Ambiente

Il 2023 è l’anno più caldo della storia

Con un novembre dalla media di 14 °C a livello globale, l’anno che sta per concludersi è ormai certo che risulterà il più caldo di sempre. Per gli scienziati il problema è sempre il solito: i combustibili fossili
Credit: Isi Parente  

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7 dicembre 2023 Aggiornato alle 19:00

C’è posta dai satelliti per i potenti del mondo.

Il titolo del messaggio è: “Il 2023 è stato l’anno più caldo della storia”, nel sottotitolo si legge invece che “non c’è più tempo, serve un’azione immediata” se vogliamo provare davvero a mantenere le temperature entro i famosi +1,5 °C.

Questa sorta di ipotetica missiva è deducibile dall’ultimo report del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus (Cams): ci dice appunto che secondo i dati registrati nell’ultimo novembre il 2023 sarà ufficialmente l’anno più caldo di sempre.

Una informazione, l’ennesima, utile a concentrarsi sulla necessità di azione per curare il Pianeta: dato che la scienza ci dice che sono le emissioni legate ai combustibili fossili il problema numero uno del riscaldamento planetario, per curarlo serviranno scelte drastiche, come inserire l’uscita graduale (e rapida) di gas, petrolio e carbone all’interno del negoziato finale della Cop28 di Dubai, la grande Conferenza sul clima dove i Paesi di tutto il mondo stanno discutendo sul futuro climatico del Pianeta.

Nel dettaglio i dati di Copernicus ci dicono molto sull’anno che sta per finire: “Il novembre 2023 è stato il più caldo mai registrato a livello globale, con una temperatura media superficiale dell’aria di 14,22 °C, 0,85 °C al di sopra della media di novembre per il periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e 0,32 °C al di sopra della temperatura del precedente novembre più caldo, quello del 2020”.

Questo, come ricorda Samantha Burgess, vice capo dell’Ufficio Dipartimento per i cambiamenti climatici di Copernicus, certifica che «il 2023 ha ora sei mesi e due stagioni da record. Inoltre questo novembre straordinario fa sì che il 2023 sarà l’anno più caldo mai registrato nella storia».

Impressionanti, fra i dati raccolti da Copernicus, proprio quelli relativi all’ultimo novembre: è stato più caldo di circa 1,75 °C rispetto al periodo di riferimento preindustriale.

“Per l’anno solare in corso, da gennaio a novembre, la temperatura media globale per il 2023 è la più alta mai registrata, 1,46 °C al di sopra della media preindustriale in riferimento al periodo compreso tra il 1850 e il 1900 e 0,13 °C in più rispetto alla media degli undici mesi del 2016, attualmente l’anno solare più caldo mai registrato”, aggiungono gli scienziati. Significa che ormai siamo vicinissimi a superare la famosa soglia dei +1,5 °C, tanto che anche alla Cop molti esperti suggeriscono l’immediata necessità di predisporre azioni per restare entro i +2 °C, che sono una enormità per gli equilibri della Terra.

Di questo passo, continua Burgess rafforzando il messaggio che contengono i dati stessi, «la temperatura potrà solo aumentare finché il mondo continuerà a riversare gas serra nell’atmosfera. Inondazioni catastrofiche, incendi, ondate di caldo e siccità continueranno. A meno che non facciamo qualcosa per risolvere la nostra dipendenza dai combustibili fossili».

Un’indicazione chiarissima e che non lascia spazio a interpretazioni.

«Finché le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare, non possiamo aspettarci risultati diversi da quelli visti quest’anno», afferma anche il direttore di C3S, l’italiano Carlo Buontempo. «La temperatura continuerà ad aumentare, così come gli effetti delle ondate di caldo e della siccità. Raggiungere lo zero netto il prima possibile è un modo efficace per gestire i nostri rischi climatici», conclude.

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