Culture

Accra: apre la più grande biblioteca fotografica africana

Sogno dell’artista Paul Ninson, il Dikan Center raccoglie più di 30.000 volumi e sarà un centro di aggregazione culturale per i giovani amanti della fotografia
Credit: Via instagram.com. Profilo @pnison
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24 gennaio 2023 Aggiornato alle 22:00

Paul Ninson è un fotografo ghanese che nel 2021 è stato ritratto per il progetto Humans of New York.

In quell’occasione aveva parlato per la prima volta della sua esperienza di fotografo costretto a emigrare per seguite la sua passione e del suo sogno di fondare una grande libreria fotografica in Ghana, per permettere ai giovani fotografi come era stato lui di accedere a materiale fotografico di artistƏ africanƏ.

«Ogni giorno dopo le lezioni andavo alla New York Public Library - ha raccontato - Era il mio posto preferito in città. Non potevo credere a quanto fosse grande; c’erano tutti i libri del mondo. In Ghana non ero riuscito a trovare un solo libro di fotografia mentre lì c’erano interi volumi con nient’altro che foto del Ghana. Quando studiavo per diventare fotografo questi libri mi avrebbero aiutato moltissimo. Ma erano a migliaia di chilometri di distanza, su questi scaffali. Per me non aveva senso. Ogni settimana prendevo lo stipendio. Metà lo mandavo a casa e con il resto andavo nelle librerie di seconda mano e compravo libri di fotografia africana. Li avrei riportati a casa con me così lƏ altrƏ giovani fotografƏ avrebbero avuto qualcosa da studiare».

Quello che nel 2021 sembrava solo un sogno oggi Paul Ninson lo ha realizzato, e alla fine di dicembre dello scorso anno ha aperto ad Accra la più grande biblioteca fotografica di tutto il continente africano.

Il Dikan Center raccoglie più di 30.000 libri che Ninson ha raccolto durante i suoi anni a New York, ma è molto di più di una semplice biblioteca. Ospita infatti anche uno studio fotografico, delle aule per corsi e workshop e uno spazio per mostre che attualmente è occupato dal progetto Ahennie, del fotografo Emmanuel Bobbie mancato nel 2021 e da alcune foto dello stesso Ninson.

Inoltre il centro mette a disposizione una borsa di studio per doumentaristƏ e artistƏ visuali africanƏ.

Il progetto è stato realizzato grazie a una campagna di crowdfunding iniziata da Brandon Stanton, il fondatore del progetto Humans of New York e mentore di Ninson.

Il Dikan Center è un tassello molto importante nel processo di decolonizzazione della cultura.

«Vedevo foto dell’Africa, e storie sull’Africa, ma tutto era fatto da giornalistƏ stranierƏ», ha raccontato Ninson.

Il bisogno di rappresentazione è alla base del suo progetto. L’Africa Occidentale ha infatti una lunga storia di fotografia, che parte dalla metà dell’800 con l’arrivo della colonizzazione, e ci sono moltƏ artistƏche si sono fattƏ strada e hanno saputo raccontare la storia del continente dal proprio punto di vista.

Tra questƏ i maliani Seydiu Keita e Malick Sidibé e il fotoreporter ghanese James Barnor, il primo a fondare un laboratorio di stampa a colori.

Ninson recupera questa tradizione e la offre aƏ giovani africanƏ che oggi vogliono avvicinarsi alla fotografia e renderla il proprio mezzo espressivo e la propria professione.

La sua esperienza gli ha insegnato quanto è ingiusto che lƏ aspirantƏ fotografƏ del continente debbano essere costrettƏ a lasciare il proprio Paese per poter studiare arti visuali.

«Non ci sarà un altro Paul Ninson - ha affermato a Humans of New York - costretto a lasciare la propria casa solo per imparare a raccontare delle storie. TuttƏ saranno benvenutƏ al Dikan. Non ci sarà nessunƏ lasciatƏ al cancello. NessunƏ sarà troppo poverƏ o con troppa poca esperienza per poter imparare a fotografare».

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