Economia

Il divario di genere globale per le donne sul posto di lavoro è molto più ampio di quanto pensi

Secondo il nuovo rapporto della Banca Mondiale, non esiste un Paese al mondo che garantisce a uomini e donne pari opportunità. In Italia, le donne godono solo del 68,8% dei diritti di cui godono gli uomini
Credit: Moe Magners 
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8 marzo 2024 Aggiornato alle 10:00

Quanto è ampio il divario di genere a livello globale? Tanto, molto di più di quanto si pensasse. E colmarlo potrebbe aumentare il prodotto interno lordo globale dell’oltre 20%.

A dirlo è il nuovo rapporto della Banca Mondiale, che porta alla luce una sconcertante verità: nessun Paese al mondo offre a donne e uomini pari opportunità nella forza lavoro. Il nuovo dato è emerso quando l’ente ha studiato l’impatto che hanno le politiche di assistenza e di sicurezza sulla partecipazione femminile al mercato del lavoro, prendendo in esame 190 Paesi.

Secondo il report, quando vengono presi in considerazione questi 2 nuovi elementi, finora esclusi in questo tipo di indagini, emerge che in media le donne godono solo del 64% della tutela legale di cui godono gli uomini, registrando un calo rispetto alla stima precedente, che si attestava al 77%.

Tea Trumbic, autrice del rapporto, ha spiegato il motivo di questo crollo percentuale: i costi per l’assistenza all’infanzia potrebbero rendere proibitivo ai (neo)genitori fare affidamento a servizi esterni alla famiglia, e così, in molti casi le donne sono costrette a rinunciare al lavoro per prendersi cura dei figli. Analogamente, le questioni una scarsa tutela delle vittime di violenza impedisce loro di avere autonomia e indipendenza economica.

Il rapporto Women, Business and Law

La decima edizione del report, dunque, ha valutato per la prima volta il divario tra le leggi e le politiche messe effettivamente in atto per garantirle. Cosa emerge? Che, in media, i Paesi hanno istituito meno del 40% dei sistemi necessari per la piena attuazione.

Dunque, in altri termini, a livello globale le donne guadagnano solo 77 centesimi per ogni dollaro guadagnato dagli uomini. a essere particolarmente colpita da questo gap, nonostante le recenti riforme legislative, è l’Africa sub-sahariana: a esempio, il Togo ha promulgato un numero significativo di leggi che riconoscono alle donne il 77% dei diritti legali degli uomini; tuttavia, solo circa un quarto di queste norme sono state attuate con efficacia a causa della mancanza di adeguate strutture e risorse.

«Abbiamo assistito a un consistente sforzo di riforma da parte di diversi Paesi africani. Quest’anno il rapporto evidenzia che Togo e Sierra Leone hanno avuto cambiamenti davvero importanti nel corso degli ultimi 3 o 4 anni – spiega Trumbic – Ma le strutture di sostegno sono in gran parte carenti».

E ancora: «Ma le strutture di sostegno sono in gran parte carenti. Ecco perché il divario nell’attuazione è ancora maggiore nei Paesi che hanno recentemente riformato: perché hanno innalzato gli standard nelle loro leggi, ma non hanno i meccanismi di supporto per implementarle».

Più nello specifico, secondo l’indagine, meno della metà dei Paesi presi in esame dispone di sostegno finanziario sgravi fiscali per i neogenitori, e meno di un terzo dispone di standard di qualità per l’assistenza all’infanzia che possano garantire sicurezza, sia ai genitori che ai figli.

Un altro dato sorprendete è che mentre 151 Paesi hanno nella propria legislatura norme contro le molestie sessuali sul posto di lavoro, solo 40 tutelano le donne nelle aree pubbliche o sui trasporti pubblici, lasciandole “scoperte” mentre si recano sul posto di lavoro.

«In tutto il mondo, leggi e pratiche discriminatorie impediscono alle donne di lavorare o avviare imprese su un piano di parità con gli uomini», spiega Indermit Gill, economista del Gruppo della Banca Mondiale.

E conclude: «Colmare questo divario potrebbe aumentare il prodotto interno loro globale di oltre il 20%, sostanzialmente raddoppiando il tasso di crescita globale nel prossimo decennio, ma le riforme sono rallentate a passo d’uomo».

La situazione italiana

Spostando lo sguardo in Europa e in particolare in Italia, vediamo complessivamente sostanziali differenze a livello regionale. Per quale che riguarda il punteggio nel quadro giuridico, il nostro Paese si classifica in testa, con un punteggio solido par a 95, superando di poco Nuova Zelanda e Portogallo.

Questo primato italiano, però, è accompagnato da un triste “ma”: a fronte di una maggiore parità nei quadri giuridici, vi è una persistente disparità nei diritti delle donne nella pratica. Infatti, a differenza di economie come la Norvegia, dove gli esperti stimano che le donne godano del 97,5% dei loro diritti, in Italia si stima che fruiscano invece soltanto del 68,8% dei propri diritti.

Ancora, sebbene il nostro Paese, come detto, ottenga un punteggio elevato relativo al quadro giuridico, i quadri di sostegno registrano un 65 su 100, avvicinandosi a Cile e Colombia, con le donne che hanno solo il 78% dei diritti legali di cui godono gli uomini.

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