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Chi è Anna Maria Bernini?

Avvocata, professoressa e tra i più importanti esponenti di Forza Italia. Piccola biografia della nuova ministra dell’Università
Credit: ANSA/ FABIO FRUSTACI
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24 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

“È una vera donna combattente”. Così la presentava Berlusconi nel lontano 2010.

All’epoca Anna Maria Bernini era un volto semisconosciuto al grande pubblico, candidato del centrodestra alle Regionali in Emilia Romagna.

Oggi è uno degli esponenti più importanti di Forza Italia ed è la nuova ministra dell’Università.

Classe 1965, Bernini nasce a Bologna in una famiglia in cui politica e diritto sono all’ordine del giorno.

Il padre, Giorgio, è stato giurista e ministro al Commercio con l’estero del primo governo Berlusconi. La figlia ne segue le orme: diventa avvocata civilista e amministrativista, oltre ad assumere il ruolo di professoressa associata di Diritto pubblico comparato all’Università degli studi di Bologna. Nella sua carriera da avvocata ha tra i suoi clienti anche il tenore Luciano Pavarotti e la moglie Nicoletta Mantovani.

L’esordio alla politica nazionale avviene con l’elezione alla Camera dei deputati nel 2008.

Vicina a Gianfranco Fini, al momento della rottura tra Berlusconi e l’ex leader di An decide di restare nel Pdl del Cavaliere, dove ricopre l’incarico di portavoce vicario.

Berlusconi apprezza e nel 2010 il partito la candida alla presidenza dell’Emilia Romagna contro il governatore del centrosinistra Vasco Errani. Si dice convinta di poter scalfire ’‘il monopolio’’ che guida da anni la regione. ’‘La montagna rossa sta crollando’’, assicura. Ma Errani vince di nuovo e lei torna al Parlamento e all’impegno nel partito, rinunciando alla carica di consigliere regionale.

L’anno successivo arriva la prima esperienza da ministro: è nominata a capo del dicastero per le Politiche europee.

L’esperienza dura quattro mesi perché il governo Berlusconi cade nel novembre dello stesso anno. Rieletta nel 2013, si fa notare per la scelta di vestirsi totalmente di nero “come segno di lutto per la democrazia”, nel giorno in cui il Parlamento vota la decadenza di Berlusconi (condannato per frode fiscale).

Si distacca dal resto del partito in occasione del dibattito sulle unioni civili. Sul tema Bernini (da sempre aperta sui diritti civili) è favorevole, ma vota contro quando il governo Renzi pone la fiducia.

Rieletta anche nel 2018, presenta l’anno successivo un disegno di legge a favore dei giovani laureati, che prevedeva strumenti di riscatto della laurea a fini pensionistici.

Resta una fedelissima di Berlusconi che a pochi giorni dalla formazione del governo Meloni già la benedice a favore di stampa: «Sarà ministro delle Politiche economiche. No, chiedo scusa, della Pa».

Alla fine va all’Università. Su Instagram manifesta a modo suo la gioia per la nomina. Condivide suoi video al Quirinale nelle stories del suo profilo con colonne sonore come “Vado al massimo” di Vasco Rossi, “Emozioni” di Lucio Battisti e “T’appartengo” di Ambra Angiolini.

Intanto, al ministero l’attendono dossier urgenti sull’attuazione del Pnrr. I primi già a dicembre su giovani ricercatori e alloggi per studenti.

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