Economia

Il problema del nichel che preoccupa Elon Musk

Con lo scoppio della guerra in Ucraina, il prezzo di questo metallo è salito alle stelle. Mettendo a rischio il sogno del fondatore della Tesla di produrre automobili elettriche più convenienti
Tempo di lettura 3 min lettura
11 marzo 2022 Aggiornato alle 21:00

Mentre buona parte dell’economia in Europa è preoccupata per gli effetti dell’invasione russa in Ucraina, soprattutto l’approvvigionamento del gas, i prezzi di carburanti e materie prime, dall’altra parte del mondo il Ceo di Tesla Elon Musk teme qualcos’altro: l’assenza di nichel.

Con la Russia terzo produttore mondiale dopo Indonesia e Filippine, il prezzo di questo elemento oggi fondamentale per le batterie elettriche e le componenti delle auto, oltre che per tantissimi altri usi, è schizzato alle stelle dopo l’avvio del conflitto.

Oggi dovevano riaprire le contrattazioni al London Metal Exchange, ma i criteri per poterle riavviare non sono ancora stati giudicati soddisfacenti dicono gli esperti, dopo che in soli due giorni il prezzo del nichel è schizzato a +250%. Martedì scorso i prezzi sono aumentati di oltre 100.000 dollari a tonnellata (prima era 20mila) a causa di una copertura corta nell’approvvigionamento di questo materiale, visto che i russi sono appunto fra i più importanti produttori mondiali e oggi sanzionati dall’Occidente.

Da anni, Elon Musk professa come un mantra una frase: «Trovatemi più nichel». Conosce quanto sia fondamentale per lo sviluppo del suo sogno, quello di auto elettriche Tesla più convenienti, economiche e alla portata di tutti, e oggi le prime reazioni della sua azienda sembrano dimostrare una concreta interruzione di questo desiderio. Alcuni modelli di Tesla, anche per far fronte alla crisi del nichel, sono saliti di prezzo in listino. È il primo aumento di prezzo deciso quest’anno dall’attuale leader mondiale delle auto elettriche. A far tenere temere il visionario Musk, le sanzioni occidentali decise nei confronti di Mosca, che impedirebbero alla Russia di esportare la sua produzione.

Le risorse di nichel nel mondo, elemento che si trova nel suolo, secondo alcune stime potrebbero durare come riserve sfruttabili ancora per altri 150 anni, ma esiste comunque un possibile problema di approvvigionamento nell’attuale contesto.

Da una parte infatti ci sono i limiti della Russia, dall’altra quelli dell’Indonesia, che potrebbe decidere di rallentare le esportazioni per implementare l’uso interno di quello che è un materiale duttile, malleabile, ottimo conduttore di calore ed elettricità, usato dalle monete ai telefonini, sino appunto all’uso fondamentale nelle superleghe destinate ad auto elettriche (per esempio nelle batterie) o soprattutto per la preparazione dell’acciaio inossidabile inox.

Per l’Indonesia preoccupa, come altrove, anche la questione ambientale, dato che il nichel indonesiano ha un’alta impronta di carbonio nei suoi processi estrattivi e di gestione degli scarti.

A scatenare più di un timore per Musk potrebbe essere però l’impiego del nichel necessario per la diffusione delle auto elettriche e di un mercato più alla portata dei cittadini. In media una Tesla a zero emissioni necessita per una batteria da 60kWh di circa 47 chili di nichel. Con gli aumenti del prezzo di questo elemento però abbassare i costi delle batterie Tesla, così come quelle di altre elettriche per agevolare la via dell’elettrificazione e della transizione ecologica, potrebbe diventare sempre più complesso, tenendo conto che anche quelli di altri elementi come litio e cobalto erano già in crescita da prima del conflitto.

Leggi anche