Diritti

Stage o sfruttamento?

Troppo spesso, i tirocini vengono utilizzati come strumento per pagare poco o non pagare affatto i lavoratori. Ma qual è la situazione in Italia? E in Europa? Facciamo il punto
Credit: Gift Habeshaw/unsplash
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9 dicembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Il mondo del lavoro nel nostro Paese è costellato più che mai da incroci tortuosi e voragini lungo il cammino. Lo stage rappresenta per molti giovani italiani, un percorso faticoso e malpagato che fornisce maggiori spunti di ribellione piuttosto che di riflessione.

Il tirocinio si sostanzia in un contratto di lavoro formale che non garantisce i fondamenti minimi di un qualsiasi welfare aziendale.

La persona che svolge il tirocinio si trova quindi in una posizione di totale sudditanza. Le ragioni principali per cui si svolge uno stage sono sostanzialmente due: come opportunità all’interno del proprio percorso formativo e come mezzo per entrare attivamente in un’azienda o in una società a seconda di quali siano le proprie preferenze. Allo stesso tempo, lo stage creerebbe l’occasione per implementare le proprie competenze in un settore di interesse al fine di iniziare al meglio la propria carriera lavorativa.

Il tirocinio si divide in curricolare, attivato tra l’università o un altro ente e un’eventuale azienda, e extra-curricolare. Secondo la normativa italiana, quest’ultimo deve essere retribuito, ma il livello minimo di retribuzione può variare da regione a regione.

Il problema riscontrato è che spesso in seguito a determinati mesi di tirocinio e a un percorso di formazione guidato da un tutor, non seguano l’assunzione e l’aumento di stipendio con tutte le garanzie che lo stesso include. I tirocini vengono quindi utilizzati come strumento per pagare poco o non pagare affatto i lavoratori, limitando al minimo i costi e non apportando nessun miglioramento economico e lavorativo ai tirocinanti stessi.

Approfondiamo dunque il contesto del nostro paese. Al di là di ogni aspettativa, il Trentino Alto-Adige risulta la regione italiana con il più basso livello di retribuzione minima per tirocini (300 euro). Friuli-Venezia Giulia, Molise, Calabria e Marche si attestano a 400 euro, seguiti subito dopo con la cifra di 450 euro, dalle regioni Veneto, Puglia, Umbria ed Emilia-Romagna. 500 euro sono il tetto minimo per Sicilia, Campania, Lombardia, Toscana e Liguria; 550 per l’Abbruzzo. Arriviamo dunque ai primi posti in classifica. Le regioni che forniscono un reddito minimo maggiore per stage extra-curriculari sono Piemonte, Valle d’Aosta, Sardegna e Basilicata attestandosi sui 600 euro.

Medaglia d’oro per la regione Lazio, che presenta una retribuzione minima pari a 800 euro per uno stage. Nello specifico, le novità della direttiva approvata dalla Regione Lazio sono in vigore dal primo ottobre 2017 e includono una riduzione dello stage a una durata di sei mesi massimo. Nella regione, il compenso minimo era già stato alzato a 400 euro nel 2013, in contrapposizione con le altre regioni italiane.

Qual è invece la situazione nel resto d’Europa? Secondo degli studi svolti nel 2018, le sette mete più attrattive per i giovani tirocinanti all’estero sarebbero Copenaghen, Vienna, Berlino, Gand, Manchester, Strasburgo, Faro, Huelva e Dublino. Ma andiamo nello specifico, prendendo il caso di due grandi città come Copenaghen e Berlino. La capitale danese è una delle mete turistiche più costose della Scandinavia presentando allo stesso tempo, degli ottimi stipendi e sussidi per lavoratori. Questi ultimi si attestano infatti tra i più alti d’Europa. Gli stipendi medi per un tirocinio extra-curriculare si aggirano tra i 550 e i 1100 euro, in base all’azienda o società in cui il tirocinio stesso viene svolto. Rimangono però piuttosto alti anche gli affitti, considerando una stanza dal costo di 500-600 euro.

Maggiormente conveniente è invece Berlino, città giovane, moderna e dinamica. La paga minima per uno stage si aggira intorno agli 8,50 euro l’ora, presentando un affitto piuttosto accessibile, attestandosi sui 250-300 euro. La questione affitti risulta infatti cruciale nello svolgimento di un tirocinio in quanto spesso rappresenta un ulteriore problematica, soprattutto nel nostro Paese che presenta in città come Milano, Torino, Firenze e Roma, costi di affitto alti in confronto a tirocini mal remunerati. Perché non ci berlinizziamo?

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