Ambiente

Prevenzione incendi: il Cile insegna come farla

Gli eventi estremi che hanno colpito il Paese sono stati mitigati nel quartiere di Botania (Quilpué) grazie a una serie di misure adottate negli ultimi due anni. Eccole
Credit: Matias Basualdo/ZUMA Press Wire
Tempo di lettura 4 min lettura
15 febbraio 2024 Aggiornato alle 12:00

Il Cile è stata sconvolto all’inizio di febbraio da una serie di vasti incendi che hanno causato la morte di almeno 131 persone e la distruzione di migliaia di case nella regione costiera di Valparaíso. Il 2 febbraio il presidente Gabriel Boric ha decretato lo stato di emergenza e nei giorni successivi gli sfollati sono arrivati a superare quota 40.000, soprattutto nella località turistica di Viña del Mar e in diversi quartieri dei comuni di Quilpué e Villa Alemana.

Negli ultimi 10 anni il Cile ha subito numerosi incendi che hanno bruciato una quantità di terra 3 volte superiore a quella precedente, a causa di un mix di fattori che hanno esacerbato le condizioni ambientali del continente. A partire dalla crisi climatica, in combinazione con il fenomeno El Niño, che ha comportato l’aumento della siccità e delle ondate di calore.

Questi impatti ambientali hanno colpito una serie di insediamenti irregolari chiamati “tomas ilegales”, non predisposti per contenere gli incendi a causa della pessima gestione del territorio, con strade disseminate di spazzatura, edifici costruiti con materiali economici/infiammabili e una mancata gestione delle foreste circostanti.

Ma nella città di Quilpué il quartiere di Botania è riuscito a evitare il disastro grazie a una serie di misure preventive adottate negli ultimi 2 anni. Le 80 case del quartiere sono state preservate con la meticolosa preparazione degli abitanti del luogo, che nel 2022 erano stati messi in allerta da un precedente incendio che aveva distrutto il giardino botanico situato nelle vicinanze.

Memore di quella esperienza, la comunità locale si è mossa grazie all’iniziativa dell’Ong Caritas Chile, che insieme ai funzionari forestali cileni ha avviato una serie di strategie preventive in 14 quartieri, potendo contare su un finanziamento di oltre 20.000 dollari da parte della U.S. Agency for International Development (Usaid). In questo modo oltre 12.000 persone sono state formate per prevenire gli incendi e mantenere una cura del territorio atta a ridurre i rischi. «Con gli strumenti e la formazione, possono accadere cose buone. E questo è chiaramente un successo», ha affermato Tim Callaghan, un alto funzionario dell’Usaid.

Con i piani predisposti dalla Ong cilena e dai funzionari statali, i residenti del luogo si sono adoperati per eliminare tutta la vegetazione vicino alle case, abbattendo gli alberi pericolosi e ripulendo i pascoli secchi. Inoltre sono stati rimossi tutti i detriti per creare una barriera tagliafuoco ed è stata sistemata l’area circostante togliendo tutti i materiali potenzialmente infiammabili. Oltre a queste misure, sono state tenute una serie di sessioni settimanali di pianificazione con l’installazione di un centro di comando dotato di generatore elettrico e walkie-talkie.

Queste misure calibrate sulla realtà locale hanno salvato il quartiere di Botania, ma sono ancora troppo limitate rispetto alle necessità nazionali: «Purtroppo la realtà degli insediamenti è complessa. Si trovano quasi tutti in aree a rischio, soggette a incendi e inondazioni – luoghi in cui non sarebbe possibile alcuna costruzione regolamentata, il che rende molto complesso stabilire degli adeguati piani di prevenzione», ha sottolineato il sindaco di Quilpué, Valeria Melipillán.

La Usaid ha già annunciato che nel prossimo futuro amplierà i suoi programmi di aiuto per estendere le misure di prevenzione: «Anche se gli insediamenti informali non sono stati inclusi nella prima fase di questo programma, sono in corso discussioni su come incorporare ulteriori comunità a rischio nelle fasi future», ha dichiarato un portavoce.

Leggi anche
Tutela ambientale
di Riccardo Liguori 6 min lettura
Emergenze
di Alessandro Leonardi 3 min lettura