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Ius soli: come e dove viene applicato?

In latino significa “diritto basato sull’appartenenza al territorio” e rappresenta una modalità di acquisizione della cittadinanza come conseguenza di essere nati in uno Stato. Ma in quali Paesi esiste?
Credit: Sarah Ardin

Esistono diversi modi di ottenere la cittadinanza nel mondo: uno tra questi è lo Ius soli, il diritto acquisito per chi nasce in un territorio senza contare la cittadinanza dei genitori. Questo metodo di acquisizione della cittadinanza ha fatto e continua a far molto discutere a livello sociale e politico, nei dibattiti dei moderni Stati democratici.

Cosa rappresenta lo Ius soli oggi e come viene applicato?

Ius soli: cos’è e come funziona

Ius soli, termine che deriva dal latino e significa “diritto basato sull’appartenenza al territorio”, è un’espressione giuridica che indica l’acquisizione della cittadinanza di un dato Paese come conseguenza del fatto di essere nati sul suo territorio, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori.

In quasi tutti i Paesi del continente americano viene applicato lo Ius soli in modo automatico e senza condizioni. In Europa, invece, alcuni Stati concedono la cittadinanza tramite Ius soli, ma con alcune condizioni.

Questo tipo di acquisizione ha come conseguenza l’attribuzione dello status di cittadino e, quindi, il pieno riconoscimento di tutti i diritti e doveri che questa condizione comporta. Alla persona vengono riconosciuti i diritti civili come la libertà di pensiero, la libertà personale, di riunione, di religione e ancora la libertà economica; i diritti politici, come la libertà di associazione in partiti e i diritti elettorali, e quelli sociali, come il diritto al lavoro, all’assistenza, allo studio, tutela della salute.

Per chi acquisisce la cittadinanza tramite Ius soli ci sono anche i doveri nei confronti dello Stato, come il dovere del lavoro, per contribuire allo sviluppo materiale o spirituale della propria società; il dovere di votare, difendere la patria, concorrere alla spesa pubblica (quindi pagare le imposte in proporzione alle proprie capacità economiche).

Ius soli: differenza con Ius sanguinis

Lo Ius soli solitamente si contrappone allo Ius sanguinis (o “diritto del sangue”), che vige oggi in Italia e che indica invece la trasmissione ai figli della cittadinanza del genitore, sulla base della discendenza e non del luogo di nascita. La legge 91 del 1992 indica il principio dello Ius sanguinis come unico mezzo di acquisizione della cittadinanza a seguito della nascita, mentre lo Ius soli è al momento limitato, per esempio, ai figli di ignoti, di apolidi.

Altri modi per acquistare la cittadinanza sono la Iure communicatio, ossia la trasmissione all’interno della famiglia da un componente all’altro, come a esempio con il matrimonio, il riconoscimento o la dichiarazione giudiziale di filiazione, l’adozione. Esiste anche lo Ius culturae, descritto dal Ddl 2092, che prevede che i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni di età possano diventare italiani dimostrando di aver frequentato regolarmente almeno 5 anni di percorso formativo. Possono essere uno o più cicli scolastici, oppure corsi di istruzione professionale triennali o quadriennali che diano una qualifica. Nel caso sia la scuola primaria, deve essere completata.

Ius soli in Italia: a che punto siamo

In Italia, secondo la Legge n.91 del 05.02.1992, esiste una forma estremamente temperata dello Ius soli, l’articolo 4 comma 2 che afferma: “lo straniero che sia nato in Italia può divenire cittadino italiano a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età e dichiari, entro un anno dal compimento della maggiore età, di voler acquistare la cittadinanza italiana”.

Ci si può avvalere di questo diritto presentando una dichiarazione di volontà all’Ufficio di Stato Civile del proprio Comune di residenza. Nel caso in cui una persona, pur essendo nata in Italia, non abbia avuto la residenza in modo continuativo dalla nascita ma sia stata residente nel Paese almeno per 3 anni, al compimento dei 18 anni può presentare l’istanza presso la Prefettura con tutta la documentazione necessaria.

Inoltre, in applicazione dell’art.1 della stessa legge, in Italia lo Ius soli trova applicazione in altri casi come la nascita sul territorio italiano da genitori ignoti oppure apolidi; la nascita sul territorio italiano da genitori stranieri impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello Stato di provenienza; è considerato cittadino per nascita il figlio di ignoti trovato nel territorio della Repubblica, se non venga provato il possesso di altra cittadinanza.

Quali Paesi prevedono lo Ius soli?

Nonostante lo Ius soli sia applicato in tantissimi Paesi, le differenze sociali e culturali hanno inciso molto su questo meccanismo di acquisizione della cittadinanza.

Secondo l’Osservatorio Internazionale sulla Cittadinanza, in Ue non esiste uno Ius soli illimitato e circa il 31% degli Stati ne conosce forme temperate. La situazione non è molto diversa anche in altri continenti:

- in Africa il 4% degli Stati prevede lo Ius soli assoluto e solo il 31% lo Ius soli temperato;

- in Asia solo il 2% degli Stati conosce lo Ius soli assoluto, mentre il 29% applica lo Ius soli temperato e la restante parte non conosce affatto lo Ius soli

- negli Stati Uniti lo Ius soli assoluto è una solida realtà visto che oltre l’83% degli Stati lo applica, mentre solo il 14% adotta una versione temperata; il XIV emendamento della costituzione statunitense, infatti, prevede che chiunque nasca sul territorio e sia soggetto alla sua giurisdizione, fatta eccezione quindi per personale del corpo diplomatico ed eventuali truppe straniere d’occupazione, ne è automaticamente cittadino.

- l’Europa applica una forma temperata dello Ius soli. In Germania, così come accade in altri Paesi, lo Ius soli convive con lo Ius sanguinis; in Gran Bretagna viene adottata una versione di Ius soli temperato più elastico rispetto a Germania o Italia. L’unica condizione necessaria, infatti, è oltre a nascere sul territorio britannico, che almeno uno dei genitori abbia il regolare permesso di soggiorno a tempo indeterminato. La versione dello Ius soli portoghese è particolare: qui il riconoscimento della cittadinanza dalla nascita è subordinato a due condizioni: rilascio da parte di uno dei genitori di una dichiarazione con cui si dice di voler diventare cittadini portoghesi e che almeno uno dei genitori risieda regolarmente nel territorio per almeno 24 mesi. In Francia esiste lo Ius soli temperato: chi nasce in questo territorio, al raggiungimento della maggiore età può diventare cittadino francese se i genitori hanno regolare permesso di soggiorno oppure nel caso in cui la persona abbia risieduto in Francia per almeno 5 anni al momento del compimento della maggiore età.

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