Ambiente

Glacier and Students: Italia e Pakistan avviano un progetto di monitoraggio dei ghiacciai

I 2 Paesi collaboreranno a un inventario delle 7.200 torri d’acqua congelate sulla catena montuosa Karakorum, per stimare le risorse idriche dello Stato asiatico e gli impatti della crisi climatica
Credit: Davide Cantelli
Tempo di lettura 4 min lettura
9 aprile 2023 Aggiornato alle 19:00

Dopo l’Artide, il Pakistan è il luogo dove si concentra la maggior parte dei ghiacciai del mondo.

Questo patrimonio però è a rischio a causa della crisi climatica, con possibili conseguenze anche sulle forniture d’acqua alle quali accedono migliaia di persone. Per questo Islamabad, la capitale del Pakistan, collaborerà con l’Italia per realizzare un inventario di tutte le 7.200 torri d’acqua congelata sulla catena montuosa Karakorum, la più grande riserva d’acqua dolce dell’Asia.

Il Progetto, da 1,1 milioni di euro, si chiama Glacier and students- A Scientific-based approach to monitor climate and glaciers in Pakistan Mountain Regions to Support Hydrogeological Risk Prevention. Tra gli organi coinvolti ci sono l’Associazione Ev-K2, l’Agenzia per lo sviluppo dell’Onu (Undp), Cooperazione italiana, Asi, Università di Cagliari e Milano, Università, il ministro degli Affari Esteri italiano e le istituzioni pakistane.

Il monitoraggio si svolgerà nella regione montuosa del Gilgit Baltisan, attraversata dal fiume Indo. Nonostante i ghiacciai siano una delle risorse più importanti del territorio, ci sono ancora poche informazioni sul loro stato di salute, soprattutto a causa della mancanza di competenze e tecnologie specifiche. Questo rende quindi difficile conoscere gli effetti attuali della crisi climatica e prevedere quelli futuri.

L’obiettivo di Glacier and Students è consegnare al Pakistan nuove tecnologie di remote sensing per mappare le torri d’acqua e stimare le risorse idriche del Paese. I ghiacciai della zona infatti alimentano l’Indo e sono fondamentali per l’agricoltura, la produzione energetica e gli usi quotidiani dell’acqua per gli oltre 200 milioni di persone che vivono nella regione.

L’inventario consentirà anche di attivare un sistema di prevenzione dei rischi di dissesto idrogeologico, anche alla luce del fatto che le montagne si stanno riscaldando più velocemente rispetto al resto della Terra: le temperature sulle cime dell’Himalaya, per esempio, sono aumentate di quasi 3,6 gradi Fahrenheit (2 gradi Celsius) dall’inizio del secolo. La media del Pianeta è invece di solo 1,8 gradi Fahrenheit circa (1 grado Celsius).

In particolare, il progetto italo-pakistano lavorerà per evitare i Glof (Glacial lake outburst flood), cioè fenomeni di sfondamento dei laghi glaciali nelle aree montane. Le loro condizioni saranno valutate e tenute sotto stretta osservazione. Quando la neve accumulata nei bacini ad alta quota si scioglie lentamente riempie gradualmente i corsi d’acqua, ma se questo processo avviene più velocemente può avere effetti distruttivi. Per questo sarà messo in campo anche un sistema di allerta per le inondazioni, che nel 2022 hanno duramente colpito le pianure con oltre 1.200 morti, un milione di abitazioni distrutte e 468 mila sfollati.

Come suggerisce il nome del progetto, le università di Roma e Islamabad saranno coinvolte attivamente nelle attività di monitoraggio previste da Glacier and Students e per gli studenti sarà progettato un programma di formazione e sviluppo delle competenze dedicato. L’obiettivo infatti è gettare le basi per un progetto di ricerca a lungo termine.

Inoltre il monitoraggio è un banco di prova per altri progetti che potrebbero essere finanziati per studiare gli oltre 20.000 ghiacciai, laghi ad alta quote, cumuli di neve e zone umide presenti sulla Terra e che sostiene circa 1,6 miliardi di persone.

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