Ambiente

Riciclo di batterie elettriche, una scommessa tutta italiana

Il nuovo studio di Motus-E, Strategy& e Politecnico di Milano mostra che la Penisola potrebbe, grazie al recupero di nichel, cobalto e litio, ottenere ricavi fino a 600 milioni di euro
Credit: Transportenvironment.org
Tempo di lettura 3 min lettura
6 marzo 2023 Aggiornato alle 07:00

L’Italia che guarda al futuro a energie pulite non deve sottovalutare una grande possibilità: recuperare e guadagnare dal riciclo delle batterie dei veicoli elettrici.

Un nuovo studio di Motus-E, Strategy& e Politecnico di Milano, stima infatti che potrebbero essere poco più di 6 miliardi di euro, al 2050, i ricavi generati in Europa dalla vendita di nichel, cobalto e litio riciclati e per l’Italia ci sarebbe una fetta importante, ipotizzata tra i 400 e i 600 milioni di euro, con una marginalità di circa 300 milioni.

Quello che suggerisce il report appena pubblicato è che il nostro Paese ha tutte le potenzialità per inserirsi in un business in grado di dare vita a una nuova filiera industriale, dato che ha già esperienze importanti nel riciclo e nell’economia circolare.

In un futuro in cui per esempio dal 2035 potrebbe scattare lo stop di nuove auto a diesel e benzina, avremo sempre più a che fare con le batterie delle auto elettriche e di conseguenza più il parco elettrico circolante crescerà, più ci saranno opportunità di riciclo di minerali e metalli.

Inoltre, a favorire questo mercato ci sono i nuovi target Ue sul contenuto minimo di riciclato nelle batterie dei veicoli elettrici: al 2050 lo studio stima circa 3,4 milioni di tonnellate di batterie a fine seconda vita pronte per essere riciclate in Europa, a fronte di una capacità di riciclo che non supera oggi le 80.000 tonnellate all’anno.

I ricercatori indicano inoltre che la filiera del riciclo genererà nuovi posti di lavoro, benefici economici e ambientali e nuove possibilità di indipendenza rispetto all’estrazione e la lavorazione delle materie prime. «I risultati di questo studio sono l’esempio dell’approccio che come Paese dobbiamo avere nei confronti della transizione all’elettrico. - ha detto il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso - Le competenze ingegneristiche dell’Italia sono riconosciute in tutto il mondo, con le giuste politiche industriali possiamo metterle a frutto e diventare leader in molti ambiti della mobilità elettrica, come appunto il riciclo delle batterie. Si tratta di opportunità per rilanciare economia e occupazione che non possiamo regalare ad altri Paesi, ma bisogna essere veloci se vogliamo coglierle e sfruttarle appieno».

«La creazione di una catena del valore circolare per le batterie è fondamentale per sfruttare il valore immagazzinato nella loro capacità residua e nei componenti che le compongono - ha aggiunto Massimo Leonardo di Strategy& - oltre alla sostenibilità, l’interesse degli attori coinvolti rispetto a questo tema è incentivato dalle sinergie presenti tra le attività di produzione e utilizzo e gestione del fine vita. Affiancare la produzione di batterie al riciclo degli scarti permette ai produttori italiani ed europei di riutilizzare la materia prima seconda derivata dai loro stessi rifiuti, e soddisfare i requisiti imposti dalle normative europee. Allo stesso modo, le case automobilistiche possono identificare le soluzioni ottimali per dare nuova vita alle batterie di cui conoscono design e caratteristiche, e usufruire delle loro reti di concessionari per la raccolta. Gli attori in grado di sfruttare fin da subito queste sinergie godranno di un forte vantaggio competitivo».

Leggi anche
Rifiuti
di Alexandra Suraj 4 min lettura
Rifiuti
di Alessia Ferri 3 min lettura