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Oh no, le microplastiche sono perfino nei polmoni!

Dopo lo studio che ne rileva la presenza nel sangue umano, ora una nuova ricerca pubblicata su Science of the Total Environment ha trovato tracce di nanopolimeri anche nel profondo dell’apparato respiratorio
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8 aprile 2022 Aggiornato alle 21:00

Non solo nel sangue, ma anche nei polmoni. Nel giro di poche settimane due studi scientifici ci rivelano due evidenze preoccupanti per la salute umana: le microplastiche dopo essere state trovate nel sangue umano da ricercatori olandesi ora sono state rilevate anche in profondità nei polmoni delle persone, racconta una nuova analisi di scienziati britannici.

Come noto, la presenza di microplastiche dal mare all’aria, dal cibo all’acqua in bottiglia, è ormai di tale portata che secondo gli esperti l’esposizione umana a questi frammenti di pochi millimetri di polimeri è “inevitabile”. Quello che sta accadendo ora, attraverso la certificazione della presenza di micro e nano plastiche nel corpo umano, è una “crescente preoccupazione per quanto riguarda i rischi per la salute” sostengono gli esperti.

Sulla rivista Science of the Total Environment Laura Sadofsky della scuola di medicina di Hull York nel Regno Unito e i suoi colleghi hanno descritto quanto visto in diversi campioni analizzati contenenti piccole particelle di polimeri. In totale sono stati prelevati campioni di tessuto da 13 pazienti sottoposti a operazioni chirurgiche: in 11 casi sono state trovate microplastiche negli organi, in particolare nei polmoni.

Le microparticelle più comuni erano quelle di polipropilene, il materiale più usato per gli imballaggi, ma anche il PET, quello comunemente usato per bottiglie.

Le microplastiche sono state individuate in profondità all’interno dei polmoni. Fatto che ha stupito persino gli esperti: «Non ci aspettavamo di trovare il maggior numero di particelle nelle regioni inferiori dei polmoni e anche di trovare particelle delle dimensioni che abbiamo visto», ha spiegato la dottoressa Laura Sadofsky. «È sorprendente perché le vie aeree sono più piccole nelle parti inferiori dei polmoni e ci saremmo aspettati che particelle di queste dimensioni venissero filtrate o intrappolate prima di arrivare così in profondità».

Così come per gli effetti di quelle trovate nel sangue, l’impatto nei polmoni è ancora sconosciuto, ma gli esperti ricordano come da test in laboratorio le microplastiche possono causare seri danni alle cellule umane e al tempo stesso le particelle di inquinamento atmosferico sono già note per causare milioni di morti precoci all’anno. Sono necessari più studi per comprendere gli effetti a lungo termine, ma per gli scienziati «questi dati forniscono un importante progresso nel campo dell’inquinamento atmosferico, delle microplastiche e della salute umana».

I tessuti polmonari analizzati erano sani, prelevati durante le operazioni, e sono state trovate più particelle di dimensioni fino a 0,003 mm. Mentre in tutto il mondo si stanno conducendo battaglie per ridurre l’uso di plastica usa e getta e non solo, che sta fortemente inquinando diversi ambienti, dai mari sino alle montagne, ora la scienza preme per una accelerazione, anche come finanziamenti, per aumentare il numero di ricerche relative agli effetti sulla salute umana.

Altri studi per esempio hanno valutato i rischi collegati al cancro, concludendo che è «urgentemente necessaria una ricerca più dettagliata su come le micro e nano plastiche influenzano le strutture e i processi del corpo umano e se e come possono trasformare le cellule e indurre cancerogenesi, in particolare alla luce dell’aumento esponenziale della produzione di plastica» .

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