Diritti

La svolta di Joe Biden sulla marijuana

In vista delle elezioni di Midterm, il Presidente Usa ha annunciato la grazia per migliaia di americani in carcere per possesso della droga leggera
Credit: EPA/MICHAEL REYNOLDS / POOL
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
8 ottobre 2022 Aggiornato alle 11:00

“Mandare persone in prigione per possesso di marijuana ha sconvolto troppe vite, per una condotta che è legale in molti Stati”, ha twittato Joe Biden nel giorno in cui ha annunciato che concederà la grazia a tutte le persone condannate per possesso di marijuana ai sensi della legge federale. È la più grande azione della Casa Bianca intrapresa fino a oggi sulla politica statunitense sulla droga.

Il Presidente degli Stati Uniti ha mantenuto una promessa fatta in campagna elettorale, perché «nessuno dovrebbe essere in prigione solo per aver usato o posseduto marijuana», ha spiegato in un video pubblicato da Washington. Come spiega Politico, verrà graziato chi detiene una piccola quantità della sostanza con l’intenzione di consumarla o usarla, non di venderla.

La mossa consentirà di concedere la grazia a circa 6.500 persone che sono state condannate a livello federale tra il 1992 e il 2021. Un impatto limitato, dovuto al fatto che la maggior parte delle persone nelle carceri federali per reati legati alla cannabis non sia in prigione per reati minori e non violenti. Ma si tratta comunque di una riforma notevole.

Negli Stati Uniti il consumo di marijuana è illegale a livello federale, ma in alcuni Stati esistono normative interne differenti: quelli in cui è completamente illegale anche per scopi terapeutici sono il Nebraska, l’Idaho e il Kansas, mentre tra i 19 che ne consentono l’uso sia per uso medico che non, ci sono la California, il New Jersey e l’Arizona.

Gli Stati che hanno legalizzato la marijuana per scopi medici sono 37, più il Distretto di Columbia.

Altri 5 stanno votando sulla legalizzazione della cannabis ricreativa: Missouri, Arkansas, North e South Dakota e Maryland. Biden, specifica il New York Times, non ha proposto la completa depenalizzazione della marijuana, cosa che spetterebbe al Congresso. Il governo federale ha ancora bisogno di “importanti limitazioni al traffico, alla commercializzazione e alla vendita di marijuana ai minorenni”, ha scritto su Twitter.

La riforma di Biden riguarderà solo chi è in carcere per possesso di marijuana a seguito di un reato federale, mentre per i reati di possesso riguardanti leggi statali la decisione spetta al singolo Stato, e dunque ai governatori. Biden li ha invitati a intraprendere un’azione simile e poi si è rivolto al Segretario della Salute e dei Servizi Umani e al Procuratore Generale affinché rivedano la “classificazione” della marijuana secondo la legge federale: attualmente fa parte della categoria dei narcotici, nella Schedule 1 sotto il Controlled Substances Act, insieme a eroina e LSD.

Si tratta di sostanze che non prevedono un uso medico, ma hanno un alto potenziale di abuso.

La decisione di Biden, come ha spiegato il Dipartimento di Giustizia in una nota, “perdona coloro che sono stati condannati per il reato di possesso di marijuana, ripristinandone i diritti politici, civili e di altro tipo. Nei prossimi giorni, l’Ufficio del procuratore della grazia inizierà ad attuare un processo per fornire alle persone colpite i certificati di grazia”.

Biden, che nei suoi 36 anni al Senato ha contribuito ad approvare una serie di leggi severe contro la criminalità che hanno probabilmente portato agli attuali tassi di incarcerazione, ha di fatto rimosso anche gli effetti penali del reato, andando a ripulire il casellario giudiziario - per capirci, la fedina penale - di chi è stato condannato a livello federale tra il 1992 e il 2021.

«I precedenti penali per possesso di marijuana hanno imposto barriere inutili all’occupazione, all’alloggio e alle opportunità educative», ha spiegato Biden.

Secondo il Presidente le comunità nere e latine ne avrebbero pagato le conseguenze più di altri, venendo «arrestate, perseguite e condannate a tassi sproporzionati». Lo dimostra uno studio del 2020 dell’American Civil Liberties Union, da cui emerge che gli afroamericani hanno quasi 4 volte più probabilità dei bianchi di essere arrestati per possesso di marijuana, nonostante entrambi i gruppi utilizzino la droga a tassi più o meno uguali.

La mossa arriva a poche settimane dalle elezioni di midterm, quelle di metà mandato, e secondo il New York Times potrebbe dare una spinta ai Democratici, in particolare tra i giovani, i liberali e le minoranze.

I sondaggi mostrano da tempo che circa due terzi degli americani sono a favore della legalizzazione della marijuana, e, secondo una ricerca, nel 2021 il consumo di marijuana e allucinogeni tra i giovani adulti ha raggiunto il massimo storico.

Ma secondo un’analisi della Brookings Institution, meno di un candidato alle primarie del 2022 su cinque ha menzionato la riforma della cannabis sul proprio sito web o sui social media. Biden ha fatto molto di più.

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