Ambiente

Abbiamo imparato qualcosa dall’anno più caldo di sempre?

Nel 2023 - ci dice Copernicus - sono stati battuti record su record e nel 2024 le temperature medie potrebbero crescere ancora. La consapevolezza del Pianeta che cambia (in peggio) ci farà reagire?
Credit: EPA/MICHAEL REYNOLDS 
Tempo di lettura 5 min lettura
10 gennaio 2024 Aggiornato alle 12:00

La conferma ufficiale è arrivata solo ora a inizio 2024: quello appena passato è stato l’anno più caldo della storia del Paese con record che hanno spazzato via quelli precedenti. Non solo, siccome nel 2023 la Terra è risultata di 1,48 °C più calda rispetto al periodo pre-industriale, è facile immaginare che tra crisi del clima e influenza del fenomeno naturale di El Niño quest’anno potremmo toccare la famosa quota di +1,5 °C, quella degli Accordi di Parigi.

Si tratta di ennesimi segnali, inequivocabili, di un cambiamento epocale in corso a livello climatico, un cambiamento che richiede preparazione, adattamento, mitigazione e scelte politiche sempre più drastiche, nonostante il mondo sia ancora lontano dall’eliminare le principali fonti che portano alle emissioni climalteranti, ovvero i combustibili fossili. La domanda però è: report dopo report, quando l’umanità inizierà davvero a reagire? In attesa di una risposta, a fornirci i dati di un Pianeta sempre più bollente, con un 2023 per molti aspetti sia incredibile che drammatico, è ancora una volta il lavoro degli scienziati del Copernicus Climate Change Service (Cccs) dell’Ue.

Secondo la rianalisi dei dati effettuata dagli esperti il 2023 ha superato record su record a cominciare dal giugno più caldo di sempre per finire con periodi in cui le medie giornaliere della temperatura globale hanno brevemente superato i livelli pre-industriali di oltre 2 °C.

Inoltre, ricordano da Copernicus, “nel 2023 la temperatura media globale è stata di 14.98 °C, 0.17 °C in più rispetto al precedente valore annuale più alto del 2016”, ma è anche stato l’anno in cui per la prima volta nella storia ogni giorno di un anno ha superato di 1 °C il livello preindustriale del periodo compreso tra il 1850 e il 1900. “Quasi il 50% dei giorni è stato più caldo di 1.5 °C rispetto al livello del periodo tra il 1850 e il 1900 e due giorni di novembre sono stati, per la prima volta, più caldi di 2 °C” si legge nel report in cui si specifica come “ogni mese da giugno a dicembre del 2023 è stato più caldo del corrispondente mese dell’anno precedente”.

Record che non valgono solo per i mesi estivi nel nostro emisfero, ma anche per quelli invernali. L’inverno europeo 2022-2023 (dicembre 2022 - febbraio 2023) è stato il secondo più caldo mai registrato. A livello globale dicembre 2023 è stato il dicembre più caldo mai registrato “con una temperatura media di 13.51 °C, 0.85 °C al di sopra della media del periodo compreso tra il 1991 e il 2020 e 1.78 °C al di sopra del livello compreso tra il 1850 e il 1900 per lo stesso mese”.

Poi c’è una infinita serie di dati anche relativi alle temperature degli oceani che suonano come un gigantesco campanello d’allarme dato che mari più caldi portano a un accumulo di energia e conseguenti eventi meteo sempre più intensi. “Le temperature medie globali della superficie del mare (Sst) sono rimaste persistentemente e insolitamente alte, raggiungendo livelli record per il periodo dell’anno che va da aprile a dicembre” spiegano da Copernicus ricordando anche gli effetti del fenomeno naturale di El Niño.

Sempre lo scorso anno il ghiaccio marino antartico in 8 mesi ha raggiunto “estensioni minime da record per il corrispondente periodo dell’anno. Sia l’estensione giornaliera che quella mensile hanno raggiunto i minimi storici nel febbraio 2023”.

Tutto ciò avviene mentre le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e metano hanno continuato ad aumentare e “hanno raggiunto livelli record nel 2023, raggiungendo rispettivamente 419 ppm e 1902 ppb. Le concentrazioni di anidride carbonica nel 2023 sono state superiori di 2.4 ppm rispetto al 2022 e le concentrazioni di metano sono aumentate di 11 ppb” concludono i ricercatori aggiungendo che oltretutto le emissioni globali di carbonio stimate per gli incendi nel 2023 sono aumentate del 30% rispetto al 2022.

Come ha detto Carlo Buontempo, direttore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, «gli eventi estremi che abbiamo osservato negli ultimi mesi testimoniano in modo drammatico quanto siamo lontani dal clima in cui si è sviluppata la nostra civiltà. Ciò ha profonde conseguenze per l’Accordo di Parigi e per tutti gli sforzi umani. Se vogliamo gestire con successo il nostro portafoglio di rischi climatici, dobbiamo urgentemente decarbonizzare la nostra economia, utilizzando i dati e le conoscenze sul clima per prepararci al futuro».

Per Samantha Burgess, vicedirettore del Servizio per il Cambiamento Climatico di Copernicus, «il 2023 è stato un anno eccezionale, in cui i record climatici sono caduti come tessere del domino. Non solo il 2023 è l’anno più caldo mai registrato, ma è anche il primo anno con tutti i giorni più caldi di 1 °C rispetto al periodo preindustriale. Le temperature del 2023 superano probabilmente quelle di qualsiasi periodo degli ultimi 100.000 anni».

I dati li abbiamo, la consapevolezza di ciò che sta accadendo anche e nel 2024, andando dritti verso i +1,5 °C, sappiamo bene che molto probabilmente assisteremo a un altro anno di sconvolgimenti per il Pianeta.A questo punto, come dice la professoressa Daniela Schmidt dell’University of Bristol, «la domanda è: questo nuovo report porterà all’azione e a cambiamenti su larga scala nel comportamento?».

Bisogna chiederselo perché «ogni piccolo cambiamento adesso, riducendo ogni incremento del riscaldamento, potrebbe essere importante, mentre troppo spesso le ambizioni di cambiamento vengono promesse entro il 2050, in un’altra generazione».

Leggi anche
Turismo
di Elisabetta Ambrosi 5 min lettura
Estate bollente
di Ilaria Marciano 3 min lettura