Diritti

Afghanistan: nelle scuole segrete le ragazze sfidano la legge talebana

I fondamentalisti islamici impediscono alle studentesse di frequentare le lezioni, eppure ragazze e insegnanti non si rassegnano e si riuniscono di nascosto per continuare a studiare
Credit: © timsimages.uk
Tempo di lettura 3 min lettura
9 aprile 2023 Aggiornato alle 08:00

Alcune vogliono diventare ingegnere, altre mediche, qualcuna vuole insegnare. Le ragazze afghane non accantonano i loro sogni e nonostante le difficoltà continuano a impegnarsi per realizzarli.

Da quando i talebani sono tornati al governo di Kabul, ad agosto 2021, il diritto alla scolarizzazione femminile è stato ridotto sempre più. L’accesso alle scuole secondarie è stato il primo a essere colpito, con il divieto a più di un milione di ragazze dai tredici ai diciotto anni di tornare a studiare. Lo scorso dicembre il gruppo islamista ha poi annunciato un’ulteriore stretta sulle università, impedendo a circa 90.000 studentesse di completare la propria formazione.

Le afghane però non si sono date per vinte e hanno deciso di organizzare delle scuole segrete per aggirare le imposizioni. I corsi si tengono prevalentemente in abitazioni private, dove ragazze e insegnanti si radunano rischiando l’arresto, come successo il mese scorso a una docente a Kabul. Per limitare i rischi le lezioni durano generalmente un’ora e mezza e sono frequentate da studentesse di diverse età.

Un sistema alternativo e legale è quello portato avanti da Radio Begum, l’unica emittente afghana che trasmette programmi realizzati dalle donne e per le donne. Tra questi ci sono sei ore al giorno dedicate all’insegnamento, che prevedono anche la possibilità per le ascoltatrici studentesse di telefonare alla radio per fare domande.

C’è anche chi prova a sopperire alla mancanza di istruzione con corsi online, ma a causa della scarsità di connessione ed elettricità l’apprendimento virtuale rimane un’opzione poco praticata. Senza contare il fatto che questo tipo di studi non è riconosciuto dal governo.

Con il passare del tempo alcune scuole segrete sono state chiuse, ma l’iniziativa sta andando avanti e secondo il Wall Street Journal anche alcuni funzionari del governo starebbero consentendo alle figlie di frequentare questi corsi clandestini.

I talebani non sono un gruppo monolitico e spesso le divisioni interne vengono sottovalutate, oltre che negate dagli stessi esponenti. Tra di loro c’è a esempio chi riconosce l’importanza dell’istruzione femminile e vuole garantirla alle proprie figlie, sia in patria nelle scuole illegali, sia mandandole a studiare all’estero, soprattutto in Pakistan. In alcune zone nel nord del Paese le scuole hanno potuto rimanere aperte probabilmente proprio grazie alla connivenza dei leader locali.

Alcuni membri del governo hanno rilasciato dichiarazioni ambigue in tal senso, che alcuni analisti hanno interpretato come una critica indiretta al divieto all’istruzione delle ragazze, e questo confermerebbe quanto spesso dichiarato dai talebani, ovvero di non voler proibire alle donne di accedere alla scolarizzazione. Il divieto secondo alcuni sarebbe quindi solamente una misura temporanea per consentire un adattamento graduale del sistema scolastico ai principi islamici.

Il ministro della Giustizia Abdul Hakim Sharayi ha infatti affermato che i corsi di studio devono essere rivisti e conformati ai valori religiosi prima di poter permettere alle ragazze di ritornare a studiare e che i talebani «non sono contrari all’istruzione - ma l’intervento americano ha comportato anche una - invasione ideologica contro la quale è necessario reagire».

Leggi anche
studentesse in Afghanistan
di Anna Menale 5 min lettura
Uguaglianza
di Eloisa Del Giudice 3 min lettura