Ambiente

Anche i bombi sono stressati dal clima!

Il climate change deforma la struttura anatomica degli insetti impollinatori, con un impatto sia nella fase di sviluppo larvale che sugli individui già adulti. Lo attesta una ricerca pubblicata sul Journal of Animal Ecology
Credit: Boris Smokrovic
Tempo di lettura 3 min lettura
20 agosto 2022 Aggiornato alle 11:00

Sarà capitato un po’ a tutti, durante una passeggiata per le strade di campagna, di trovarsi a tu per tu con un ‘’terribile’’ nemico: il bombo.

Sì, proprio quell’insetto così simile a una malefica ape, ma più paffuto e peloso, a tratti goffo e assolutamente innocuo se lo si ignora.

È un importante impollinatore, fondamentale (come tutti i suoi simili) per l’ecosistema, che negli ultimi anni ha dovuto fare i conti con qualche problema di salute dovuto a un forte stress.

Indubbiamente stacanovisti, ma non stressati dal loro quotidiano lavoro: il problema è, infatti, il cambiamento climatico, che stressa i bombi e li deforma, con un impatto sia nella fase di sviluppo larvale che sugli individui già adulti. È l’ultima scoperta venuta alla luce grazie a una ricerca pubblicata su Journal of Animal Ecology.

Nati per vivere in un ambiente mite o fresco e relativamente intolleranti alle temperature estreme, infatti, i bombi hanno dovuto fare i conti con gli effetti di questo clima impazzito che ci costringe a inverni rigidissimi ed estati esageratamente afose, mettendo persino al bando le mezze stagioni.

Quello che è emerso dallo studio è che, quando i bombi sono sottoposti a stress climatico, le ali di questi insetti tendono a essere asimmetriche.

In particolare, livelli più elevati di asimmetria alare si sono registrati negli anni più caldi e più umidi del secolo scorso e ora le condizioni climatiche estreme del 21° secolo potrebbero essere un pericolo per lo stato di salute dei bombi.

Parola del dottor Richard Gill, uno degli autori della ricerca intrapresa per «comprendere meglio le risposte a fattori ambientali specifici e imparare dal passato per prevedere il futuro ed essere in grado di prevedere dove e quando i bombi saranno più a rischio e mirare a un’azione di conservazione efficace», come ha spiegato il dottor Andres Arce.

Anche un altro studio, pubblicato su Methods in Ecology & Evolution sta attualmente cercando di indagare meglio i cambiamenti dei bombi nel corso degli anni, utilizzando metodi di analisi del Dna generalmente usati per studiare antichi resti umani.

I ricercatori hanno fatto affidamento su resti di api conservati nei musei per studiare i genomi dei bombi risalenti a 100 anni fa e metterli a confronto con quelli dei bombi di oggi, cercando di comprenderne le differenze e i cambiamenti avvenuti nel tempo.

L’obiettivo è quello di trovare eventuali modifiche dei genomi, rapportarle allo stato climatico degli anni di riferimento del bombo studiato e comprendere come intere popolazioni di bombi si siano adattate o meno ai cambiamenti climatici modificando la propria conformazione fisica.

In attesa di ulteriori risultati, non ci resta che la triste constatazione che sì, lo stress fa male alla salute. E i bombi, con le loro ali asimmetriche, ne sono l’esempio più evidente.

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