Economia

Recovery Fund: l’Italia ha bisogno di 1 anno in più

I pagamenti dovrebbero terminare nel 2026 ma, come ha spiegato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il primo anno del fondo è stato stravolto dalla guerra in Ucraina
Giancarlo Giorgetti
Giancarlo Giorgetti Credit: ANSA/FABIO FRUSTACI
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15 febbraio 2023 Aggiornato alle 20:00

Il ministro dell’economia e della finanza Giancarlo Giorgetti ha dichiarato che è arrivato il momento di essere realistici e iniziare ad analizzare come il conflitto in Ucraina sta influenzando le proiezioni dei costi fatte sul Recovery Fund, di cui l’Italia è uno dei più grandi beneficiari.

Che cos’è il Recovery Fund e come funziona?

Dopo la forte crisi economica, causata dalla pandemia, la Commissione Europea ha messo a punto il Recovery Fund, uno strumento con il quale sono stati stanziati 800 miliardi di euro per la crescita economica e lo sviluppo sostenibile dell’economia Ue. La traduzione in italiano di “Recovery Fund” è “Fondo di Recupero”: si tratta infatti proprio di uno strumento per direzionare le risorse finanziarie europee a favore degli Stati membri, i quali possono utilizzare questi fondi per realizzare una serie di interventi in linea con le priorità individuate dalla Commissione Europea.

Tutti i Paesi erano tenuti alla pianificazione di un Pnrr - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza - all’interno del quale sono indicati gli interventi, le riforme e gli investimenti che ogni Stato vuole effettuare per il rilancio dell’economia. Il Piano italiano si articola in 6 missioni principali: digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione. Finora l’Italia ha ottenuto 3 esborsi - quasi 67 miliardi di euro - su un totale di 200 miliardi messi a disposizione dall’Unione europea.

Più tempo per il Recovery Fund

Secondo gli accordi europei, gli esborsi del Recovery Fund dovrebbero terminare nel 2026 ma, nei giorni scorsi, il ministro Giorgetti ha dichiarato che, a causa della guerra, il primo anno del fondo è stato completamente stravolto e che per mettere in atto i nuovi piani del Governo - soprattutto sotto il punto di vista energetico - ci sarebbe bisogno di almeno un anno in più, rispetto a quelli già prestabiliti.

Questo concetto è stato ribadito anche da Giorgia Meloni, che ha sottolineato come il Pnrr italiano abbia bisogno di alcuni cambiamenti, conseguenti allo scoppia della guerra. Con l’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime, il Governo si è detto pronto a fare dei tagli su progetti meno importanti: l’idea è quella di riorganizzare il piano degli investimenti, stilato quasi 2 anni fa e in un contesto globale che era completamente differente da quello di oggi.

Se non si facessero questi controlli, si rischierebbe di mettere in atto misure che oggi sono meno prioritarie, dice il ministro dell’economia. Uno dei cambi su cui spinge particolarmente è la realizzazione del Piano Mattei, il cui obiettivo è consolidare la diversificazione delle forniture per arrivare piano paino a una totale eliminazione del gas russo, e far diventare l’Italia hub energetico del Mediterraneo.

L’obiettivo, ha spiegato Meloni, è realizzare un piano che renderà l’Italia più sostenibile attraverso l’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili, la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e la riduzione dei consumi. Nonostante questo, sarebbe molto difficile allungare la data “di scadenza” del fondo, soprattutto perché comporterebbe la riapertura degli accorti già chiusi tra gli stati membri Ue.

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