Ambiente

Parigi vuole realizzare le Olimpiadi “più verdi di sempre”

Strutture già esistenti anziché nuovi stadi, aria condizionata limitata, trasporti sempre green, impianti pensati per essere lasciati in eredità ai cittadini. Parigi vuole dimostrare che i Giochi di luglio possono essere a bassa impronta di carbonio
Credit:  Gao Jing/Xinhua via ZUMA Press
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8 aprile 2024 Aggiornato alle 19:00

Mancano poco più di 100 giorni all’inizio delle Olimpiadi 2024 di Parigi e la sfida green degli organizzatori continua in salita fra una montagna russa di ostacoli e imprevisti, ma sembra andare nella giusta direzione.

Le Olimpiadi di luglio secondo la Francia saranno “i Giochi più verdi di sempre”: l’obiettivo è dimezzare l’impronta di carbonio di dieci anni fa passando dalla media di 3,5 milioni di tonnellate di CO2 di Londra (2012) e Rio (2016) ad “appena” 1,75 milioni di tonnellate. Per riuscirci i francesi hanno puntato su due aspetti generali: non realizzare troppe nuove strutture, usando il 95% degli impianti già esistenti, e su una edilizia basata su materiali meno impattanti e trasportati per esempio su fiume (come la Senna) anziché su strada. Due aspetti molto importanti per creare dei “Giochi green” che possano essere d’esempio anche in futuro.

Restano però delle criticità insormontabili, o per lo meno particolarmente complesse: le temperature elevate previste a luglio, osservando le ultime ondate di calore innescate dalla crisi climatica, potrebbero portare a un aumento di uso di energia e aria condizionata (con tanto di polemica sull’idea di non permetterla in alcune strutture per gli atleti), così come c’è da considerare l’impatto dei voli aerei per raggiungere Parigi da tutto il mondo, oppure l’impronta legata alla prevista impennata dei consumi, o ancora quella “ambientale” per esempio legata alla competizione del surf (che si svolgerà in Polinesia) e per la quale ci sono state diverse polemiche collegate alla costruzione di torri, per i giudici, che potrebbero impattare sugli ecosistemi.

Detto ciò la Parigi “città dei 15 minuti”, oggi sempre più ciclabile e pedonale e meno avvezza a suv e auto, capace di guardare sempre avanti in tema di sostenibilità ambientale, intende cavalcare a pieno questa sfida per mostrare che sì, dei Giochi “più verdi” si possono fare.

I sistemi per riuscire a essere meno impattanti passano da strutture in legno e a basse emissioni di carbonio, come il nuovo centro acquatico, a impianti che guardano al futuro. Per esempio ripulire la Senna per le gare di triathlon, in modo che un domani il fiume pulito e sicuro sia fruibile per i residenti. Oppure la creazione del nuovo quartiere ecologico situato a Pleyel-Bords de Seine che come hanno spiegato gli organizzatori “alla fine dei Giochi del 2024 diventerà un quartiere ecologico di nuova generazione con 3.500 unità abitative, situato nel cuore di un ambiente paesaggistico qualificato che irrigherà lo sviluppo urbano della Seine-Saint- Regione di Denis”.

Poi le politiche di trasporto: ridurre i tempi di viaggio (sempre green) per gli atleti, in modo da raggiungere in meno di mezz’ora i luoghi per le gare su mezzi di trasporto ecologici. Punto saliente delle Olimpiadi che vogliono brillare di verde è poi la scelta di non costruire, a differenza a esempio dei recenti mondiali di calcio a Doha, nuove e gigantesche strutture che tra uso di calcestruzzo e combustibili fossili sono estremamente nocive per l’ambiente.

Per i Giochi verranno infatti usati impianti solo riammodernati, con una particolare attenzione ai dettagli: persino le stoviglie saranno senza loghi, in modo da essere poi riusate.

A livello energetico diversi impianti, a differenza di generatori diesel usati in passato a esempio per gli stadi, per le gare di luglio saranno collegati alla rete elettrica cittadina in modo da evitare per esempio quei “quattro milioni di litri di diesel bruciati a Londra solo per scopi elettrici”.

Nella visione del “riciclo” rientrano quasi tutte le strutture e i sistemi: a esempio quelle del Villaggio Olimpico, a differenza di diversi altri impianti che in passato sono stati poi abbandonati dopo i vari giochi invernali ed estivi, diventeranno in parte un luogo da destinare all’edilizia popolare.

Ci saranno poi, come ha raccontato di recente The Guardian, metodi per purificare le acque reflue in modo da riusare l’acqua per innaffiare, altri in cui l’acqua piovana servirà per i servizi igienici, altre ancora per recuperare feci e residui organici in modo da ottenere fertilizzanti.

La sfida più ardua resta però quella dell’aria condizionata. Il Villaggio Olimpico è stato costruito, tramite pannelli isolanti, tende ad alta prestazione e impianti sotto pavimento collegati a centrali geotermiche, in modo da essere funzionale nel garantire temperature limitate senza l’uso di elettricità per l’aria condizionata. Una questione che ha fatto discutere: diversi atleti si sono detti preoccupati, per il caldo, in vista delle gare, tanto che certe federazioni hanno ipotizzato di noleggiare ventilatori e condizionatori portatili. Soltanto fra 100 giorni riusciremo a capire se il metodo usato dai francesi per tenere “fresche” le strutture del villaggio funzionerà o meno: in caso di vittoria, come per tutte le altre innovazioni, la scelta fungerà da apripista per i futuri Giochi. Poco si potrà fare però per il problema dell’afflusso di persone, molte delle quali arriveranno tramite aerei dall’altra parte del mondo, a Parigi.

La questione dei viaggi internazionali ha portato analisti e ambientalisti a suggerire di reinventare in futuro i Giochi, dividendo i diversi sport in alcune città del mondo e aumentando la copertura mediatica, in modo da evitare le emissioni legate ai voli intercontinentali.

Nel frattempo però i Giochi 2024 di Parigi dovranno dimostrare, anche nella “vecchia formula”, di poter essere sempre meno impattanti per l’ambiente e per quella crisi del clima che, proprio nella capitale francese nel 2015 è stata al centro dei fondamentali Accordi di Parigi per tentare di limitare, tutti insieme, l’avanzata del riscaldamento globale.

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