Diritti

Arabia Saudita: condannato a 16 anni per 14 tweet

Saad Ibrahim Almadi è stato arrestato un anno fa per aver criticato sui social il regime di Mohammed bin Salman mentre viveva negli Usa. La sua storia è stata raccontata solo ora
Un'immagine di Saad Ibrahim Almadi
Un'immagine di Saad Ibrahim Almadi Credit: Via twitter.com
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
20 ottobre 2022 Aggiornato alle 07:00

È stato suo figlio Ibrahim a parlare. Non ha potuto farlo prima perché, secondo il Dipartimento di Stato americano, rendere pubblico il caso di Saad Ibrahim Almadi avrebbe messo in pericolo lui e la sua famiglia. Ora che è passato un anno dall’arresto del padre di Ibrahim, però, il ragazzo ha deciso di denunciare l’accaduto al Washington Post.

Il settantaduenne, che ha la doppia cittadinanza statunitense e saudita, è un project manager che a novembre 2021 stava tornando nel Paese natale per rivedere la sua famiglia. Ma, una volta atterrato all’aeroporto di Riyadh, in Arabia Saudita, Almadi sarebbe stato arrestato dagli agenti per aver criticato il regime su Twitter: i pubblici ministeri si sono concentrati su 14 tweet pubblicati nell’arco di 7 anni, quando viveva in Florida. Uno in particolare faceva riferimento a Jamal Khashoggi, l’editorialista del Washington Post assassinato da alcuni agenti sauditi nel consolato di Istanbul nel 2018.

Anche se era a conoscenza della repressione saudita sul dissenso, visti i precedenti, Ibrahim ha detto al britannico Guardian che suo padre si sentiva al sicuro a tornare in Arabia Saudita per una breve visita, sia per la sua cittadinanza americana sia perché appartiene a una delle tribù meglio considerate nella società saudita: pensava di essere «intoccabile. Ma nessuno è intoccabile sotto MBS (il principe ereditario Mohammed bin Salman, ndr). Nemmeno Dio», ha detto Ibrahim.

Intervistato dal giornalista Josh Rogin, ha raccontato al Wp che suo padre aveva «quelle che definirei opinioni miti sul governo». Ma è stato accusato di nutrire un’ideologia terroristica, cercare di destabilizzare il regime, sostenere e finanziare il terrorismo. Accuse per cui, dopo 11 mesi di detenzione, il 3 ottobre è stato condannato a 16 anni di carcere, da aggiungersi al divieto di viaggiare per altri 16 anni: scontare l’intera pena vorrebbe dire uscire di prigione all’età di 87 anni e tornare negli Stati Uniti solo una volta compiuti 104 anni.

Dall’anno scorso Ibrahim ha lavorato dietro le quinte per sollecitare il governo degli Stati Uniti a impegnarsi per garantire il rilascio di suo padre, che secondo i funzionari americani sarebbe stato torturato in carcere per aver richiesto l’assistenza del Dipartimento di Stato Usa. Inoltre, il governo saudita avrebbe minacciato Ibrahim e la sua famiglia pur di farli tacere.

Ma, scrive il Wp, il figlio di Almadi è “frustrato e disperato” perché il caso non è stato gestito in modo competente, e vuole che il pubblico americano conosca l’intera storia. Quando Almadi è stato condannato, nessun funzionario statunitense ha partecipato all’udienza. Il Dipartimento ha detto a Ibrahim di non aver comunicato la data all’ambasciata per via di una dimenticanza. Gli Stati Uniti, in passato, hanno ottenuto il rilascio di molti cittadini ingiustamente incarcerati in Russia, Venezuela e Iran, ma hanno avuto meno successo con l’Arabia Saudita. L’amministrazione Biden avrebbe già sollevato forti preoccupazioni con i funzionari di Riyadh per concedere all’uomo lo status di “ingiustamente detenuto”, per spostare il fascicolo di Almadi all’Ufficio dell’Inviato presidenziale speciale per gli affari in ostaggio.

Non è la prima volta che un cittadino saudita residente all’estero viene arrestato al suo ritorno a casa per dei post critici sui social media: è successa la stessa cosa a Salma al-Shehab, la studentessa e attivista saudita condannata a 34 anni di carcere per aver seguito e ritwittato dissidenti e attivisti dal suo account Twitter. Anche lei, residente nel Regno Unito, è stata arrestata nel 2021 dopo essere tornata nel suo Paese d’origine per una vacanza.

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