Ambiente

Rinnovabili: l’Italia accelera

Il report di EY - Recai - Renewable Energy Country Attractiveness Index - sulla capacità di attrarre gli investimenti per sviluppare energie “green” attesta che la Penisola è passata dal 15° al 12° posto nella classifica mondiale
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21 dicembre 2022 Aggiornato alle 17:00

Un momento positivo si delinea per l’Italia secondo un recente report di EY, intitolato “Recai - Renewable Energy Country Attractiveness Index”, che misura la capacità delle nazioni di attrarre gli investimenti adeguati per sviluppare le energie rinnovabili. Nel corso degli ultimi 6 mesi il Paese ha migliorato la propria posizione, passando dal 15° al 12° posto nella classifica mondiale basata sulle prime 40 nazioni.

Una svolta importante, soprattutto in un contesto che richiede un’accelerazione generale delle politiche per contrastare la crisi climatica-ambientale: «La transizione energetica rappresenta un tema centrale e prioritario soprattutto alla luce delle sfide significative che tutto il mondo, e in particolare l’Italia, deve affrontare. Questo si riflette negli impegni assunti per accelerare l’adozione di fonti di energia rinnovabile e ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas. Nella presente edizione del Recai, il nostro Paese si afferma come un attore protagonista nel palcoscenico europeo, grazie alla ricchezza di energie rinnovabili (fonte idrica, solare ed eolica), agli ambiziosi target di crescita (necessari per raggiungere rapidamente la decarbonizzazione e una maggiore indipendenza energetica) e, nel contesto attuale, ai generosi prezzi del mercato all’ingrosso», ha dichiarato Giacomo Chiavari, Europe West Strategy and Transaction Energy Leader di EY.

La crescita dell’attrattività italiana è stata favorita da un mix di fattori, fra cui gli incentivi previsti dalla bozza del “Decreto FER 2”, lo sviluppo di 5 GW di eolico offshore tramite la realizzazione del primo impianto eolico offshore fra il 2023 e il 2026, e l’aumento delle installazioni e dei progetti legati all’eolico e al fotovoltaico, con una crescita registrata rispettivamente del 3% e del 6% delle varie pipeline.

Questi passi avanti però dovranno inquadrarsi in una strategia generale di più ampio respiro, secondo il parere di Sergio Nicolini, responsabile Energia per Ernst & Young West Europe: «Per garantire gli stoccaggi del 2023 e ridurre i costi dell’energia sarà necessario implementare in maniera strutturale come Paese, aziende e persone le tre direttrici del piano europeo REPowerEU; consolidare la crescita delle rinnovabili; ampliare la diversificazione delle fonti tradizionali; adottare strumenti e tecnologie in grado di migliorare l’efficienza energetica, definendo una soluzione strutturale e sostenibile alla crisi, alla sicurezza e al fabbisogno energetico».

A livello mondiale la classifica di EY è dominata dagli Stati Uniti, che mantengono la prima posizione grazie all’Inflation Reduction Act promosso dall’amministrazione Biden, seguiti poi dalla Cina e diversi Paesi europei fra cui Germania, Regno Unito, Olanda, Spagna e Grecia.

La combinazione delle risposte politiche, fra crisi energetica e crisi climatica, dovrebbe portare a un ulteriore miglioramento della posizione italiana nei prossimi anni, spinto anche dalla maggioranza dei cittadini (il 55%) che chiedono di accelerare la transizione ecologica verso le fonti rinnovabili.

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