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Russia: Putin ha messo in guardia l’Occidente nel suo discorso alla Nazione

Rivolgendosi all’Assemblea federale a Mosca il 29 febbraio, il presidente russo ha parlato della guerra in Ucraina, del suo possibile ingresso nella Nato e delle conseguenze «gravi» che «qualsiasi potenziale aggressore dovrà affrontare»
Un gruppo di persone assiste alla trasmissione in diretta del discorso annuale del Presidente russo Vladimir Putin all'Assemblea federale, a Mosca, il 29 febbraio 2024.  
Un gruppo di persone assiste alla trasmissione in diretta del discorso annuale del Presidente russo Vladimir Putin all'Assemblea federale, a Mosca, il 29 febbraio 2024.   Credit: EPA/MAXIM SHIPENKOV
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
1 marzo 2024 Aggiornato alle 18:00

A poche settimane dalle elezioni che probabilmente gli consentiranno di governare per un altro mandato di sei anni, il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto il suo annuale discorso alla Nazione a Mosca. Con le sue parole, ha lanciato un messaggio all’Occidente: «Adesso si è cominciato a parlare della possibilità di schierare contingenti militari della Nato in Ucraina. Ma ricordiamo cosa è successo a coloro che già una volta hanno inviato i loro contingenti nel territorio del nostro Paese. Oggi, qualsiasi potenziale aggressore dovrà affrontare conseguenze molto più gravi. Devono capire che disponiamo anche di armi – sì, lo sanno, come ho appena detto – capaci di colpire obiettivi sul loro territorio».

Il discorso integrale, della durata di due ore e disponibile sul sito ufficiale della presidenza russa, è il 19° messaggio del presidente al Parlamento russo, e suona come un discorso elettorale in vista del voto che si terrà dal 15 al 17 marzo 2024: dopo aver elogiato la potenza militare nazionale, parlando degli ordigni dei quali dispone il suo esercito, Putin ha parlato del Donbass e della necessità di avviare immediatamente il riconoscimento «dell’indipendenza e della sovranità della Repubblica popolare di Donetsk e della Repubblica popolare di Luhansk»: «Chiedo all’Assemblea federale della Federazione Russa di appoggiare questa decisione e poi di ratificare i trattati di amicizia e mutua assistenza con le singole repubbliche. Questi due documenti saranno preparati e firmati in un futuro molto prossimo e chiediamo a coloro che hanno preso e detengono il potere a Kiev l’immediata cessazione delle ostilità».

Se l’Ucraina non dovesse cessare le cosiddette “ostilità” citate da Putin, «tutta la responsabilità per l’eventuale continuazione dello spargimento di sangue ricadrà interamente sulla coscienza del regime che governa sul territorio dell’Ucraina». A proposito della guerra, che ha compiuto due anni il 24 febbraio scorso, Putin ha detto che «la realizzazione di tutti i nostri piani dipende direttamente dai nostri soldati, dai nostri ufficiali e volontari, da tutti i militari che ora combattono al fronte, dal coraggio e dalla determinazione dei nostri compagni d’armi che difendono la madrepatria». Non ha parlato delle perdite registrate finora dalle forze armate russe, che rimangono ancora un mistero: gli ultimi dati forniti dal ministero della Difesa, aggiornati a gennaio 2023, parlano di poco più di 6.000 caduti contro i 70.000 stimati dai funzionari statunitensi.

Sull’adesione dell’Ucraina alla Nato, Putin ha dichiarato che «costituirebbe una minaccia diretta alla sicurezza della Russia». Il presidente russo ha fatto riferimento (senza esplicitarlo) alle dichiarazioni del presidente francese Emmanuel Macron che, pochi giorni fa, non ha escluso la possibilità che i Paesi inviino proprie truppe a Kyiv: questa mossa, ha detto Putin, potrebbe portare a conseguenze «molto più gravi» per chi rischia di farlo. «Tutto ciò che stanno inventando adesso, spaventando il mondo con la minaccia di un conflitto che coinvolga armi nucleari, che potenzialmente significa la fine della civiltà – non se ne rendono conto? Il problema è che si tratta di persone che non hanno mai affrontato avversità profonde; non hanno idea degli orrori della guerra». La Russia ha «sopportato tali prove durante la lotta contro il terrorismo internazionale nel Caucaso e ora nel conflitto in Ucraina. Ma continuano a considerarlo una sorta di cartone animato d’azione».

Riguardo alle sanzioni imposte a Mosca in risposta “alla guerra di aggressione nei confronti dell’Ucraina, e all’annessione illegale delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson”, che come riporta il Consiglio europeo comprendono “misure restrittive mirate (sanzioni individuali), sanzioni economiche e misure in materia di visti”, Putin ha detto: «Stanno cercando di ricattarci di nuovo. Ci minacciano di nuovo con le sanzioni, che, tra l’altro, penso che verranno comunque introdotte man mano che la sovranità della Russia si rafforzerà e il potere delle nostre forze armate crescerà. […] C’è solo un obiettivo: frenare lo sviluppo della Russia. E lo faranno, come hanno fatto prima. Anche senza alcun pretesto formale. […] Voglio dire chiaramente e direttamente che nella situazione attuale, quando le nostre proposte per un dialogo paritario su questioni fondamentali sono rimaste senza risposta da parte degli Stati Uniti e della Nato, […] la Russia ha tutto il diritto di adottare misure di ritorsione per garantire la propria sicurezza. Questo è esattamente ciò che faremo».

Putin ha parlato anche di questioni economiche e sociali, dal rilancio dell’economia nazionale al rinnovamento dell’istruzione, citando anche l’assistenza sanitaria e il sostegno alle giovani famiglie. Il loro scopo principale, ha detto il presidente russo, è «procreare, avere figli e quindi garantire la sopravvivenza della nostra nazione multietnica». Uno dei compiti principali del suo Governo, ha aggiunto, è l’eliminazione della povertà, che nel 2000 colpiva più di 42 milioni di russi: «Il numero di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà è sceso a 13,5 milioni, un dato comunque elevato. Ma siamo costantemente concentrati sulla ricerca di una soluzione a questo problema».

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