Futuro

Alla scoperta delle Dao

Per un terzo community, un terzo cooperative e un terzo piattaforme di crowdfunding, sono gli strumenti della rivoluzione attuata dalla blockchain
Scott Fitsimones durante la presentazione di CityDAO
Scott Fitsimones durante la presentazione di CityDAO Credit: Via: ted.com
Tempo di lettura 7 min lettura
7 agosto 2022 Aggiornato alle 17:00

Chi pensa che blockchain vuol dire soltanto criptovalute e trading finanziario, si sbaglia di grosso.

Oggi la blockchain si sta aprendo nuovi spazi nel web, nelle community e nella società.

Le Dao sono uno degli strumenti di questa rivoluzione. DAO sta per decentralized autonomous organization.

Le Dao sono un ibrido: per un terzo sono community, per un terzo cooperative e per un terzo piattaforme di crowdfunding.

Come funzionano e a che cosa servono le Dao?

Nel 2014, il fondatore di Ethereum, la seconda blockchain per capitalizzazione dopo Bitcoin, Vitalik Buterin scrive un post sul suo blog, che poi in breve tempo diventa un manifesto teorico.

“Bitcoin ci ha insegnato a guardare in modo nuovo alla moneta, ma non dobbiamo limitarci alla moneta decentralizzata, dobbiamo decentralizzare anche la società e le organizzazioni”.

Bitcoin ha decentralizzato la moneta, creando una una valuta che può essere scambiata senza il controllo delle banche. L’obiettivo di Vitalik è stato però quello di creare organizzazioni che non hanno bisogno di CDA, capi e amministratori delegati per funzionare e che utilizzano la tecnologia blockchain per fare tutto in modo sicuro.

Ecco perché sono in qualche modo simili alle cooperative, dove la maggior parte dei lavoratori sono anche soci e prendono parte alle decisioni dell’organizzazione. Votano sui principali argomenti.

Le Dao utilizzano gli smart contract (software basati su blockchain) per consentire a tutti i partecipanti di votare su specifici argomenti.

E se le cooperative arrivano al massimo a centinaia di partecipanti/votanti, le Dao talvolta hanno decine di migliaia di aderenti, che gestiscono collettivamente la vita di queste organizzazioni. La blockchain consente di gestire in modo trasparente, verificabile e certificato migliaia di persone da ogni parte del mondo.

Ma c’è un’altra differenza rispetto alle cooperative, le Dao hanno una componente finanziaria molto più spinta ed efficace.

Generalmente per aderire a una Dao, i partecipanti devono acquistare il token di voto.

Il token è qualcosa di simile a una quota associativa. I partecipanti acquistano, tramite criptovalute (generalmente Ethereum), il gettone associativo e acquisiscono automaticamente il diritto di voto.

I fondatori delle Dao possono delegare alla community solo una parte delle decisioni. Ma ormai ci si aspetta che a essere delegate siano le decisioni importanti, non dettagli come il colore del logo.

Per intenderci, una delle prime Dao, si chiamava The Dao e funzionava come un fondo di investimento. Gli investitori si univano al club versando un minimo di qualche centinaia di migliaia di dollari (in criptovalute) e acquisivano di conseguenza il diritto di voto alle scelte di investimento.

La blockchain e gli smart contract consentono un tipo di automazione molto avanzato. Nel momento in cui la community di The Dao votava gli investimenti nella startup X, automaticamente le criptovalute venivano trasferite sul conto della startup. E gli smart contracts di investimento potevano prevedere determinati condizioni di revoca.

Se la startup non avesse raggiunto determinati obiettivi, The Dao avrebbe ottenuto in automatico indietro parte dell’investimento. Niente avvocati, minacce, lettere, notai, commercialisti. Tutto funziona sulla blockchain (on-chain, come si usa dire).

Democratizzazione e finanziarizzazione vanno di pari passo nelle Dao, soprattutto nelle prime organizzazioni decentralizzate. Oggi però le Dao vengono utilizzate per gli scopi più incredibili. CityDao è stata recentemente presentata nel corso di un bellissimo Ted Talk.

Questa Dao nasce per volontà di Scott Fitsimones, visionario imprenditore e attivista che aveva un sogno: creare un nuovo tipo di città totalmente governata tecnologicamente.

Nella visione di Scott, la città è il seme di un nuovo tipo di società, realizzata secondo regole precise rese automatiche dalla tecnologia, senza la corruzione e i brogli che invece possono accadere quando a far rispettare sono esseri umani.

Scott ha subito chiaro che per realizzare il suo sogno è più facile creare una nuova città, che non provare a modificarne una esistente.

Facile, si fa per dire. a ogni modo, nel 2021 fonda una Dao, offrendo il token di voto a tutti coloro che volevano sposare la sua visione e che avrebbero voluto vivere in questa città completamente tecnologica e basata su blockchain.

In pochi mesi raccoglie 6 milioni di dollari, da circa 5000 partecipanti.

E a quel punto comincia la storia della costruzione di una nuova città, ma potremmo dire civiltà. E non solo metaforicamente.

La storia della fondazione è una storia fatta di decisioni prese collegialmente da tutta la comunità di nuovi cittadini.

La community decide dove acquistare i terreni edificabili: in Wyoming. Sottoscrive i contratti con i costruttori, i venditori del terreno e inizia a votare i progetti della nuova città.

Immaginiamo la community di questa Dao e futuri abitanti di questa città come gli scopritori di un nuovo territorio, un piccolo continente inesplorato, che edificano una piccola civiltà e di concerto definiscono le regole sociali, la costituzione della nuova città stato. È un po’ questo lo spirito di The City Dao.

Oggi le Dao spaziano in tutti i settori. Le caratteristiche comuni sono una visione molto forte dei fondatori (spesso in campo sociale). Un sistema di governance basato sui token. Una serie di automazioni che permettono di realizzare senza intermediari quanto deliberato dalla community.

Un’area entusiasmante in cui stanno nascendo nuove Dao è quella della ricerca biomedica.

Oggi la ricerca clinica è dominata da Big Pharma, che opera secondo il principio dei brevetti.

Le Dao biomediche (come VitaDao) stanno sviluppando nuovi modelli finanziari nel campo della ricerca. Si pensi al campo delle malattie rare.

Spesso i profitti sono troppo bassi per sviluppare ricerche cliniche. I potenziali guadagni non giustificano i costi dei clinical trial e delle autorizzazioni.

Ma se a finanziare la ricerca fossero le famiglie stesse delle persone colpite dalle rare malattie genetiche, le cose potrebbero cambiare. Potrebbe essere più facile raccogliere il denaro sufficiente per finanziare la ricerca clinica.

Vita Dao è una Dao che nasce intorno a un progetto altrettanto avveniristico: finanziare la ricerca sul rallentamento dell’invecchiamento sostenendo tuttavia lo studio di sostanze non brevettabili. Ovvero molecole che hanno il brevetto scaduto oppure invece che, essendo molecole naturali, sono di scarso interesse per Big Pharma.

VitaDao ha raccolto 16 milioni di dollari (in Ethereum) e di questi 2,5 milioni sono già stati investiti per finanziare progetti preclinici relativi a malattie dell’invecchiamento e sostanze off-label potenzialmente utili. Big Pharma è scettica sulle sostanze naturali che sono scarsamente proteggibili dal brevetto. Ma non sono in-monetizzabili, se si sviluppano nuovi modelli come fa VitaDao.

La community vota i progetti di ricerca da finanziare nel marketplace e funziona come una piattaforma di crowdfunding. Come sempre oltre al filantropismo c’è di più, VitaDao ha sviluppato un nuovo modello economico basato sui diritti intellettuali, sembra basato su blockchain.

In pratica, la community della Dao è proprietaria anche degli NFT relativi ai diritti intellettuali. Senza troppo entrare nei dettagli tecnici, questo significa che i partecipanti di VitaDao potranno godere dei benefici finanziari legati al successo dei farmaci sviluppati grazie alla Dao. È qualcosa di simile al crowdfunding. Ma è più incentrato su una specifica visione, a differenza delle piattaforme di crowdfunding, che generalmente sono agnostiche rispetto ai progetti che finanziano. E i soldi non vengono raccolti volta per volta e per ogni singolo progetto, ma al momento della fondazione del progetto.

La natura multiforme delle Dao è solo agli inizi. Ne sentiremo sempre più parlare. Molti progetti falliranno. Ma come per le startup vale il detto secondo cui: il fallimento di una startup, non è un buon argomento per dire che le startup non funzionano.

Allo stesso modo, il fallimento di qualche Dao, non è un buon argomento per pensare che le Dao non avranno un grande impatto nei prossimi anni.

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