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Repubblica Democratica Congo: chi è Judith Suminwa Tuluka, prima donna a capo del Governo?

Il presidente Felix Tshisekedi ha scelto l’economista ed ex ministra della Pianificazione per guidare la Rdc: per la prima volta nella storia del Paese, è stata nominata una premier
Credit: Twitter.com/Présidence RDC
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 aprile 2024 Aggiornato alle 07:00

Per la prima volta nella storia del Paese, la Repubblica Democratica del Congo avrà una donna a capo del Governo: il presidente Félix Tshisekedi, rieletto a dicembre per un secondo mandato, ha nominato premier l’ex ministra della Pianificazione Judith Suminwa Tuluka. È la prima donna a ricoprire l’incarico in Rdc. «So che il compito è grande e le sfide immense, ma con il sostegno del presidente e di tutti, ce la faremo», ha detto Tuluka nel suo discorso inaugurale trasmesso dalla televisione di Stato.

Tuluka sostituisce Jean-Michel Sama Lukonde Kyenge, che si è dimesso a febbraio dopo quasi tre anni di Governo. La nuova premier congolese è un’economista: ha conseguito un master in Scienze del Lavoro - Amministrazione e gestione del personale, poi ha conseguito una laurea in economia applicata. Prima di entrare nel mondo della politica ha lavorato nel settore bancario; poi, nel Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), è stata coordinatrice del progetto di Consolidamento della pace e rafforzamento della democrazia per la capitale del Congo, Kinshasa, riporta la Bbc. In seguito ha lavorato presso l’ufficio del ministero del Bilancio e nel 2023 è stata nominata ministra della Pianificazione, dove si è occupata di programmare la politica di sviluppo economico e sociale di un Paese da 100 milioni di abitanti.

La neo prima ministra, che nelle prossime settimane nominerà un nuovo gabinetto, assume il ruolo mentre un’ondata di violenza sta attraversando la parte orientale del Paese, al confine con il Ruanda. Da anni questo territorio continua a essere devastato da circa 120 gruppi armati (milizie locali di autodifesa, gruppi criminali o ribelli) che cercano una spartizione dell’oro e di altre risorse della regione mentre compiono omicidi di massa. Diversi rapporti dell’Onu accusano Kigali di sostenere il Movimento 23 marzo (M23), un gruppo ribelle che dalla fine del 2021 è ricomparso nel Paese e ora controlla diverse porzioni di territorio.

A dicembre del 2023 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha votato a favore del ritiro graduale delle Nazioni Unite dal Paese, nonostante le preoccupazioni per l’escalation di violenze: a fine febbraio, a 25 anni dall’inizio della missione dell’Onu Monusco nella Repubblica Democratica del Congo, i caschi blu hanno iniziato il proprio ritiro, come richiesto dal Governo di Kinshasa, che ritiene la loro presenza inefficace. I combattimenti tra l’esercito congolese e i ribelli dell’M23 hanno aggravato la crisi di sicurezza nel Paese, dove 30 anni di violenze hanno provocato lo sfollamento di oltre 7 milioni di persone, tra cui mezzo milione di rifugiati, in quella che secondo le Nazioni Unite è una delle peggiori crisi umanitarie del mondo.

«Sono consapevole della grande responsabilità che ho», ha dichiarato Tuluka nel suo primo discorso alla televisione nazionale, aggiungendo di voler lavorare «per la pace e lo sviluppo» affinché «il popolo congolese possa beneficiare delle risorse» del Paese. Tuluka è un’esponente del partito Udps - Unione per la Democrazia e il Progresso Sociale, di cui è presidente Tshisekedi. I partiti che lo sostengono hanno ottenuto più del 90% dei seggi in Parlamento nelle elezioni di dicembre, dove ha trionfato con il 73,47%.

In questo contesto la neo prima ministra Judith Suminwa Tuluka dovrà promuovere le priorità del presidente in termini di occupazione, gioventù, donne e coesione nazionale in una delle aree più povere del mondo, colpita da conflitti armati, disastri naturali e focolai di malattie. Come spiega l’organizzazione umanitaria internazionale Intersos, “quasi il 70% della popolazione congolese vive in zone rurali, principalmente impegnata nella coltivazione, nella pesca e nell’allevamento di bestiame, in condizioni precarie e povertà assoluta nonostante l’immenso potenziale”.

Scegliendo, per la prima volta nella storia del Paese, una donna per il ruolo di primo ministro, Tshisekedi compie un passo significativo verso l’uguaglianza di genere nella politica della Rdc.

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