Ambiente

Ora anche le spiagge di Bali sono invase dai rifiuti

Da quelle vicino a Kuta al villaggio di Teluk a Giava, diversi litorali sono interamente ricoperti da un mare di immondizia a causa di forti piogge e maree. Per l’Indonesia, l’inquinamento resta un problema complesso da risolvere
Credit: EPA/MADE NAGI 
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21 marzo 2024 Aggiornato alle 16:00

Lattine al posto dei granelli di sabbia: il paradiso può attendere.

Per molti anni Bali è stata considerata come una mecca dei viaggi esotici, del turismo da surf e delle avventure in stile “Prega, mangia, ama”.

Nel tempo è cambiata, oggi è zeppa di nomadi digitali che affittano case e b&b, di russi espatriati a inizio conflitto e di bar e servizi cresciuti come funghi, ma è zeppa anche di altro: un mare di rifiuti di plastica e non solo.

Se prima molte delle spiagge dell’isola venivano in parte risparmiate da quello che è un serissimo problema dell’Indonesia, dove si stima che un terzo dei rifiuti non venga né riciclato né diretto alle discariche, e dunque in gran parte disperso in ambiente, oggi anche questo paradiso del surf è colpito da un’ondata di immondizia sulle spiagge.

Le immagini che arrivano da Kedonganan, Kuta, sono impressionanti: in questa stagione di piogge forti, ancor più intense per via della crisi del clima, con la complicità di vento e maree milioni di rifiuti si sono riversati sul litorale, ricoprendo completamente le spiagge - a poca distanza dalle note Canggu e Seminyak - di una quantità indicibile di rifiuti.

In particolare è la costa meridionale a essere colpita, in quella che i giornali locali, come The Bali Sun, definiscono una delle più grandi ondate di rifiuti degli ultimi tempi.

Nel litorale a nord di Jimbaran Beach, poco distante dall’aeroporto, si osservano pezzi di plastica, lattine, bottiglie e ogni tipo di rifiuto trascinati a riva, mettendo in difficoltà non solo la vita dei residenti e dei turisti, ma anche quella dei pescatori.

“Ce n’è così tanta che disturba i pescherecci, poiché le barche sono parcheggiate sulla spazzatura”, raccontano i locali ai quotidiani indonesiani.

Non è la prima volta che da ottobre a marzo, nella stagione delle piogge, i rifiuti coprono le spiagge: i livelli raggiunti quest’anno però stanno seriamente preoccupando gli abitanti di una Indonesia dove si stima che 200.000 tonnellate di plastica siano finite nell’oceano.

Ovviamente, i primi a pagare le conseguenze di tutto ciò sono gli ecosistemi marini e le tante specie che popolano l’Indonesia. Questo non solo a Bali, ma anche nell’isola di Giava per esempio.

Qui a Teluk, nella provincia indonesiana di Banten, la spiaggia di un villaggio di pescatori è stata completamente sommersa dai rifiuti nelle ultime ore. Come racconta l’agenzia Reuters, le persone del posto erano in lacrime e impotenti davanti a mucchi di spazzatura ovunque. Anche in questo caso le forti piogge hanno contribuito a nuove ondate di rifiuti, quelli che si sono fatti strada per anni dai fiumi verso il mare e che poi le maree riportano a riva.

Ci sono confezioni di ogni tipo, spazzolini, sacchetti per noodle istantanei, sandali, gomme, monouso usa e getta e via dicendo, praticamente di tutto. Ostacolati dalla marea di spazzatura, anche qui i pescatori fanno fatica ad andare a pescare e hanno - a causa dell’inquinamento - dirette ripercussioni sul loro reddito. “Molti abitanti del villaggio piangeranno perché non potranno comprare il riso se il tempo continua così”, ha raccontato un pescatore spiegando come le piogge contribuiscono a portare i rifiuti a riva.

In generale il problema rifiuti e inquinamento da plastica per l’Indonesia resta estremamente complesso. Su un campione di 280 città nel 2022 sono stati prodotti 33 milioni di tonnellate di rifiuti, ma il 36% non è finito in discarica dato che la maggior parte di quelle alimentari e dedicate alla plastica sono oggi sovraffollate.

Diventate anche virali o estremamente famose su TikTok e altri social, le azioni per ripulire la spazzatura nelle spiagge da parte sia dei giovani locali che di associazioni internazionali, sembrano voler lanciare un messaggio di speranza e di cambiamento ma poco possono con un problema che, a ogni stagione delle piogge, torna a farsi sentire con maggior prepotenza.

Anche nella stessa Teluk nel 2023 avevano ripulito le spiagge: oggi, dopo le maree, siamo punto e a capo. Come in tutta l’Asia, serve una profonda riforma nella gestione dei rifiuti, nei comportamenti individuali, nel riciclo e nel consumo di plastica (di cui buona parte arriva dall’Occidente).

Nel tentativo di recuperare un paradiso soffocato dai rifiuti a fine 2023 il governo indonesiano ha annunciato che parte della nuova tassa sul turismo sarà spesa proprio per la gestione dei rifiuti e a Bali i fondi saranno usati “per l’ambiente, la cultura e per costruire infrastrutture di migliore qualità”.

Staremo a vedere se basterà.

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