Bambini

C’era una volta Carla Lonzi, la ragazza ribelle che scriveva sui muri

Carla Lonzi scriveva libri che non si trovano più e manifesti ribelli che risuonano ancora, perché le ragazze italiane di oggi le devono ancora molto
Tempo di lettura 4 min lettura
13 agosto 2022 Aggiornato alle 09:00

C’era una volta una ragazza che si chiamava Carla. Anzi, non solo Carla: si chiamava Carla Lonzi.

Spesso quando si parla di femmine si usa solo il loro nome, come se fossero sempre bambine; mentre per parlare di maschi si leggono nomi e cognomi e sembrano tutti dei gran signoroni.

Carla Lonzi è morta 40 anni fa. Non è una cosa triste, però.

I compleanni di chi non c’è più ed è stato importante ci ricordano sempre cosa ci hanno lasciato e quanta strada abbiamo fatto sulle loro orme ed è una bella sensazione.

Carla Lonzi se ne intendeva di arte e scriveva libri. In un periodo in cui la vita delle femmine non era per niente facile, Carla Lonzi ha scritto cose molto importanti per aprire gli occhi alle ragazze, per farle ribellare contro i papà, i fratelli maggiori e i mariti che le volevano zitte, buone e obbedienti in casa, senza poter dire la loro.

Un giorno d’estate del 1970, Carla Lonzi e altre ragazze ribelli hanno tappezzato i muri di Roma di un Manifesto di Rivolta Femminile.

Era un testo in cui dicevano che non ci stavano più alle regole ingiuste che c’erano.

Non ci stavano a essere paragonate ai maschi e a essere considerate meno importanti. Non ci stavano a fare tutto in casa da sole.

Non ci stavano alla regola del gioco che spinge le femmine a diventare mamme e, quando diventano mamme, vengono messe da parte. Non ci stavano a fare a gara fra loro a chi fa di più, ché la competizione è una piccola guerra e la guerra fa schifo.

In quegli anni, Carla Lonzi ha scritto il manifesto sul muro ma anche dei libri molto importanti. Ha scritto dei libri d’arte ma anche dei libri di filosofia e dei diari pieni di pensieri.

Ha scritto sul corpo delle ragazze, che è loro e di nessun altro e lo possono e devono usare come meglio credono.

Ma se non ne hai sentito parlare, non è colpa tua. Neanche i grandi li hanno mai letti.

I libri di Carla Lonzi non si trovano più in libreria.

I libri che vedi in libreria non sono stati scritti tutti adesso.

Alcuni sono vecchi vecchi ma sempre importanti o bellissimi e si continua a stamparli e a leggerli.

Quando si smette di pubblicare un libro, anche quando è bello e importante, la gente prima lo dimentica, e poi pensa che non sia mai stato scritto.

Facci caso sfogliando i tuoi manuali di scuola: tanti maschi! Quasi solo maschi!

Maschi nei libri di storia, altri maschi nell’antologia di italiano… Uffa, sembra che le femmine non abbiano mai ragionato, scritto, inventato e cambiato le cose. E invece lo hanno fatto. Carla Lonzi e tante, tantissime altre prima di lei. Però si sono ritrovate circondate da finti smemorati che le hanno dimenticate apposta.

Nella vita ci dimentichiamo di ricordarci qualcosa, succede.

Certi maschi, anche al giorno d’oggi, si ricordano di dimenticarsi le cose. È uno stratagemma puzzone e pericolosissimo.

Serve a lasciare le cose come stanno, con i maschi che comandano e scrivono libri e hanno una vita avventurosa lontano da casa e le femmine che a casa ci devono rimanere, a pensare alle cose di cui tutti si dimenticano, a pulire e accudire, senza più il tempo per scrivere o avere una vita avventurosa.

Che tu sia un maschio o una femmina (o che tu non ti senta né l’uno né l’altra, o magari un po’ tutti e due), segnati le parole di Carla Lonzi: non salterà il mondo quando gli uomini capiranno che le donne non sono meno importanti di loro.

C’è posto per tuttə, per tutte le differenze, basta lasciarci un po’ di spazio. Ma finché ci saranno finti smemorati, ci dovranno essere anche ragazze ribelli. E i loro libri dovranno entrare nelle librerie, e rimanerci.

Leggi anche
Futuro
di Redazione 3 min lettura
Invenzioni
di Redazione 3 min lettura