Diritti

Trento: vietato tenere i cani in catena

Sale a quota dieci il numero di Regioni e Province autonome che aderiscono alla campagna #liberidallecatene, petizione promossa da Green Impact, Fondazione Cave Canem e Animal Law Italia
Credit: Karsten Winegeart/ Unsplash  
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12 dicembre 2022 Aggiornato alle 16:00

Amanti degli amici a quattro zampe, finalmente una buona notizia. Dopo il no di Lazio, Campania, Umbria, Marche, Emilia-Romagna, Abruzzo, Puglia, Lombardia e Veneto, anche la provincia autonoma di Trento dice no alle catene per i cani.

Un traguardo raggiunto a distanza di soli tre mesi dall’adozione in Toscana dell’Ordinanza, firmata dal Presidente della Regione Eugenio Giani, che fino al 30 settembre 2022 ha sospeso la pratica di detenzione di cani a catena a causa dell’emergenza incendi.

Dunque l’adesione alla campagna #liberidallecatene, promossa da diverse associazioni no profit come Green Impact, Fondazione Cave Canem e Animal Law Italia, è salita a quota dieci. E, nello specifico, questo significa che sono dieci tra regioni e province ad attuare una legge che introduce il divieto di detenere cani alla catena.

«Siamo entusiasti di questa modifica normativa e orgogliosi di aver contribuito a questo risultato grazie alla campagna #liberidalle catene», hanno dichiarato Gaia Angelini, Federica Faiella e Alessandro Ricciuti, rispettivamente Presidenti o Vice di Green Impact, Fondazione Cave Canem e Animal Law Italia.

Ma il loro lavoro, così come il loro impegno, non finisce qui: «Continueremo a lavorare perché il divieto venga introdotto in tutte le regioni d’Italia». E concludono: «Siamo in attesa che finalmente si provveda all’adozione di pari misure anche in Piemonte».

Gli attivisti e i volontari delle associazioni coinvolte lavorano duramente dal lancio della campagna, avvenuto a marzo 2020, campagna che si è rivelata uno strumento di civiltà e che ha permesso di ottenere modifiche significative alla normativa vigente.

Che cosa prevede la legge attuale a livello nazionale? In linea di massima, la norma giuridica ribadisce l’importanza e la necessità di portare a spasso il cane almeno due volte al giorno, non solo per soddisfare i bisogni biologici, ma anche per avere contatti con l’esterno e con i simili.

Conseguentemente, a oggi, nelle regioni non coinvolte dalla petizione #liberidallecatene, chi tiene tutto il giorno il cane incatenato può essere accusato di reato di detenzione e maltrattamento di animali. Tuttavia, la legge stessa prevede delle eccezioni.

Per legge è dunque possibile tenere il cane legato alla catena in caso di pulizia della cuccia o se occorre immobilizzarlo per cure veterinarie; inoltre non è considerato reato in una serie di casi che vanno dalla possibilità di raggiungimento di cuccia e cibo e un riparo coperto e sollevato da terra alla catena abbastanza lunga per camminare (e quindi non inferiore ai 4-5 metri) e a un recinto a disposizione di almeno 8 metri quadrati.

La questione, tuttavia, rimane complessa e variegata in quanto non è regolata da un’unica normativa valida per tutte le regioni.

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