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Ue, disinformazione: le linee guida per salvaguardare le elezioni

L’Unione europea ha pubblicato nuove linee guida che si ispirano al Digital Service Act per tutelare le elezioni dalle fake news diffuse online. Ecco cosa prevedono
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29 marzo 2024 Aggiornato alle 11:00

Mancano poco più di due mesi alle elezioni e l’Unione europea si prepara a garantire che la disinformazione e le fake news online non influenzino il dibattito pubblico.

La Commissione europea, infatti, ha pubblicato in data 26 marzo le linee guida per le piattaforme online e i motori di ricerca di grandi dimensioni per mitigare i “rischi sistemici” in vista dell’apertura delle urne a inizio giugno.

Le linee guida, basate sul nuovo Digital Services Act (Dsa), delineano gli obblighi per i servizi digitali con oltre 45 milioni di utenti attivi nell’Unione, focalizzandosi sui pericoli legati ai processi elettorali, ai diritti fondamentali e alla libertà di espressione: «Le elezioni del Parlamento europeo sono particolarmente vulnerabili e necessitano di mettere in atto misure speciali», ha spiegato un funzionario.

Il documento, nel complesso, propone una serie di misure da adottare prima, durante e dopo le elezioni, con un focus sulla preparazione interna delle piattaforme (tra queste rientrano due grandi motori di ricerca, Google e Bing, insieme a 17 piattaforme, tra cui quelle di social networking) attraverso l’incremento di risorse dedicate.

Tra le tattiche di mitigazione del rischio ci sono, per esempio, la diffusione di informazioni ufficiali, programmi di alfabetizzazione mediatica, l’adattamento dei sistemi di raccomandazione (quegli algoritmi che ci consigliano i contenuti sulla base delle nostre ricerche precedenti) e la limitazione della monetizzazione. Inoltre, per garantire maggiore trasparenza, la pubblicità politica deve essere chiaramente etichettata come tale.

Più nello specifico, le aziende di social media saranno tenute a organizzare una squadra di fact-checker e di moderatori con una conoscenza collettiva delle 24 lingue dell’Unione. Di particolare interesse, poi, è l’attenzione rivolta alla mitigazione dei rischi legati all’intelligenza artificiale generativa, considerando il potenziale dei deepfake nel diffondere contenuti non solo falsi, ma anche pericolosi.

Nel concreto, le piattaforme non sono legalmente obbligate a mettere in atto le nuove misure, ma se non dispongono di sistemi di mitigazione che siano efficaci possono incorrere in sanzioni fino al 6% del loro fatturato e multe se non rispettano il Dsa.

La Commissione consiglia inoltre una stretta cooperazione con autorità nazionali, europee, esperti indipendenti e organizzazioni della società civile per garantire uno scambio efficiente di informazioni, soprattutto per quanto riguarda la manipolazione e l’interferenza dall’estero.

In questo contesto, l’Unione europea ha sottolineato che l’attenzione alla disinformazione non è rivolta soltanto a pericoli provenienti dall’interno, ma anche da attori esteri: «Dobbiamo stare all’erta indipendentemente da dove provenga la campagna di disinformazione, dato il contesto geopolitico in cui ci troviamo, con le due zone di guerra nel nostro vicinato», spiegano.

Ma perché si sono rese necessarie queste misure? Durante la presentazione delle nuove linee guida, i funzionari hanno riportato alcuni casi verificatesi negli ultimi 9 mesi, mentre il Dsa non era ancora in vigore.

In Olanda, durante l’ultima tornata elettorale sono circolate su Facebook fake news legate alle modalità di voto, mentre nei Paesi Bassi i gruppi di estrema destra hanno cercato di emulare Trump affermando che le elezioni generali erano state rubate, utilizzando hashtag come #votefraud e #stopthesteal. Ancora, in Spagna account falsi hanno diffuso notizie secondo cui sarebbero state presenti delle bombe nelle cabine elettorali, scoraggiando gli elettori.

Eventi, questi, che hanno ben evidenziato la necessità di vigilanza e interventi mirati per proteggere l’integrità delle elezioni e il libero dibattito democratico.

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