Diritti

Spagna: passo storico per i diritti delle persone trans

Il disegno di legge passato oggi alla Camera consente ai ragazzi e alle ragazze di più di 16 anni di cambiare il genere sulla propria carta d’identità senza un parere medico o una terapia ormonale
Credit: Eduardo Parra/Contacto via ZUMA Press
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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22 dicembre 2022 Aggiornato alle 15:45

La Spagna potrebbe diventare uno dei pochi paesi al mondo a consentire alle persone transgender di cambiare il proprio genere sul documento d’identità con una semplice dichiarazione. Il disegno di legge “per la reale ed effettiva uguaglianza delle persone trans e per la garanzia dei diritti delle persone Lgbti”, approvato giovedì 22 dicembre dal Congreso de los Diputados, la camera bassa spagnola, semplifica la procedura attuale per cui i richiedenti (solo maggiorenni) hanno bisogno di una diagnosi di disforia di genere, la condizione psicologica di sentire una discrepanza tra il proprio sesso biologico e l’identità di genere, da parte di diversi medici, per poter cambiare sesso sulla carta d’identità. Oltre alla prova di essersi sottoposti a un trattamento ormonale della durata di due anni.

Con 188 sì, contro 150 voti contrari, il disegno di legge è ufficialmente passato alla prima lettura alla Camera. Se dovesse passare anche al Senato, senza modifiche, potrebbe diventare legge entro poche settimane. A quel punto gli over 16 potranno cambiare il genere indicato sulla propria carta d’identità semplicemente dichiarando il loro desiderio di farlo attraverso una richiesta che, se riconfermata dopo tre mesi, diventerà valida a tutti gli effetti. Gli adolescenti tra i 14 e i 16 anni potranno richiedere queste modifiche con il permesso dei genitori o rivolgendosi a un giudice in caso di disaccordo tra di loro. Il coinvolgimento di un tribunale sarà invece obbligatorio tra i 12 e i 14 anni, mentre i bambini sotto i 12 anni potranno solo registrare un nuovo nome ma non cambiare sesso.

L’iniziativa è stata deliberata dalla Commissione Parità il 12 dicembre. Il testo ha l’obiettivo di “sviluppare e garantire i diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali, sradicando le situazioni di discriminazione”. Inoltre, “rimuove gli ostacoli che impediscono loro di esercitare pienamente la cittadinanza”, regolando la procedura e i requisiti per la rettifica del sesso e del nome delle persone negli atti della sfera pubblica e privata, tra le altre questioni.

Una delle modifiche apportate alla bozza originale prevede l’inclusione del diritto per i non spagnoli residenti in Spagna di cambiare il proprio nome e genere nei documenti rilasciati dalle autorità spagnole se «i loro diritti non sono garantiti nei loro paesi d’origine», ha dichiarato la ministra per l’uguaglianza Irene Montero. Il Consiglio generale della magistratura spagnolo, che ha dato la sua approvazione alla legge, aveva raccomandato che l’età fosse alzata da 16 alla maggiore età, 18, ma è stato ignorato.

Questa versione aggiornata del disegno di legge è molto simile a quella presentata dal governo a giugno 2021, bloccata a causa di dibattiti all’interno della coalizione di governo di sinistra. Il disegno è uno dei progetti di punta del ministero per l’uguaglianza, detenuto da Unidas Podemos, socio minore della sinistra radicale nella coalizione guidata dai socialisti del primo ministro Pedro Sanchez, che accusa il Partito Socialista di aver tentato di “silurare” la legge introducendo emendamenti tardivi per innalzare a 14 anni l’età dell’autodeterminazione.

Anche il gruppo femminista Contra El Borrado De Las Mujeres figura tra gli oppositori perché sostiene che gli uomini accusati di violenza di genere potrebbero eludere la giustizia identificandosi come donne. Le leggi spagnole sulla violenza di genere impongono condanne più severe ai crimini violenti perpetrati da uomini sulle donne. Un articolo del disegno di legge, però, tenta di affrontare questo problema stabilendo che “un cambio di sesso nel registro ed eventualmente nel nome non altera il quadro giuridico che era applicabile prima del cambio”. Il gruppo sostiene anche che regole più flessibili sull’identificazione di genere potrebbero incoraggiare più adolescenti a cercare un intervento chirurgico o un trattamento ormonale senza una valutazione precedente. Ma non c’è alcuna prova scientifica che dimostri che le leggi sull’autodeterminazione di genere portino a un tasso più elevato di persone che cercano cure mediche per alterare il proprio corpo. Negli ultimi anni, poi, numerosi organismi medici globali hanno cercato di modificare le leggi che trattano le identità transgender come disturbi di salute mentale perché questa condizione va a peggiorare disturbi come come la depressione e l’autolesionismo.

Alla Reuters la signora Sara Laguna ha raccontato la storia si suo figlio Jorge Navarro: assegnato femmina alla nascita, ha iniziato a definirsi maschio quando aveva solo 4 anni. La madre ha sempre respinto l’idea che potesse essere una fase o che lui avesse bisogno di uno psicologo per dirgli se era transgender oppure no. L’attuale legge della regione autonoma di Madrid richiederebbe a Jorge di sottoporsi a due anni di terapia ormonale o chirurgia genitale prima di poter richiedere di cambiare sesso. Probabilmente Jorge inizierà un trattamento ormonale per bloccare il suo sviluppo fisico, ma non ha intenzione di sottoporsi a un intervento chirurgico: «Essere trans non è una decisione, un capriccio o una scelta: è una condizione di vita», ha detto Laguna. «Mio figlio non ha alcun problema perché è trans, ce l’ha a causa della società transfobica in cui vive».

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