Diritti

Ue: la libertà di stampa sta raggiungendo il “punto di rottura”

Il Liberties Media Freedom Report 2024 rivela che l’anno scorso in Croazia, Francia, Germania, Grecia e Italia i giornalisti hanno subito attacchi fisici; in Ungheria e Slovacchia, abusi e minacce da politici eletti
Credit: Liberties.eu
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 7 min lettura
29 aprile 2024 Aggiornato alle 18:00

La libertà dei media è in declino in tutta l’Unione Europea e “pericolosamente vicina al punto di rottura in diversi Paesi”, con minacce diffuse contro i giornalisti e attacchi all’indipendenza delle emittenti pubbliche. Lo afferma nel nuovo rapporto annuale sulla libertà dei media l’organizzazione Civil Liberties Union for Europe (Liberties), con sede a Berlino. Il documento, realizzato con la collaborazione di 37 gruppi per i diritti in 19 Paesi, rivela che le “allarmanti” tendenze emerse nel rapporto dello scorso anno sono persistite nel 2023. Tuttavia, se efficace, l’applicazione della nuova legislazione varata dall’Ue, l’European Media Freedom Act, potrebbe essere decisiva per il futuro dei media in Europa.

Il Liberties Media Freedom Report 2024 è il terzo rapporto annuale sulla libertà dei media in Unione Europea e copre 3 aree principali: libertà e pluralismo dei media, sicurezza e protezione dei giornalisti e libertà di espressione e informazione. Tra i 19 Paesi esaminati ci sono Bulgaria, Francia, Germania, Ungheria, Polonia, Olanda e anche Italia. Tra le 46 pagine del rapporto si legge che “non è una coincidenza che nei Paesi in cui lo Stato di diritto si sta erodendo, lo stesso avvenga per la libertà dei media”.

Liberties, organizzazione non governativa impegnata a promuovere le libertà civili di tutti nell’Ue, sostiene che “per proteggere i valori democratici, compresa la libertà dei media”, i 27 membri devono utilizzare tutti i loro strumenti “per rispondere alle gravi violazioni dello Stato di diritto. Il blocco dei finanziamenti, o la semplice minaccia di farlo, è uno strumento importante che è già stato utilizzato con successo”.

Lo scorso anno, nel rapporto relativo al 2022, emergevano già una serie di tendenze che sono state riconfermate nel 2023: forte concentrazione della proprietà dei media, norme insufficienti sulla trasparenza della proprietà, minacce all’indipendenza e alle finanze dei media di servizio pubblico, casi diffusi di minacce, intimidazioni e violenza contro i giornalisti e restrizioni alla libertà di espressione e di accesso all’informazione.

La libertà dei media e il pluralismo

Il pluralismo - si legge nel report - viene schiacciato mentre il servizio pubblico e i media indipendenti sono sotto pressione”. Nel 2023 “è stato fatto poco per aumentare la trasparenza della proprietà dei media”, e in Croazia, Francia, Ungheria, Paesi Bassi, Polonia e Slovacchia la concentrazione della proprietà dei media è elevata. Significa che la maggior parte delle aziende mediatiche appartengono a pochi individui. Questo minaccia la diversità delle voci dei media e aumenta il rischio di un’informazione distorta, mentre i mezzi d’informazione si trovano ad affrontare contesti di finanziamento sempre più incerti.

In Grecia, Ungheria e Romania, le spese politiche per la pubblicità nei media sono elevate e vengono destinate in modo sproporzionato ai media favorevoli al Governo. I public service media (Psm), cioè i media del servizio pubblico, sono sotto il controllo del governo in Ungheria, mentre alla fine del 2023 erano in uno stato di incertezza in Polonia dopo il recente cambio di Governo.

In Croazia e in Italia, invece, crescono le preoccupazioni per l’influenza del governo sui Psm. Numerosi Paesi, comunque, mantengono organismi di regolamentazione dei media indipendenti, ma ciò non accade in Ungheria e in molti altri Stati membri. La fiducia del pubblico nei confronti dei media è molto bassa, soprattutto in Repubblica Ceca, dove hanno raggiunto il minimo storico nel 2023, ed è diminuita in Estonia, Germania, Ungheria e Slovacchia. Rimane bassa in Francia e Grecia.

Sicurezza e protezione dei giornalisti

In tutta Europa, denuncia Liberties, i giornalisti continuano a subire intimidazioni, sorveglianza, attacchi e detenzioni, oltre a dover affrontare cause legali “abusive che prosciugano tempo e risorse e li scoraggiano dal seguire le storie”.

In Italia, così come in Croazia e Grecia, i giornalisti hanno subito attacchi fisici nel 2023, ma anche minacce e intimidazioni. In Ungheria e Slovacchia gli abusi e le minacce verso i professionisti dell’informazione provenivano da politici eletti. In Romania la polizia non è riuscita a indagare a fondo sugli attacchi ai giornalisti, “per mancanza di risorse o di volontà”, mentre in Francia e Bulgaria sono stati gli stessi agenti di polizia ad attaccare i giornalisti.

Le azioni legali abusive, note come cause strategiche contro la partecipazione pubblica (in inglese Strategic lawsuit against public participation o Slapp), vengono spesso utilizzate contro i giornalisti in Croazia, Grecia, Italia, Paesi Bassi e Svezia. Nel 2023, in Italia, il rapporto Mapping Media Freedom dello European Centre for Press and Media Freedom (Ecpmf) ha documentato 24 episodi di procedimenti giudiziari avviati contro giornalisti. Tra questi, quello che coinvolge Roberto Saviano, riconosciuto colpevole di diffamazione penale dal Tribunale penale di Roma nell’ottobre 2023. Liberties definisce la decisione del tribunale “un duro colpo alla libertà di espressione”.

La Direttiva anti-Slapp e l’European Media Freedom Act (Emfa) sono due nuove iniziative legislative che proteggeranno meglio i giornalisti, spiega il report: la prima vuole fornire la protezione necessaria da azioni legali transfrontaliere abusive; la seconda, diventata legge nel 2024 e le cui norme entreranno in vigore nell’agosto 2025, crea un nuovo organismo di controllo e introduce nuove misure e criteri per la libertà e il pluralismo dei media negli Stati membri. Nel 2023, secondo il rapporto, in alcuni Paesi come Germania, Grecia, Paesi Bassi e Polonia i giornalisti sono stati sorvegliati attraverso l’uso degli spyware Pegasus e Predator.

Libertà di espressione e di informazione

In alcune parti dell’Ue “i giornalisti critici nei confronti del governo possono trovarsi esclusi dalle conferenze stampa o da altri eventi ufficiali, o vedersi negare l’accesso a documenti che dovrebbero essere messi a loro disposizione”. Sarebbe accaduto in Germania, Ungheria, Lituania e Paesi Bassi. Secondo alcune organizzazioni della società civile in Bulgaria, Croazia, Estonia, Ungheria, Irlanda, Italia e Grecia ci sono stati tentativi di censurare i membri della stampa o di limitare in altro modo la libertà di espressione.

In Italia, così come in Repubblica Ceca e in Grecia, la disinformazione rimane anche nel 2023 un problema serio. In molti Stati membri dell’Ue, tra cui Germania, Ungheria, Lituania e Paesi Bassi, Liberties ha registrato restrizioni all’accesso alle informazioni di interesse pubblico, mentre alcuni Governi continuano a rifiutare ai giornalisti l’accesso ai documenti o agli eventi.

Secondo il rapporto, l’Emfa è utile a rafforzare la tutela della libertà e del pluralismo dei media, ma è necessario “un sostegno di riserva” perché da sola la legge stabilisce standard minimi, è piena di lacune e delega molte questioni agli Stati membri.

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