Economia

Nuovo rialzo dei tassi dalla Bce: cosa cambia per i mutui?

A pagarne le conseguenze sarà chi chiederà un prestito a tasso variabile: considerando la fascia tra i 125.000 e i 150.000€ - l’importo più richiesto - ci saranno aggravi sulle famiglie tra i 1.400 e i 1.800€ annui
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16 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:30

Secondo quanto emerso dai dati forniti dalla Banca d’Italia, dopo le decisioni della Bce (Banca centrale europea) in materia di politica monetaria, i tassi dei mutui sarebbero ritornati ai livelli del 2014, registrando un rincaro del Taeg - Tasso Annuale Effettivo Globale - dal 2,65% di settembre al 3,23% a ottobre.

Da Francoforte, inoltre, si apprende notizia di un ulteriore innalzamento dei tassi dei mutui da parte della Bce, con l’obiettivo ultimo del contenimento dell’inflazione al 2% dai valori raggiunti negli ultimi mesi, che hanno sfiorato l’11%.

A pagarne le maggiori conseguenze sono senza dubbio coloro che possiedono prestiti a tasso variabile che, però, secondo quanto esposto dall’Abi (Associazione Bancaria Italiana) rappresentano solo il 40% del totale, molti dei quali sono tutelati dal tetto ai rialzi, cosiddetto cap; inoltre, l’Abi dichiara che circa l’80% dei mutui accesi negli ultimi anni sono a tasso fisso, portando così a limitarne l’impatto.

Notevoli conseguenze anche per i nuovi mutui, decisamente più cari rispetto agli anni passati. Il Codacons stima un inasprimento delle rate. Infatti, se si prende in esame una fascia media di mutuo a tasso variabile tra i 125.000 e i 150.000€, l’importo più richiesto dagli italiani per un finanziamento, si ha un aumento della quota mensile rispetto all’anno precedente, arrivando a una rata tra i 120 e i 150€, con aggravi sulle famiglie tra i 1.400 e i 1.800€ annui.

Inoltre, l’atteso aumento del costo del denaro (+0,50 cent.) avrà inevitabilmente ripercussioni notevoli sul parametro di indicizzazione dei finanziamenti, comportando ulteriori aumenti delle rate, soprattutto per chi all’inizio di quest’anno ha acceso un mutuo variabile a 30 anni da 150.000 euro, al tasso dell’1%, costretto così a vedere la propria rata salire dagli iniziali 482 euro a 847 euro nei primi mesi del nuovo anno.

Inevitabilmente, per le banche si delinea la situazione inversa, in quanto sono gli unici soggetti a trarre benefici da tale manovra ma, considerato lo scenario economico attuale, l’aumento dei tassi dei mutui potrebbe comportare l’introduzione di un ulteriore problematica nell’economia italiana, ovvero la possibilità che si verifichino ritardi nei pagamenti delle rate da parte di famiglie già messe a dura prova dal caro-bollette e dal caro-vita.

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