Ambiente

Comunità energetiche, tiriamo le somme

Dal Pnrr pronti 2.2 miliardi per i sistemi di autoconsumo pensati per decarbonizzare. Il decreto con i criteri di concessione dei benefici statali è al vaglio della commissione Ue. Atteso l’ok non prima di marzo
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27 gennaio 2023 Aggiornato alle 07:00

Le rassicurazioni giungono dal governo: ci si muove a tappe forzate verso l’implementazione delle rinnovabili e dunque delle comunità energetiche (Cer).

A dirlo, in rapida successione, sono il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, e la viceministra Vannia Gava, intervenuti pubblicamente sul tema.

Obiettivo dell’esecutivo, hanno riferito, è il raggiungimento dell’indipendenza energetica. Motivo che spinge a scommettere sulla diffusione delle comunità, ossia i sistemi di autoconsumo collettivo e individuale a distanza, anche grazie ai fondi del Pnrr.

Delle comunità energetiche rinnovabili, in Italia, si parla da tempo.

In un dibattito cresciuto contestualmente alla loro proliferazione nel Nord Europa, prima dell’introduzione sul suolo nazionale. Le Cer sono gruppi di soggetti - privati cittadini, piccole e medie imprese, autorità locali o soggetti consorziati, oltre a diversi enti - uniti in una rete locale che genera e condivide energia prodotta da fonti rinnovabili, allo scopo di svincolarsi dai grandi produttori.

Tra i vantaggi anche la possibilità di un assottigliamento dei costi energetici, grazie al meccanismo di incentivi pubblici previsti dal decreto legislativo 199/2021, recante l’attuazione della direttiva Ue n.2001/2018 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. E le misure, ora allo studio, da finanziare con il Pnrr.

Proprio il decreto del novembre 2021 ha disposto i principi e le modalità per il coordinamento tra gli strumenti di incentivazione previsti dal decreto legislativo stesso e quelli del Pnrr: 2.2 miliardi di euro che il piano pensato per la ripresa del post-pandemia mette a disposizione per l’implementazione delle comunità sul suolo nazionale.

L’obiettivo è fissato: diffondere la sperimentazione dell’auto-produzione di energia nei piccoli comuni, individuando pubbliche amministrazioni, famiglie e microimprese beneficiarie così da sostenere l’economia di centri spesso a rischio di spopolamento, e rafforzarne la coesione sociale.

Il piano si muove dunque nella direzione di ottenere impianti a fonti rinnovabili con potenza di almeno 200 kW nei comuni con popolazione sotto i 5.000 abitanti. E fornire sostegno alle stesse comunità consentendo l’installazione di almeno 2000 MW di capacità aggiuntiva da fonti rinnovabili, per una produzione indicativa di 2.500 GWh/anno, accoppiati a sistemi di stoccaggio dell’energia.

Ora il decreto che individua criteri e modalità per la concessione degli incentivi elaborato dal Ministero è al vaglio della direzione Concorrenza della Commissione Ue, dove si prevede un transito di almeno un mese e mezzo: solo dopo – dunque, non prima di marzo – sarà possibile vedere le nuove comunità.

Intanto il ministro Pichetto Fratin, intervenendo a L’Aquila al convegno “Energia per la crescita. Una scelta di comunità”, organizzato dall’amministrazione del capoluogo abruzzese, ha ricordato il risultato conseguito ai tavoli europei: l’autorizzazione alla conversione di parte dei 2.2 miliardi del Pnrr, una fetta del 40%, in risorse a fondo perduto per i comuni sotto i 5.000 abitanti.

La restante porzione sarà sotto forma di prestito. «Lo scopo fondamentale – ha spiegato Pichetto – è liberalizzare la produzione di energia rendendo coscienti gruppi di persone che produrre energia può rendere un contributo al Paese e a sé stessi, alla propria famiglia e impresa, perché grazie all’autoproduzione abbiamo un prezzo più basso». Il Piano dovrebbe prevedere incentivi pari a 110 euro a mW/h, con un premio di 4 euro per le comunità stanziate al Centro e 10 euro al Nord, stanti i livelli d’insolazione differenti.

Ma c’è attesa per capire come e quanto il Pnrr possa influire sulla diffusione di queste misure tarate sull’obiettivo di una progressiva decarbonizzazione. E una risposta si avrà solo nei prossimi mesi.

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