Economia

Investimenti sostenibili, a che punto siamo?

Secondo l’ultimo report Consob, il 48% dei risparmiatori italiani è disposto a investire in prodotti finanziari sostenibili Esg solo in cambio di rendimenti pari o superiori a quelli offerti da prodotti non sostenibili
Credit: Dynamic Wang
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13 febbraio 2023 Aggiornato alle 20:00

Sostenere la transizione verso la neutralità climatica, come prefissato dalla Commissione europea nel piano del Green Deal, lo sappiamo, è necessario.

Ma qual è il fabbisogno finanziario richiesto per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso?

Come stimato, una riduzione del 55% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990 necessita di investimenti che superano i 4.000 miliardi entro il 2030. Una cifra del genere può essere raggiunta solo con il contributo del settore privato, di cui è perciò fondamentale convogliare l’interesse nel finanziamento della transizione verde.

È sulle scelte di investimento delle famiglie italiane che si fonda l’ottavo rapporto Consob, basato sulle evidenze raccolte nell’indagine condotta tra giugno e luglio 2022 da GfK Italia, rivolta a un campione rappresentativo di 1.436 investitori italiani, dichiaratisi cioè in possesso di almeno un’attività finanziaria.

Sono stati analizzati, così, interesse, conoscenza ma anche rischi e perplessità in materia di investimenti, ponendo particolare attenzione all’ambito della finanza green.

Ciò che ne emerge, in tal senso, è una maggiore attitudine dei giovani, delle donne, e degli investitori più abbienti e finanziariamente informati, a optare per scelte di investimento rispettose dell’ambiente.

Investimenti sostenibili che, se detenuti solo dall’11% del totale degli intervistati, raggiungono il 17% quando mediati da consulenza finanziaria.

Il 15% degli italiani (nel 2021, era il 17%) si dichiara disponibile a investire in prodotti finanziari sostenibili Esg (Environmental, social, governance) anche a patto di accettare performance finanziarie più̀ ridotte, mentre il 48% dei risparmiatori rivela di essere disposto a farlo solo in cambio di rendimenti pari o superiori rispetto a quelli offerti da scelte di investimento non sostenibili.

Mentre il 57% degli intervistati considera la possibilità di modificare le proprie scelte finanziarie da qui al 2024, il 17% si dichiara, invece, del tutto disinteressato ai temi della finanza sostenibile, contro il 13% del 2021.

Dati in leggero calo, che focalizzano l’attenzione sulla necessità di incrementare l’interesse degli investitori negli strumenti finanziari green, ma in che modo?

Innanzitutto, riducendo i timori dei risparmiatori e promuovendone la consapevolezza finanziaria, ancora troppo carente in Italia.

Nel nostro Paese, infatti, il già basso livello di alfabetizzazione finanziaria raggiunge quote ancora più esigue e preoccupanti quando si parla di investimenti sostenibili, rappresentando così un enorme deterrente nelle scelte di finanza verde.

Inoltre, come sottolineato dal commissario Consob Chiara Mosca il 7 febbraio 2023, durante il convegno “Investimenti sostenibili. Conoscenze, attitudini e scelte degli investitori italiani”, questi ultimi si dichiarano fortemente spaventati dai rischi legati al greenwashing, inteso come diffusione di informazioni errate relativamente alle caratteristiche di sostenibilità di prodotti e servizi.

Tra gli obiettivi prioritari delle autorità di regolamentazione globali rimane, perciò, la necessità di contrastare tale pratica, al fine di tutelare la fiducia degli investitori (o potenziali tali).

Fiducia che si rivela essere fondamentale per ottenere un maggiore e sempre più efficace sviluppo del mercato degli investimenti connotati da caratteristiche di sostenibilità, di cui l’economia, ma anche e soprattutto l’ambiente, hanno bisogno, e in tempi brevi.

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