Economia

Piccole e medie imprese: semplificazioni in vista per i report di sostenibilità

L’European Financial Reporting Advisory Group ha aperto (fino al 21 maggio) una consultazione per le Pmi, che potranno esprimere pareri e suggerimenti sui nuovi pacchetti proposti per la realizzazione del bilancio
Credit: 1 / 1Marvin Meyer  
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14 febbraio 2024 Aggiornato alle 14:00

L’European Financial Reporting Advisory Group (Efrag) è un organismo indipendente con sede a Bruxelles, istituito nel 2001 con l’obiettivo di fornire consigli tecnici sull’adozione e l’applicazione dei principi contabili internazionali nell’Unione europea. Fra le sue principali attività e funzioni, spicca la trasmissione di pareri alla Commissione Ue sull’adozione di alcuni principi contabili per la redazione dei bilanci di aziende e organizzazioni no profit all’interno dell’Unione, così come lo sviluppo di nuovi standard di rendicontazione non finanziaria basati su informazioni che garantiscono trasparenza in tema ambientale, sociale e di governance (Esg).

Per tutelare maggiormente la convergenza contabile internazionale, l’Efrag ha di recente lanciato una consultazione pubblica sui principi di rendicontazione di sostenibilità per le piccole e medie imprese (Pmi). Si tratta di uno strumento partecipativo che consente a organizzazioni, istituzioni e rappresentanti di categoria di intervenire attivamente sulla creazione di una disciplina normativa di loro interesse (fino al 21 maggio) attraverso commenti, suggerimenti e proposte, in modo da ottenere feedback che aiutino ad aumentare la trasparenza del processo decisionale dell’Efrag e soprattutto migliorare la qualità tecnica di due specifici gruppi di principi di rendicontazione.

Il primo, Exposure Draft ESRS (ESRS LSME ED), riguarda gli standard di rendicontazione obbligatori a partire dai bilanci del 2026 (salvo posticipazioni di ulteriori due anni) per le Pmi quotate, ossia quelle piccole e medie imprese che emettono azioni quotate in mercati regolamentati ma con una capitalizzazione di mercato (il valore complessivo di tutte le azioni di una società in circolazione) inferiore ai 500 milioni di euro.

L’obiettivo fissato dal documento è quello di delineare i requisiti di rendicontazione idonei in proporzione all’ampiezza e alla complessità di queste aziende, in modo da facilitarne l’accesso ai finanziamenti all’interno dei mercati finanziari. A livello strutturale, le tre sezioni principali (divise in “requisiti generali”, “informativa generale” e “politiche, azioni e obiettivi”) sono accompagnate da capitoli più specifici legati all’ambiente, sociale e condotta commerciale.

A rientrare nell’ambito di applicazione di questi principi saranno anche i piccoli istituti di credito e le captive, ossia società di assicurazione o di riassicurazione create dall’azienda capogruppo per assicurare i propri rischi. Il tutto punto a definire un percorso verso il raggiungimento del massimo livello di semplificazione, sempre nel rispetto delle disposizioni Csrd (Corporate Sustainability Reporting Directive), ossia una serie di norme europee introdotte nel 2022 per rendere la rendicontazione aziendale sulla sostenibilità più armonizzata, trasparente e affidabile, che proprio a partire dal 2026 si applicheranno anche alle Pmi quotate e ad alcune grandi aziende non quotate.

A seguire, il secondo pacchetto di regole, VSME ED, riguarda la rendicontazione volontaria della sostenibilità delle Pmi non quotate, finalizzate a rappresentare strumenti di rendicontazione estremamente semplificati grazie al quale le micro, piccole e medie imprese non quotate potranno adeguarsi prontamente, e in maniera proporzionata alle proprie caratteristiche, alle sempre più crescenti esigenze di informazioni sulla sostenibilità richieste dalle controparti commerciali (come a esempio banche, investitori o società di cui sono fornitori). In questo modo, dunque, si semplificherà la loro partecipazione e la loro competitività nel rispetto della transizione green, un criterio il cui rispetto risulta essenziale nelle dinamiche economiche e commerciali.

La rendicontazione volontaria si fonda principalmente sulla scelta di una piccola o media impresa non quotata in borsa, di redigere un report che illustri le proprie performance in materia di sostenibilità; dunque, di fornire al mercato dati sulle proprie strategie per ridurre il proprio impatto negativo sull’ambiente, oltre agli obiettivi sociali, di governance di sostenibilità da perseguire. Un flusso di informazioni che può contribuire sicuramente a migliorare l’azienda a comunicare con i propri stakeholder su come stia gestendo rischi e opportunità legate alla sostenibilità, in modo anche da migliorare la reputazione aziendale e attrarre nuovi clienti e capitali da parte degli investitori.

L’obiettivo dell’Efrag, dunque, è realizzare una ulteriore semplificazione articolata “come un modulo entry level nell’approccio metodologico a blocchi”, afferma la scheda descrittiva ufficiale del progetto, che passi anche attraverso la riduzione delle complessità “anche per quanto riguarda la terminologia e l’uso del linguaggio”.

La struttura del pacchetto di principi contabili si compone dunque di un modulo base accompagnato da due moduli opzionali, cioè il Modulo Narrativa-Politiche, Azioni e Obiettivi (Pat) e il Modulo Business Partners. Due blocchi aggiuntivi che cercano di offrire alle piccole e medie imprese uno strumento di reporting semplice, proporzionato alle proprie esigenze e caratteristiche.

Per il suo successo sarà quindi necessario non solo che le Pmi non quotate scelgano volontariamente di seguire queste nuove regole, ma soprattutto che ci sia un sufficiente grado di apprezzamento da parte del mercato, garantendo così una maggiore uniformità, coerenza e comprensibilità nelle pratiche di rendicontazione della sostenibilità tra imprese di ogni dimensione.

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