Ambiente

Quanto pesa sull’ambiente il tuo avocado?

Verde, polposo e nutriente: tutti lo amano. Ma la sua produzione non fa tanto bene al Pianeta
Credit: Estúdio Bloom/unsplash
Tempo di lettura 4 min lettura
1 agosto 2022 Aggiornato alle 21:00

Parte ormai della nostra alimentazione, l’avocado ne ha fatta di strada per arrivare fino qui. Ma quanto si conosce realmente questo frutto che ha rivoluzionato diete, piatti e ricette?

Verdi, dalla polpa morbida e nutriente, piccoli con la buccia più scura o grandi, lisci e lucenti. Gli avocado si trovano ormai sugli scaffali di tutti i supermercati e sui banchi dei fruttivendoli. La sua versatilità, il suo gusto particolare e i suoi principi nutritivi hanno reso famoso questo frutto esotico.

Globalmente, come riportato dai dati della Fao (Food and Agriculture Organization of the United Nations), la sua produzione negli ultimi 30 anni è quintuplicata, raggiungendo nel 2020 più di 8 milioni di tonnellate.

Il primo Paese produttore è il Messico, dove la regione del Michoacán detiene il primato, seguito da Repubblica Dominicana e Indonesia. L’Europa, negli ultimi anni, ha registrato un forte aumento delle importazioni, rivolgendosi principalmente al Perù, al Chile e a Israele ma, data la richiesta sempre maggiore e le temperature più alte a causa del cambiamento climatico, sono state avviate delle produzioni anche in Spagna (il Paese con la produzione maggiore in Europa), Portogallo, Italia e Grecia.

Qual è il suo impatto ambientale?

Le prime tracce di coltivazione di avocado risalgono alle popolazioni indigene mesoamericane del 500 a.C., per le quali rappresentava una fonte preziosa di nutrienti ed energia. Climi caldi e umidi hanno fatto da culla a questo frutto, che si è tuttavia saputo adattare a diversi territori, mutando caratteristiche e, di conseguenza, necessità.

L’avocado è un grande consumatore di spazio e acqua. Infatti, gli alberi devono essere piantati a circa 7 metri gli uni dagli altri e necessitano grandi quantità di irrigazione. In media, per produrre un singolo avocado, vengono utilizzati 70 litri di acqua ma nelle regioni più aride si può arrivare fino a 320 litri.

Spazio, acqua e una domanda sempre maggiore hanno causato l’innescarsi di dinamiche con effetti negativi non solo sull’ambiente, ma anche sulle popolazioni locali. Le monocolture, infatti, incoraggiano la deforestazione illegale e la creazione di pozzi che deviano e diminuiscono le risorse idriche disponibili. I piccoli agricoltori sono soggetti a estorsioni territoriali da parte di bande criminali e di quel che riescono a vendere, beneficiano ben poco.

Il profitto maggiore se lo aggiudicano coloro che controllano non tanto la coltivazione, quanto imballaggi e logiche di trasporto. Trasporto che, nella maggior parte dei casi, ha una pesantissima impronta carbonica, dovendo i frutti raggiungere altri continenti e percorrere lunghe distanze.

Come consumare l’avocado in modo sostenibile

Si possono tenere a mente piccole accortezze che però, insieme, hanno un peso tale da riuscire a cambiare le cose.

1. Consumare con moderazione è sempre il primo passo. Guacamole e avocado toast sono squisiti ma l’equilibrio è un fattore chiave, per noi e per l’ambiente.

2. Controllare i Paese di origine, prestando attenzione alle certificazioni, come quella del Fair Trade o del Global G.A.P della FAO o ancora, il Global Social Compliance Program.

3. Comprare avocado italiani significa, a esempio, abbassare di molto, se non azzerare, le emissioni di CO2 legate al trasporto.

Così facendo, si può generare un impatto positivo sull’ambiente e su tutta la catena produttiva, incoraggiando modelli sostenibili per la coltivazione e il consumo di questo frutto amato da tutti.

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