Futuro

#RIPTwitter?

Centinaia di dipendenti del social network hanno scelto di prendere la buonuscita dopo l’ultimatum di Elon Musk. Che a inizio mese ha licenziato metà del personale
Credit: EPA/JUSTIN LANE
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
Tempo di lettura 3 min lettura
18 novembre 2022 Aggiornato alle 20:00

Alla fine sta accadendo: l’uccellino di Twitter liberatoda Elon Musk sta scappando.

Centinaia di dipendenti hanno deciso di lasciare l’azienda dopo la scadenza dell’ultimatum col quale il patron di Tesla il 17 novembre aveva invitato i dipendenti a scegliere se dimettersi – con una buona uscita pari a tre mesi di stipendio – oppure partecipare a «un rivoluzionario Twitter 2.0», una versione hardcore in cui era richiesto «essere instancabili» e «lavorare per molte ore ad alta intensità».

Di fronte al bivio – la mail inviata ai dipendenti aveva per oggetto “A Fork in the Road”, ‘una biforcazione’ – molti lavoratori hanno scelto di infilare l’uscita dell’azienda, i cui uffici, secondo un promemoria visionato da Bloomberg, rimarranno chiusi fino a lunedì.

«Si prega di continuare a rispettare la politica aziendale astenendosi dal discutere informazioni riservate sui social media, con la stampa o altrove», aggiunge il documento. Nei giorni scorsi il team di Musk, riferisce Forbes, ha monitorato il sistema di messaggistica Slack interno dell’azienda, e il 15 novembre circa 20 dipendenti sono stati licenziati dopo aver criticato Elon Musk pubblicamente o privatamente.

Uno sviluppatore di Twitter, Eric Frohnhoefer, è stato licenziato con un tweet, più tardi rimosso, in seguito a una polemica innescata dall’aver contestato a Musk un’affermazione in cui si lamentava di come il social fosse «super lento in molti paesi». Così nelle ultime ore le chat interne e quelle pubbliche hanno iniziato a riempirsi di emoji di saluto.

I disordini arrivano dopo che il 4 novembre l’azienda ha licenziato 3.700 dipendenti, circa la metà del personale, appena una settimana dopo l’acquisizione della piattaforma da parte di Elon Musk, in seguito a mesi di trattative, per 44 miliardi di dollari. Twitter avrebbe poi chiesto ad alcuni di loro di tornare dicendo di averli licenziati per errore.

Nelle settimane successive è accaduto di tutto. Dalla foto virale della dipendente Esther Crawford che dorme sul pavimento per rispettare le scadenze del capo all’attrice statunitense Valerie Bertinelli che su Twitter ha “impersonato” Elon Musk per dimostrare l’inefficacia del sistema di verifica blue-check dopo che Musk ha aveva deciso di addebitare il suo costo agli utenti.

Nel frattempo azioni legali, la frenata degli inserzionisti, la minaccia di bancarotta, l’introduzione e l’immediata rimozione del badge ‘Ufficiale’, la virata soft sul lavoro da remoto. Come se non bastasse il 17 novembre sette senatori democratici hanno chiesto alla Federal Trade Commission di indagare sulle possibili violazioni da parte di Twitter degli accordi sulla privacy degli utenti.

«Le persone migliori hanno scelto di restare, quindi non sono molto preoccupato», ha replicato Elon Musk all’esodo dei dipendenti. Poi ha postato una foto: un uomo con l’icona di Twitter al posto del volto fa le dita a V in segno di vittoria davanti a una lapide con la stessa icona. Come a dire: Twitter è morto, viva Twitter. In attesa di ulteriori sviluppi, un emoji di saluto.

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