Ambiente

Mobilità: superati i 50.000 punti di ricarica elettrica a uso pubblico

Secondo il nuovo report pubblicato dall’associazione Motus-E, l’Italia sta incrementando le infrastrutture per la transizione ecologica. Ma le vendite dei veicoli elettrici rimangono contenute
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20 febbraio 2024 Aggiornato alle 16:00

Le colonnine di ricarica per i veicoli elettrici continuano ad aumentare in Italia, superando la quota di 50.000 installazioni a fine 2023. Questo è il quadro che emerge dal nuovo report pubblicato dall’associazione italiana Motus-E, che si occupa di monitorare il contesto della mobilità elettrica e della rete di ricarica a uso pubblico, confrontandola con gli altri Paesi europei.

La quinta edizione del rapporto Le infrastrutture di ricarica a uso pubblico in Italia evidenzia un netto miglioramento degli sforzi per garantire la transizione elettrica, con una crescita delle colonnine del 38% rispetto al 2022 e del 94,7% rispetto al 2021.

Nell’anno 2023 sono state predisposte e installate 13.906 nuove colonnine, di cui 3.450 solo nell’ultimo trimestre. Questo notevole accelerazione fa si che nell’86% del territorio nazionale, all’interno di un raggio di 10 km, è presente almeno una colonnina di ricarica pubblica. Fra queste il 22% dei punti di ricarica rientra nella categoria “veloce e ultra-veloce” in corrente continua, cosa che consentirà di diminuire drasticamente i tempi di ricarica migliorando nettamente il servizio. A livello nazionale sono presenti in totale 50.678 colonnine a uso pubblico.

Osservando nel dettaglio i dati la Lombardia si conferma la regione con il primato migliore, avendo installato 9.395 prese, rispetto al Piemonte (5.169), al Veneto (4.914), alla regione Lazio (4.659) e alla Emilia-Romagna (4.253).

Nel 2023 anche il Sud Italia e le isole hanno mostrato netti miglioramenti, con la presenza del 23% del totale delle colonnine, rispetto al 19% del Centro e del 58% del Nord Italia.

Da segnalare la performance della regione Campania, che risulta la seconda per crescita assoluta nell’anno passato, con 2.691 prese installate. Anche il sistema autostradale ha mostrato una crescita notevole delle infrastrutture, con una quota di 932 punti rispetto ai 496 del 2022, il 61% dei quali con potenza superiore ai 150 kW.

Invece i dati riguardanti le città italiane evidenziano il primato di Roma, che risulta essere la metropoli con le maggiori infrastrutture (3.588), seguita da Milano (2.883) e da Napoli (2.652). Ma il capoluogo campano presenta la densità maggiore di colonnine con 225 punti ogni 100 km2.

«Il lavoro necessario per infrastrutturare il Paese naturalmente non è finito, ma la strada intrapresa è quella giusta e anche nel 2024 assisteremo a un costante miglioramento e ampliamento della rete di ricarica al servizio dei cittadini. Occorre che tutti gli interventi di semplificazione degli iter vengano attuati pienamente dalle amministrazioni locali e che ci sia una più stretta cooperazione tra tutti i soggetti coinvolti», ha dichiarato il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso.

Grazie a questi sforzi l’Italia risulta fra i Paesi europei più dinamici e virtuosi, con 23 punti di ricarica per ogni 100 veicoli elettrici circolanti, superando la Francia (14 punti ogni 100 ev), la Germania (10 punti ogni 100 ev) e il Regno Unito (10 punti ogni 100 ev).

Ma nonostante questi progressi, continuano a persistere numerose problematiche che dovranno essere risolte nei prossimi anni. Il 18% delle infrastrutture presenti è sostanzialmente inutilizzabile e la loro distribuzione complessiva continua a essere disomogenea. Ma l’ostacolo più importante è la lenta crescita del mercato delle auto elettriche, che risulta troppo piccolo per le necessità poste dalla transizione ecologica.

Il parco circolante completamente elettrico conta appena 222.711 unità, e nel mese di gennaio sono state immatricolate solo 2.947 vetture full electric. Fattore che pone il mercato italiano molto indietro rispetto ai concorrenti europei.

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