Economia

Rincari: sarà un Natale in rosso?

Tra caro-vita e caro-bollette, l’associazione di imprese Confesercenti prevede circa 5 miliardi di spese in meno durante le festività invernali. C’è chi rinuncerà a qualche regalo e chi ai viaggi
Credit: Maria Brauer/un
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28 ottobre 2022 Aggiornato alle 21:00

Si prospetta un Natale al ribasso, con 5 miliardi di euro di consumi in meno, causa caro-bollette e caro-vita.

A denunciare la situazione il sondaggio di Confesercenti - commissionato a SWG - dal quale emerge che il 68% degli italiani sarà costretto a ridurre i propri consumi entro fine anno, prospettando per il 39% una stretta solo sulle spese superflue e per il restante 29% prevedendo, invece, un taglio netto su tutte le voci di spesa.

E se spostiamo l’orizzonte temporale al periodo natalizio, tra il 60% degli italiani intervistati è diffusa la convinzione di un peggioramento delle condizioni economiche e sociali generali rispetto alle festività passate. Conseguentemente, si prevede di dover contrarre anche le spese destinate ai regali. Stessa dinamica per le vacanze invernali: il 69% degli italiani ha deciso di non partire, il 21% è incerto, mentre la restante parte ha deciso di non rinunciare alla partenza, ma fissando comunque un budget decisamente più ridotto rispetto agli anni precedenti, pari a quasi 200 euro in meno.

Le principali radici dei timori nazionali risiedono nell’aumento generale dei prezzi di consumo dovuto all’inflazione, come dichiarato dal 38% degli intervistati, ma anche nel connesso aumento delle bollette di luce e gas (secondo il 24% dei rispondenti). Pesano, inoltre, sulla riduzione delle prospettive di spesa anche le condizioni lavorative sempre più precarie e l’incertezza generale del quadro economico.

Secondo Confesercenti, l’aumento delle tariffe energetiche è impattante sotto 2 punti di vista: da un lato, perché riduce le disponibilità economiche di famiglie e imprese, dall’altro perché le stesse imprese, a causa della crescita dei costi fissi, sono costrette ad aumentare i prezzi dei beni che producono, causando una riduzione ulteriore del potere d’acquisto dei consumatori.

Le previsioni non sono rosee: nonostante il recente ribasso del prezzo del gas sul mercato internazionale, l’attuale situazione sul fronte energetico si protrarrà ancora per tutto il primo trimestre del 2023.

Questa sarà una delle prime emergenze con cui dovrà fare i conti Giorgia Meloni. Il nuovo governo potrebbe scegliere di utilizzare i fondi del tesoretto di 10 miliardi di euro, lasciato dall’ex Presidente del Consiglio Draghi, grazie al minor indebitamento e il minor deficit registrato nei conti dello Stato rispetto a quanto preventivato nel Def di aprile, con i seguenti obiettivi: per alleggerire il peso delle bollette a carico di imprese, energivore e non, prorogando il credito d’imposta sull’energia (misura in scadenza il 30 novembre); per anticipare alcune voci di spesa previste per l’anno successivo, come i fondi alle Ferrovie e il finanziamento delle missioni internazionali, riducendo il rapporto deficit/Pil (provvedimenti che potrebbero risollevare positivamente l’immagine del nostro paese sui mercati e presso la Commissione Europea); per il taglio di 30 centesimi sulle Accise della benzina (misura in

scadenza il 18 novembre).

Sul piano internazionale, l’ex Ministro della Transizione Ecologica Cingolani, continuerà a operare come consulente per l’energia al fianco del nuovo Ministro dell’Ambiente e della Sovranità Ecologica, Gilberto Pichetto Fratin, come avvenuto nel recente Consiglio dei Ministri dell’Energia dell’Ue, dove il Ministro entrante è intervenuto supportato da Cingolani.

Questo affiancamento è stato richiesto al fine di portare a conclusione quelle misure sostenute dal nostro Paese in Europa, come il price cap sul gas e il disaccoppiamento dei prezzi dell’elettricità, che potrebbero senz’altro portare un alleggerimento della pressione economica sulle famiglie e, quindi, un miglioramento della situazione economica italiana.

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