crescente di cause legali contro le aziende e la potenziale minaccia al valore del marchio”.

Ogni azienda dovrà quindi darsi, ricordano dalla coalizione, degli obiettivi misurabili per ridurre l’uso di plastica e allo stesso tempo le imprese dovranno “smettere di fare lobbying” contro le proposte politiche volte a ridurre i rifiuti e l’inquinamento da plastica, tra cui il Trattato globale sulla plastica (che chiede misure vincolanti per ridurre la produzione di questo materiale) e il Regolamento dell’Ue sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio, scrive il Financial Times parlando della missiva.

“Con le crescenti preoccupazioni e la crescente consapevolezza della perdita di biodiversità e del degrado dell’ambiente, l’industria alimentare deve passare a una produzione e un consumo più sostenibili – ha sostenuto a esempio Axa Investment Manager – Un elemento importante di questa transizione è la riduzione della dipendenza del settore dalla plastica. In quanto utilizzatrici intensive di imballaggi in plastica, le aziende di vendita al dettaglio di alimenti e beni di consumo hanno un ruolo chiave da svolgere per apportare un cambiamento scalabile e aumentare la resilienza finanziaria dei loro modelli di business”.

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