Ambiente

Il massacro delle nutrie

In Italia, soprattutto nella Pianura Padana, c’è un problema enorme con le nutrie. Ma le politiche di abbattimento non stanno portando risultati. Varrebbe forse allora la pena considerare misure più umane?
Credit: Andreas Schantl 
Tempo di lettura 4 min lettura
30 marzo 2024 Aggiornato alle 20:00

La Pianura Padana (ma non solo) ha un problema con le nutrie, roditori dell’America meridionale diffusi anche in Italia, che stanno creando diversi disagi agli ecosistemi locali e all’agricoltura.

Una situazione che quindi è necessario affrontare, certo, ma che forse richiederebbe (almeno) un minimo di umanità, un sentimento che l’uomo spesso ignora, dimenticandosi che siamo tutti ospiti della Terra, anche quelle specie che ci piacciono meno.

La questione delle nutrie in Italia è affidata dal 2018 da un piano nazionale di gestione sviluppato dall’allora Ministero dell’Ambiente in conformità con le direttive europee, che prevede diverse attività, tra le quali la cattura e soppressione o l’uccisione diretta di questi animali.

Il piano però non sembra così efficace. Recentemente, l’emergenza è stata al centro di una riunione presso la Prefettura della Provincia di Ferrara, e, di nuovo, è stata messa in evidenza la necessità di eradicare questa specie considerata infestante. Durante il tavolo tecnico, l’Assessore regionale all’Agricoltura, Massimo Mammi, ha sottolineato l’impegno della Regione nell’affrontare la questione.

In questa prospettiva solo nel 2024 sono stati stanziati 100.000 euro di fondi regionali per l’abbattimento dell’animale, oltre al contributo della polizia provinciale che aveva aderito anche in passato. Utilizzando carabine ad aria compressa calibro 22, già nel 2023, insieme a 350 coadiutori, aveva infatti eliminato oltre 44.100 nutrie, che rappresentano circa il 50% del totale abbattuto sull’intero territorio regionale.

Durante la riunione, però, gli agricoltori hanno espresso lamentele anche verso altre specie che ritengono nocive per i raccolti, come il colombaccio o l’oca selvatica. «Poi decideranno di sterminare i lupi, le volpi, i daini, i gabbiani, le istrici… Qui si vuole una natura morta, solo coltivazioni, un deserto agricolo che darà sì da mangiare, ma che non deve essere abitato da nessun essere vivente, a parte l’uomo» ha commentato Micaela Cristofori, delegata Opia – Organizzazione Internazionale Protezione Animali di Ferrara, che ha poi raccontato un altro fatto rilevante, ovvero che le nutrie negli anni aumentano anziché diminuire.

Alla luce di ciò sorge spontaneo chiedersi se l’abbattimento sia davvero una soluzione efficace o se non si tratti ormai di crudeltà fine a se stessa.

Uno strumento alternativo potrebbe essere la sterilizzazione controllata, ma ogni intervento avrebbe un costo di 100€, e dunque diventerebbe insostenibile dal punto di vista economico.

Enrico Foriani, responsabile delle guardie zoofile di Opia spiega che l’abbattimento si sta trasformando in una vera e propria tortura nei confronti dell’animale: «abbiamo segnalazioni di catture in gabbia, con le nutrie lasciate sotto il sole per giorni a morire di sete, o di quelle uccise a forconate o a badilate». Il che, oltre a essere contro il regolamento, è anche terribilmente disumano.

«L’eradicazione prevista dalla Regione non è possibile, in un territorio come questo - spiega Barbara Faccini, docente del dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della prevenzione dell’Università di Ferrara e attivista di Animal Liberation - Si può pensare a un contenimento numerico, ma certo non con gli abbattimenti. E poi mancano i dati, nessuno ha mai fatto un censimento scientifico, ci si basa solo sui rilievi dei cacciatori e sui danni all’agricoltura».

Un’altra soluzione proposta è quella di somministrare il Gonacon, un immuno-contraccettivo già utilizzato nei parchi naturali americani su ungulati, asini e cavalli selvatici: «un farmaco che provoca il calo della fertilità, e quindi va incontro alle richieste degli animalisti» spiega Andrea Morsolin, agronomo del Consorzio di Bonifica renana.

Oppure l’introduzione di un predatore naturale, il lupo. Ma il rischio è che poi si combattano battaglie di sterminio anche per loro.

Leggi anche
Animali
di Sara Peggion 3 min lettura
Politica
di Giunio Panarelli 3 min lettura