Diritti

Che fine ha fatto Brittney Griner

Americana, star del basket, è in custodia in Russia da 95 giorni. Per lei è partita una petizione su Twitter. Ma Putin potrebbe “usarla” come pedina per uno scambio politico
L'americana Brittney Griner durante la finale di basket femminile tra Usa e Giappone alle Olimpiadi di Tokyo, nel 2021.
L'americana Brittney Griner durante la finale di basket femminile tra Usa e Giappone alle Olimpiadi di Tokyo, nel 2021. Credit: Pan Yulong/Xinhua via ZUMA Press
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
24 maggio 2022 Aggiornato alle 15:00

Una donna nera estremamente alta che indossa scarpe da uomo taglia 52 e mezzo le cui braccia tese misurano più di 2 metri dalla punta delle dita delle mani alla punta delle dita dei piedi.

Si descrive così, nel suo libro intitolato “In My Skin: My Life On and Off the Basketball Court”, Brittney Griner, campionessa del basket classe 1990 arrestata a Mosca il 17 febbraio e tuttora detenuta nel Paese che, di lì a quattro giorni, avrebbe invaso l’Ucraina.

L’ultima foto che la ritrae risale al 13 maggio e la vede ammanettata, a testa bassa, avvolta in una felpa con un cappuccio arancione in un tribunale russo.

La accusano di traffico di droga: alcuni funzionari russi avrebbero trovato cartucce di vaporizzatori contenenti olio derivato dalla cannabis nei suoi bagagli. Rischia dieci anni di carcere se sarà dichiarata colpevole.

Dal giorno del suo arresto, ormai più di tre mesi fa, Griner è rinchiusa in una prigione locale: solo il 3 maggio, dopo quasi tre mesi di silenzio, l’amministrazione Biden ha dichiarato che la professionista era “ingiustamente detenuta” e il governo degli Usa avrebbe lavorato intensamente per assicurarne il rilascio mentre prosegue la causa legale russa contro di lei.

L’atleta è una professionista nella WNBA, che sta per Women’s National Basketball Association ed è la lega professionistica di pallacanestro femminile degli Stati Uniti d’America.

Griner gioca in campionati professionistici di basket sia negli Stati Uniti che, negli ultimi sette anni, in Russia, dove il suo guadagno è quadruplicato rispetto allo stipendio annuale della Wnba.

Al momento dell’arresto stava rientrando nel suo Paese dopo aver giocato con la UMMC di Ekaterinburg, una società di pallacanestro femminile russa fondata nel 1938. Dal 2016 Griner ha aiutato la squadra a vincere quattro campionati di EuroLeague Women e sette campionati di Russian League.

Si sospetta che il motivo dell’arresto di Griner sia legato al presunto desiderio del presidente russo Vladimir Putin di usare la star americana come pedina geopolitica: già prima del 24 febbraio le relazioni Usa-Russia erano in bilico, a un livello tra i più critici mai raggiunti dalla Guerra Fredda. Dopo l’invasione russa non hanno fatto altro che peggiorare.

Il 28 aprile 2022, però, il rilascio inaspettato dell’ex marine statunitense Trevor Reed ha fatto ben sperare: Reed era stato trattenuto negli ultimi tre anni in Russia per una presunta rissa con un agente di polizia russo.

La sua libertà ha avuto un prezzo: Konstantin Yaroshenko, pilota russo che stava scontando una condanna federale a 20 anni di carcere per aver cospirato per contrabbandare cocaina negli Stati Uniti.

Sarà in corso uno scambio simile con Griner? Secondo quanto riferito da alcuni organi di stampa russi, il fortunato potrebbe essere Viktor Bout, un imprenditore condannato negli Stati Uniti per aver venduto armi a un gruppo che gli Usa considerano un’organizzazione terroristica. Bout, arrestato nel 2008 a Bangkok dopo un’operazione guidata dagli agenti federali statunitensi, era stato estradato nel Paese due anni dopo.

Secondo la professoressa Rokeshia Renné Ashley, della Florida International University, il motivo di tanta lentezza potrebbe anche risiedere nel fatto che Griner sia una donna, sia nera e sia omosessuale.

«A mio avviso, il governo degli Stati Uniti ha ignorato per molto tempo le donne nere, le persone LGBTQ e coloro che esistono agli incroci, ma gli Stati Uniti riconosceranno e affronteranno situazioni in cui i cittadini sono bianchi, maschi e non personaggi pubblici», scrive Ashley.

Data la mancata attenzione mediatica e istituzionale per i casi di donne nere scomparse negli Stati Uniti, circa 91.000 nel 2021, molti credevano che il caso di Griner non sarebbe stato notato.

Uno dei megafoni che hanno contribuito a dare voce alla vicenda potrebbe essere la petizione avviata a maggio su Change.org che chiedeva il rilascio della due volte medaglia d’oro olimpica e ha già raggiunto l’obiettivo di 150.000 firme.

Anche quando il team di negoziatori ha guadagnato la figura di Bill Richardson, ex ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite che ha lavorato per anni come negoziatore internazionale di ostaggi, la vicenda ha guadagnato una eco maggiore.

L’iniziale silenzio dell’amministrazione Biden, seguita a ruota anche dalla commissaria della WNBA Cathy Engelbert, era dovuta alla volontà di non parlarne pubblicamente visti i tempi delicati.

A 95 giorni dall’arresto, su Twitter migliaia di utenti postano cinguettii che chiedono il rilascio dell’atleta digitando l’hashtag “FreeBrittneyGriner”,

Sua moglie, Charelle T. Griner, ha postato una foto che le ritrae insieme11 anni fa: “Anche se sembra passata un’eternità, questi giorni senza di te sembrano molto più lunghi”.

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