Ambiente

La mappa per sapere dove (e con chi) costruire una comunità energetica

Pubblicato il primo strumento interattivo per scoprire a quale cabina primaria fare riferimento per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia. Ti spieghiamo come funziona
Credit: Via e-distribuzione.it.
Tempo di lettura 3 min lettura
2 marzo 2023 Aggiornato alle 08:00

Eccola, la mappa. Nel fermento di questi giorni in cui sembra finalmente sbloccarsi la situazione che permetterà l’espansione delle comunità energetiche rinnovabili in Italia - con il decreto del Mase già inviato alla Commissione Ue e in attesa del via libera dall’Europa - si aggiunge un altro tassello importante che può agevolare tutti i soggetti interessati a dar vita a una Cer nello Stivale.

Sul sito di e-distribuzione è stata infatti pubblicata da poche ore una carta interattiva che può aiutare gli italiani a comprendere le opportunità delle Cer a seconda di dove vivono: aziende e privati possono infatti digitare un indirizzo e scoprire a quale cabina primaria allacciarsi e di conseguenza sapere assieme a quali altri soggetti o realtà, nello stesso luogo, possono dar vita a una comunità energetica.

Facciamo un esempio: se digitiamo sul sito l’indirizzo della redazione de La Svolta, via Bensi a Milano, sulla mappa interattiva appare un’area colorata che è quella convenzionale corrispondente alla comunità energetica più vicina.

L’area, che in questo caso riguarda per esempio Cesano Boscone o parte della zona di Corsico, è contraddistinta da un codice alfanumerico (AC00101350) che servirà come identificativo per tutti coloro che vivono in un determinato perimetro e, condividendo la stessa cabina primaria, vogliono mettersi “in rete” attraverso una comunità energetica.

Restano, fra le criticità, alcuni casi “limite”: per esempio quello relativi a Comuni vicini che però condividono le stesse cabine primarie (che talvolta tagliano in due i territori), e in tal senso sono attesi miglioramenti, specifiche e chiarimenti da parte del Gse, il Gestore dei servizi energetici, affinché chi si ritrova in queste condizioni possa sapere come comportarsi.

Al netto di questi dubbi che si spera vengano presto chiariti, da oggi ogni cittadino può concretamente organizzarsi sul territorio sapendo dove e con chi si può iniziare a creare un percorso per l’autoconsumo collettivo e l’autoproduzione di energia.

Inoltre, sul sito di e-distribuzione, vengono ricordati anche i requisiti principali per accedere alle incentivazioni previste: “Gli azionisti o i membri possono essere persone fisiche, piccole o medie imprese (Pmi), così come enti territoriali o autorità locali, a condizione che, per le imprese private, la partecipazione alla comunità di energia rinnovabile non costituisca l’attività commerciale e industriale principale” e “i punti di connessione facenti parte della configurazione devono essere ubicati nella porzione della rete di distribuzione sottesa alla stessa cabina primaria, secondo le mappe definite dai distributori” così come “possono essere inclusi impianti di produzione alimentati da fonti rinnovabili con potenza fino a 1 MW”.

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