Ambiente

Divieto diesel e benzina dal 2035: cosa chiede il Governo

I ministri dell’Esecutivo italiano scrivono a Timmermans: “Non accetteremo l’esclusione dei biocarburanti”. Se l’Ue aprirà alle richieste, allora si potrebbe trovare un accordo
Credit: Shubham Dhage
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22 marzo 2023 Aggiornato alle 16:00

Il compromesso sono i biocarburanti.

Se l’Europa fosse pronta a non escluderli e inserirli in apposite categorie per nuove immatricolazioni basate su questo carburante, allora l’Italia potrebbe smetterla di opporsi e dire finalmente di sì al noto divieto Ue che dal 2035 punta allo stop della vendita di auto con motori a diesel e benzina.

Dopo un iter che sembrava ormai destinato a concludersi in tempi brevi, nelle scorse settimane l’Italia, ma anche la Germania, si erano messe di traverso al regolamento europeo sulle auto a combustibili fossili, nato nel tentativo di diminuire in futuro emissioni e inquinanti.

Anche vista l’importante industria italiana dei motori e degli investimenti delle multinazionali dell’Oil & Gas nei biocarburanti, il Governo aveva scelto di opporsi alla crociata europea sugli endotermici.

Nelle ultime ore però, pensando appunto a un’altra filiera italiana in crescita, quella dei biocarburanti, l’Italia ha fatto un passo in direzione di un possibile compromesso, a patto che l’Europa accetti di inserire non solo gli e-fuel (come chiede il Governo tedesco a esempio) ma anche appunto i biocarburanti.

A mettere nero su bianco questa richiesta sono stati scrivono il vicepremier Matteo Salvini e i ministri dell’Ambiente e la Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e dell’Impresa e del Made in Italy, Aldolfo Urso, che hanno inviato a una lettera al vicepresidente della Commissione Frans Timmermans.

“Non accetteremo l’esclusione dei biocarburanti”, scrivono nella missiva i membri dell’Esecutivo italiano chiedendo all’Europa di inserirli nella “neutralità tecnologica”.

“L’Italia è pienamente impegnata nella decarbonizzazione del settore del trasporto e nella riduzione delle emissioni dei veicoli leggeri”, scrivono i ministri ricordando “la necessità di rispettare il principio della neutralità tecnologica per garantire una transizione economicamente sostenibile e socialmente equa verso una mobilità a zero emissioni. Abbiamo proposto il considerando 11 del nuovo regolamento CO2 in buona fede, e ci aspettiamo che la Commissione lo attui ben prima della revisione del 2026, proponendo un atto giuridicamente vincolante. Un impegno in tal senso da parte della Commissione, con l’indicazione di una tempistica, sarebbe molto apprezzato e permetterebbe di concludere positivamente il dossier”.

Dunque per l’Italia ci vuole una definizione di “CO2 neutral fuels” che possa includere anche biocarburanti e idrogeno al pari degli e-fuels.

La partita, che si gioca ora sull’asse Roma-Berlino-Bruxelles, è ancora aperta, ma l’ultima mossa italiana rischia di essere a doppio taglio: potrebbe funzionare, ma bisognerà osservare da vicino come si comporterà la Germania perché se i tedeschi decideranno di smarcarsi, il nostro Paese si troverebbe praticamente solo all’opposizione.

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