Ambiente

Mezzo milione di specie sono “dead walking”

La biodiversità è in pericolo. Lo attesta il rapporto Ipbes, secondo cui i tassi di perdita continuano ad accelerare: il 50% delle specie a rischio potrebbe sparire entro il 2100
Credit: Gaetano Cessati
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27 aprile 2023 Aggiornato alle 14:00

Nei ritmi frenetici delle nostre vite non riusciamo ad accorgerci della velocità preoccupante, che non accenna a diminuire, con cui stiamo perdendo gli altri abitanti del Pianeta. Questa velocità riguarda l’estinzione delle specie: il 50% del milione a rischio, potrebbe sparire entro il 2100.

Significa che ci sono 500.000 specie che non sono ancora estinte, ma lottano contro un drammatico destino che, per via di crisi climatica, inquinamento, attività antropiche e perdita di habitat e biodiversità, le trascina verso il baratro.

Il quadro delle difficoltà in cui oggi versano migliaia di specie in natura è stato di recente tracciato dall’Ipbes, piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici, considerata una delle massime autorità scientifica in tema di biodiversità, che ha presentato l’ultimo rapporto Assessment Report on the Different Value and Valuation of Nature a Roma, nella sede italiana del Parlamento europeo.

Per gli esperti è tempo ormai di parlare di dead species walking, specie definibili quasi come “morti viventi”, dato che se non si invertirà la distruzione e degradazione degli habitat, così come lo sfruttamento di mari, foreste e terreni, già duramente colpiti sia dalla crisi climatica innescata dall’uomo sia dall’invasione delle specie aliene, ci sarà poco da fare per salvarle.

Di questo passo, sostengono infatti da Ipbes, si riducono costantemente le loro probabilità di sopravvivenza nel lungo periodo.“Dall’inizio del XVI secolo in poi, almeno 680 vertebrati, dal dodo al lupo di Sicilia e la tigre di Tasmania si sono estinti, quasi sempre per cause umane.

Almeno il 9% di tutte le specie di mammiferi allevati per l’alimentazione o l’agricoltura sono state portate all’estinzione e almeno 1000 sono minacciate” ricorda la piattaforma intergovernativa sottolineando come oggi “il tasso di estinzione delle specie sta accelerando”.

Il problema, altra cosa di cui ci accorgiamo poco, è che perdere 500.000 specie entro fine secolo potrebbe significare un collasso sistemico anche per l’uomo. Il patrimonio di biodiversità globale è quello che permette una “importante rete di sicurezza a sostegno della vita dell’umanità” perché è proprio la diversità delle specie a fornirci cibo, legno, sequestro di CO2, aria pulita e via dicendo.

Per Ipbes “abbiamo ancora i mezzi per garantire un futuro sostenibile per le persone e il pianeta” ma bisogna fare in fretta, sostengono gli 82 esperti che hanno redatto il rapporto. Nello specifico oggi il 25% delle specie animali e vegetali è minacciato di estinzione. Oltre il 40% delle specie di anfibi, quasi il 33% dei coralli che formano la barriera corallina e dei mammiferi marini sono a rischio di estinzione.

Inoltre la biomassa dei mammiferi selvatici è diminuita dell’82% e un uno studio recente indica che il 94% della biomassa dei mammiferi terrestri oggi viventi sia rappresentata “da esseri umani (36%) e animali domestici (58%)”, mentre almeno il 10% di tutte le specie di insetti è fortemente minacciata.

Inoltre secondo lo studio “negli ultimi cento anni l’abbondanza media di specie autoctone, nella maggior parte degli habitat terrestri, è diminuita di almeno il 20%”.Tutto questo, nonostante passi sotto traccia nelle nostre vite, secondo gli scenari sviluppati dagli scienziati basandosi su dati e modelli ci indica che gli “attuali tassi di estinzioni delle specie in natura sono da 100 a 1.000 volte superiori alla media delle estinzioni della storia del pianeta.

Questi numeri portano a riferire il tempo che stiamo vivendo come sesta estinzione di massa, dopo quelle precedenti causate da eventi cosmici e planetari, tra le quali tutti conoscono quella che portò all’estinzione i dinosauri, 65 milioni di anni fa”.

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