Futuro

Il futuro secondo Ikea: cosa ci aspetta nel 2030?

Il rapporto Life at Home ha analizzato i cambiamenti della vita in casa dal 2014 al 2023, intervistando 250.000 persone in 40 Paesi. L’azienda svedese ha immaginato tre scenari per “agire in modo che la vita ci porti verso traguardi più costruttivi”
Credit: Ikea/Ai Generated  

Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
12 marzo 2024 Aggiornato alle 08:00

Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato, superando di 1,48 °C la media dell’era preindustriale, secondo il Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus. E di questo passo, se globalmente non verranno presi seri provvedimenti, la crisi climatica non farà che aggravarsi.

Qualcuno si è chiesto: verso quale futuro vogliamo consapevolmente incamminarci? Il marchio globale di arredamento Ikea ha pensato di immaginare tre possibili futuri che ci attendono a seconda delle scelte che decideremo di fare. Nel nuovo Life at Home report 2023 l’azienda svedese ha esplorato passato, presente e futuro, guardando alle 250.000 persone intervistate in 40 Paesi nelle dieci edizioni del rapporto realizzate dal 2014 a oggi.

Grazie alla ricerca previsionale, Ikea ha cercato di immaginarsi come vivremo e come saranno le nostre case tra sei anni. “Continueremo a patire gli effetti di shock sistemici, come pandemie, guerre e crisi finanziarie”, scrive l’azienda nel report. “Sappiamo che la frammentazione sociale rischia di inasprirsi e il tessuto che tiene insieme le società si sfalderà per effetto di disuguaglianze e conflitti etnici. In questo contesto, è molto probabile che il divario tra aspirazioni ed esigenze soddisfatte si allarghi ulteriormente”. Ma il futuro e le possibilità che ci aspettano “diventano opportunità d’azione”.

Le incertezze dei prossimi anni che “oscillano tra due estremi”, secondo la visione di Ikea, riguardano: condivisione degli spazi oppure privacy personale; tecnologie autonome vs controllo individuale; nuove esperienze o stabilità permanente; controllo della natura oppure armonia con la natura. I tre futuri immaginati da Ikea - osservabili grazie alle immagini generate dall’intelligenza artificiale - ruotano attorno a elementi diversi: il primo si basa su tecnologia e virtuale; il secondo rimanda al valore delle comunità autosufficienti; il terzo è uno scenario in cui «c’è più sintonia con la natura grazie alla tecnologia, un mondo che ha dovuto adattarsi agli impatti del cambiamento climatico, con case più reattive a fattori esterni», ha spiegato Sonia Belluschi, customer insights di Ikea, alla presentazione del rapporto. In quest’ultimo futuro, ha detto, «esistono fattorie super ecologiche e iper tecnologiche, che integrano perfettamente nel loro design sia natura che tecnologia».

Il futuro possibile numero 1 è caratterizzato da stili di vita “transitori”, in una “costante ricerca di soluzioni migliori”, dove le case sono sempre e ovunque accessibili “grazie alla tecnologia personalizzata” e finalizzata “al progresso individuale, alla privacy e alla sete di nuove esperienze”.

Ikea si immagina Jin, che abita in una capsula in un grattacielo nel centro di Seul, che presto tornerà nella sua casa sul mare per la festa di laurea a cui parteciperanno gli amici, chi in persona e chi collegato virtualmente. L’assistente vocale gli gestisce l’agenda, può viaggiare digitalmente.

Il secondo futuro possibile vede la popolazione mondiale divisa in comunità che vivono vite indipendenti e separate. Le persone si raggruppano in base alle idee condivise, allo stile genitoriale e a tutto ciò che le accomuna. Interagiscono con le altre comunità solo per scopi commerciali. Questa “frammentazione sociale, portata agli estremi, esige l’autosufficienza delle comunità, che quindi premiano gli individui che hanno le competenze più poliedriche”, spiega il report. La tecnologia “è guardata con sufficienza, la natura è partecipe ma non ha un ruolo cardine”.

La vita di Angela, infatti, è scandita da attività di gruppo, come l’“Officina delle donne”, in cui insegna alle altre residenti le tecniche di saldatura imparate in un istituto tecnico della città. Lei ha scelto di vivere in una comune di sole donne in Massachussets, negli Stati Uniti.

Il terzo scenario è un adattamento del mondo alle conseguenze della crisi climatica: “le politiche bilaterali dei governi hanno promosso iniziative ecologiche sovranazionali, coordinando l’adozione generalizzata di sistemi domotici per un uso efficiente delle risorse” e “i cittadini devono rendere pubblico il bilancio dei propri consumi energetici”.

Tutto è interconnesso e ogni azione ha un impatto sul pianeta, tutti lo sanno. Jamie, insegnante di scuola elementare non binario, vive con i due partner e i figli a nord di Uppsala, in Svezia: alcune cose, come la spesa, sono delegate al cloud, ma altre richiedono ancora l’intervento umano. La coltivazione dei campi, per esempio. Un’intelligenza artificiale monitora i consumi energetici della casa, così come il benessere della famiglia, e suggerisce interventi migliorativi.

Man mano che l’idea di “casa” si evolverà, così come ha fatto nel corso della pandemia da Covid-19, come costruiremo ambienti familiari e connessioni sociali in futuro? Ikea prova a immaginarlo a partire dai bisogni delle persone.

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