Diritti

Scozia: un esercito di assorbenti gratis contro la period poverty

Il Paese più a nord del Regno Unito è ufficialmente il primo al mondo a garantire la distribuzione gratuita di assorbenti e tampax in edifici pubblici, farmacie e centri di aggregazione
La deputata laburista Monica Lennon, promotrice della legge contro la povertà mestruale
La deputata laburista Monica Lennon, promotrice della legge contro la povertà mestruale Credit: The National
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18 agosto 2022 Aggiornato alle 21:00

È entrato in vigore il 15 agosto il Period Products Act, la legge presentata nel 2019 dalla parlamentare Monica Lennon e poi approvata nel novembre del 2020, con l’obiettivo di contrastare la period poverty (povertà mestruale), cioè quello stato di indigenza economica che non consente a tutte le donne di potersi permettere l’acquisto di assorbenti e prodotti igienici durante il periodo mestruale.

«Mentre il carovita avanza – ha dichiarato Monica Lenno– il Period Products Act rappresenta un lume di speranza che mostra quello che si può ottenere quando la politica si unisce per il bene comune delle persone». L’iniziativa è «fondamentale per uguaglianza e dignità: siamo fieri di essere il primo governo nazionale a intraprenderla», ha poi aggiunto e sottolineato la responsabile del dicastero per la Giustizia Sociale, Shona Robinson.

Come evidenziato da un sondaggio condotto da Plan International Uk su 1000 ragazze in età compresa tra i 14 e i 21 anni, il 28% di esse ha difficoltà ad acquistare prodotti mestruali, mentre il 19% ha riferito di non potersi permettere prodotti dall’inizio del 2022.

Secondo l’associazione Hey Girls, poi, in Scozia una donna su quattro si ritrova a dover fare i conti con la period poverty almeno una volta nella vita: ogni mese si arrivano a spendere circa 8 sterline (più o meno 9 euro) per prodotti legati al ciclo mestruale, ma chi ha un basso reddito non può sempre permettersi questa spesa. E così «molte madri si ritrovano a usare fogli di giornali avvolti nei calzini e altre soluzioni di emergenza che sono più economiche dei prodotti mestruali - ha spiegato alla BBC l’attivista Georgie Nicholson - Vai al supermercato e ti trovi a dover scegliere tra un pacco di pasta e uno di assorbenti: questa è la period poverty».

Ma la Scozia non ci sta: il ciclo non è una scelta e non può essere un lusso.

Così, con il Period Products Act sono stati destinati complessivamente 9,2 milioni di sterline (circa 10,3 milioni di euro) all’iniziativa e saranno le autorità locali a decidere come mettere gli assorbenti a disposizione di chi ne ha bisogno.

Per il momento, la Scozia è l’unica al mondo ad aver compiuto un passo così importante, ma sono tanti gli Stati che si stanno muovendo in una direzione simile: in Nuova Zelanda i prodotti mestruali sono gratuiti per le studentesse, in Canada e Regno Unito è stata eliminata l’Iva sugli assorbenti, in Spagna il governo ha dato il via libera a un disegno di legge che prevede un permesso retribuito di tre giorni durante il ciclo mestruale o a seguito dell’interruzione di gravidanza (cinque giorni per le donne con mestruazioni particolarmente invalidanti), l’abbassamento dell’iva sui prodotti legati al ciclo mestruale e la distribuzione gratuita di assorbenti e tampax nelle scuole e nelle università. In Australia e in India l’Iva sui prodotti igienici femminili è stata già completamente eliminata.

E in Italia? Nel nostro Paese si parla da qualche anno di Tampon Tax, la tassa sui prodotti mestruali che con l’ultima legge di bilancio è passata dal 22% al 10%: un taglio netto, ma non sufficiente dal momento che resta tra le più alte d’Europa (in Germania è al 7%, mentre in Francia al 5,5%).

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